giovedì 16 Maggio 2024,

Politica

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Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

scritto da Redazione
Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

Sfogo di Marino? Dovuto ai danni provocati dalla giunta Alemanno, che ha umiliato i dipendenti comunali, piazzando i suoi amici incapaci nelle municipalizzate. Su Mafia Capitale il Prefetto di Roma non si è accorto di nulla? 60 siti archeologici chiusi per colpa dei sindacati“. Lo ha detto Atos De Luca, Presidente della Commissione Ambiente del Comune di Roma, ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Destra nelle fogne? E’ uno sfogo del sindaco -ha affermato De Luca-. Marino ha ereditato dalla precedente giunta una situazione terribile. Alemanno ha fatto danni enormi, demotivando il personale delle aziende, sottoponendo i dipendenti comunali ad umiliazioni e delegittimazioni. Funzionari in gamba sono stati messi completamente da parte, per fare spazio a persone fedeli ad Alemanno, ma del tutto incapaci. In Atac sono state nominate ai vertici, persone talmente ignoranti in materia, tanto che gli hanno dovuto affiancare persone competenti per gestire quei servizi. Hanno immesso in un’azienda di trasporti tanti colletti bianchi, che sono stati portati a livelli dirigenziali con stipendi importanti, scavalcando chi lavorava lì da anni. Questo è successo anche nelle fasce medie e basse delle azienda. L’amico Andrini fu messo a presidente di un’azienda partecipata. Il danno morale che è stato fatto è enorme. Ormai è provato dall’inchiesta Mafia capitale che le porte aperte al malaffare le hanno spalancate loro. Poi ci sono stati anche alcuni personaggi del Pd che sono stati coinvolti. Però sentire lezioni da chi ha messo la nostra città in ginocchio non va bene. Bisognerebbe avere il decoro di tacere. Attacchi del Pd a Marino? L’insoddisfazione per i risultati è di tutti, anche il sindaco stesso ha ammesso di non essere soddisfatto di quanto fatto finora“.
Mafia Capitale. “Il Prefetto di Roma -ha dichiarato De Luca- che faceva gli appalti con Buzzi non si era accorto di nulla? Carminati, che era attenzionato dalla Digos, si è mosso liberamente in questi anni senza che nessuno si accorgesse di nulla. Se non se n’è accorta la prefettura, vuol dire che se n’è accorto solo chi ci stava dentro e faceva affari. Marino ha cercato di ristabilire legalità e trasparenza, per questo si è creato molti avversari, che vorrebbero liberarsi di lui. Commissariare il Comune farebbe un danno alla città, la bloccherebbe, e farebbe un favore a coloro che ancora non sono stati toccati da questa operazione di trasparenza voluta dal sindaco“.
Ama. “Dopo la chiusura di Malagrotta -ha affermato De Luca-, c’è necessità di trasformare Ama in un’azienda industriale e questo non è facile, anche per la presenza dei sindacati, che una settimana fa hanno proclamato uno sciopero nazionale. Solo il grande senso di responsabilità l’ha scongiurato. Ci sono delle cattive abitudini che vanno cambiate. Noi vorremmo che Ama lavorasse anche la domenica, dato che non l’ha mai fatto, e che le Officine Atac non chiudessero all’1.30 del pomeriggio. Ma per far questo bisogna convincere i sindacati e i lavoratori“.
Beni archeologici. “Ho scoperto oggi -ha dichiarato De Luca- che abbiamo 60 siti archeologici a Roma, che si visitano a domanda. Abbiamo tagliato le spese, quindi Zetema ha meno personale. C’è bisogno che un rappresentante del Comune vada ad aprire quando ci sono le visite. Era stato preparato un bando che consentiva di utilizzare ausiliari volontari nei musei a sede fissa. Questo bando non è stato fatto perchè il sindacato si è opposto, dicendo che bisogna fare assunzioni e non utilizzare volontari. Le assunzioni però in questo momento non si possono fare e il risultato è che noi teniamo chiusi 60 siti archeologici e riduciamo l’offerta turistica a chi viene a Roma. Questo è l’atteggiamento del sindacato, rimasto 30 anni indietro.


COMUNE, PALOZZI (FI): “IGNAZIO MARINO VERGOGNA CAPITALE”
Quanto detto ieri alla Festa dell’Unità da Ignazio Marino è assolutamente vergognoso e imbarazzante. Dichiarazioni scandalose, che varcano il confine del rispetto istituzionale e ledono la dignità di un intero popolo, rappresentanti politici e cittadini, che credono in valori sani, liberali e trasparenti. Siamo di fronte ad un primo cittadino, lasciato solo dai suoi alleati, abbandonato a se stesso e visibilmente nervoso. Mi auguro se ne rendano conto anche i suoi fidi scudieri e stacchino la spina ad un sindaco che sta rappresentando la pagina più nera della storia politica di Roma. Una vergogna capitale”. Così il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi.


Roma: Calabria (Fi), Marino ormai ha perso il controllo
Gli insulti di Ignazio Marino sono la cifra di un’Amministrazione senza controllo: il sindaco e la sua giunta hanno perso la bussola, non sanno più in quale direzione stanno andando e, cosa ben peggiore, in quale direzione sta andando la Capitale“. Lo dichiara, in una nota, la deputata di Forza Italia Annagrazia Calabria. “La domanda, a questo punto è: a chi giova tutto questo? A chi giova un Campidoglio in stato d’assedio, in cui lo stesso Pd non sa più che posizione tenere? Non certo ai romani, che giorno dopo giorno fronteggiano gli effetti di una città ‘de-governata’, e non agli italiani, che in Roma trovano l’immagine più importante del Paese all’estero. In tutto questo il Giubileo si avvicina. Renzi trovi il coraggio di scrivere la parola fine su un’esperienza sempre più squalificante per tutti“, conclude.


Mio padre come Renzi? Il renzismo come il craxismo? No, perché il renzismo è solo una voglia di cambiare, di rottamare il vecchio; ma ora gli italiani sono stanchi anche di Renzi e vogliono cambiare e rottamare anche l’attuale Presidente del Consiglio: le recenti elezioni regionali e comunali lo hanno confermato”. Lo ha detto Bobo Craxi intervenuto a “La Storia Oscura”, su Radio Cusano Campus (emittente dell’Università Niccolò Cusano) curata e condotta da Fabio Camillacci.
Il verbo rottamare tanto caro al premier –ha aggiunto Bobo Craxi- si è traslato nella sua esperienza di governo, perché le aspettative degli italiani nei confronti di Renzi erano super valutate; però, la situazione congiunturale ed emergenze come quella relativa ai migranti, hanno totalmente cambiato lo scenario. Renzi paga la poca esperienza fatta a livello politico e l’illusione che attraverso la parola d’ordine rottamare o cambiare si potesse conquistare il cuore degli elettori. Inoltre, guardando il governo Renzi da sinistra devo dire che si è equivocato sul riformismo nel vero e proprio senso del termine. Quello di Renzi infatti è un “cambismo” non un riformismo; cioè cambiare a tutti i costi. Il riformismo invece come insegna la storia è un metodo gradualista, questo significa che anche in riforme importanti come quella della scuola o quella della legge elettorale, andava introdotto un elemento diverso da quello che è l’accelerazione, la forzatura, il correre sempre avanti. Il riformismo graduale è al contrario: riflessione, condivisione, dialogo. Aggiungo che lo pseudo-riformismo di Renzi in materia economica o in materia di diritto del lavoro, è un riformismo indotto, imposto dai vincoli dell’UE. E questa cessione di sovranità nazionale nei confronti dell’Europa, operata dall’attuale premier, è ormai giudicata negativamente dagli italiani, soprattutto dall’elettorato di sinistra del PD”.


Ho già presentato querela per diffamazione nei confronti di Marino per questa follia della telefonata, anche se la cosa più grave detta da Marino è quella sulla destra che deve tornare nelle fogne, siamo tornati agli anni 70, in cui usando questi slogan si sparava contro di noi“.
Stamattina l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Alemanno ha annunciato di aver già querelato Marino: Querela già presentata, la storia della telefonata è assolutamente falsa, figuriamoci se io vado a mendicare da lui dei posti o altre cose di questo genere. E’ impressionante che Marino si inventi di sana pianta una scena di questo tipo. Mi ha dato fastidio lo slogan anni 70, di una aggressività ridicola, usata per strappare qualche applauso alla festa dell’Unità. Marino si aggrappa alla demagogia, all’insulto, alla contrapposizione pur di sopravvivere. Invece di unire la città per obiettivi comuni diffama gli altra e invoca lo scontro. Siamo arrivati al culmine di uno scaricabarile che va avanti dall’inizio: ogni problema che ha affrontato lo ha addebitato a me, stavolta siamo arrivati al ridicolo“.
Alemanno è convinto che Marino si debba dimettere: “Mi aspetto semplicemente che Marino si dimetta, credo che ormai la situazione è arrivata al punto limite. Marino si deve dimettere per salvare Roma, oppure devono dimettersi la maggioranza dei consiglieri, noi dell’opposizione siamo pronti. Roma va liberata da Marino, si deve tornare alle elezioni“.
Tornando sulla telefonata: Intendiamoci, sui consiglieri di amministrazione c’è sempre stata la volontà di coinvolgere l’opposizione. Io nei CDA nominati ho sempre nominato un rappresentate qualificato dell’opposizione. Sono cose che fanno parte di una normale correttezza democratica. Marino, inventandosi telefonate, le trasforma in un tentativo di confondere le acque per creare chissà cosa, insultando di riflesso anche il Partito Democratico, presentandolo come una realtà di inciuci, quando tutti si ricordano l’opposizione che mi ha fatto nel corso dei cinque anni in cui sono stato sindaco di Roma. Giovedì c’è una manifestazione di Fratelli D’Italia sotto al Campidoglio, bisogna veramente chiuderla con questa fase e con queste vicende“.


Chi comanda a Roma? Ancora gli uomini di Carminati, dal punto di vista militare. Ma dietro c’è la politica. Carminati se la caverà anche stavolta, si farà meno di cinque anni di carcere“. Questa mattina Antonio Mancini, uno dei fondatori della Banda Della Magliana, già collaboratore di giustizia, è intervenuto su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, per dare la sua chiave di lettura su mafia capitale
“Carminati? Mi fa venire il voltastomaco”, ha detto Mancini: “Mi fa schifo sentire che Carminati lucrava sui disperati, sugli ultimi, sui rifugiati. Una cosa che mi fa rivoltare lo stomaco. La Banda della Magliana, a differenza di quanto si afferma o si pensa, all’inizio non aveva alcun interesse per la politica. Volevamo solo che Roma diventasse dei romani, per dire basta a Mafia, Ndrangheta, Camorra. Poi con l’ingresso dei Testaccini la banda è diventata un’altra cosa, soprattutto attraverso Giuseppucci e Abbruciati prima, che avevano contatti con gli uomini del potere e i servizi, e infine con De Pedis, che ha trasformato tutto in quel sistema che sta venendo fuori adesso“.
Carminati, secondo Mancini, è la versione riuscita di De Pedis: “Mafia Capitale non è altro che la versione riuscita di quello che i testaccini avrebbero voluto realizzare. Noi avevamo comportamenti diversi dai testaccini. Carminati è la versione moderna di De Pedis, ha portato fino in fondo il sistema di Renatino, con una differenza. Mentre De Pedis, Abbatino o Colafigli, venivano come me da famiglie povere, a lui, che veniva da una famiglia borghese, non interessava salire nel mondo di sopra, tanto è vero che non ci è mai salito e comandava dal Mondo di Mezzo, da dove riusciva a incontrare tutti“.
Secondo Mancini a comandare nella capitale sarebbero ancora gli uomini di Carminati: “A Roma c’è una pax criminale in atto da tempo. A comandare sono ancora gli uomini di Carmini. Gli inquirenti hanno arrestato Carminati, Spezzapollici, mica si può pensare che il gruppo sia tutto lì. Quella di mafia capitale è una operazione che vedo come fumo negli occhi. Non vedo mai i pescecani, vedo solo pesciolini, perché diciamoci la verità, Carminati è un criminale di livello, ma sempre a livello di mondo di mezzo. Lui a livello militare comanda, ma deve avere per forza dietro qualcuno. Per dirlo mi basta ricordare i tempi nostri, anche quando eravamo colpevoli venivamo assolti. Andate a vedere chi nella Banda ha fatto più di cinque anni di galera, esclusi me e Colafigli, che siamo stati beccati col sangue del pescetto che ancora colava sangue. Se ho paura che qualcuno mi faccia fuori? No, non ho avuto modo di conoscerla la paura. E poi diciamocela tutta, quando ti tocca, ti tocca. Le nostre confessioni alla fine non le ha pagate nessuno, stanno tutti fuori. Se sono pentito? Pentito di cosa. Io sono un altro uomo. Il pentimento è una cosa alta, io sono semplicemente un uomo diverso. Scrivo libri e lavoro con ragazzi disabili, cosa che mi dà una grande gioia“.
Secondo Mancini, Carminati se la caverà con poco:Carminati uscirà indenne anche da questa inchiesta. Per indenne non intendo che sarò assolto. Faccio un esempio: noi della bandaccia avevamo stabilito un limite massimo sopportabile per la galera, che era di cinque anni. Cinque anni erano un termine accettabile. Io credo che Carminati non supererà i cinque anni di carcere, ne verrà sicuramente fuori prima.
Per Mancini ogni tanto tornano malinconie dal passato: “Non mi manca la banda, mi mancano gli amici morti, compresi De Pedis. Eravamo partiti per divorarci i leoni e alla fine ci siamo sbranati uno con l’altro. Ora sono indignato con la politica. Ad esempio ora i politici vogliono fare un’ordinanza parlamentare per sapere se Carmianti aveva rapporti con i servizi: ma se sono vent’anni che stiamo facendo i processi con i servizi, di cosa stiamo parlando? Sentirmi dire qual è il bene e qual è il male da chi faceva affari con noi mi dà fastidio
Mancini tiene particolarmente alla questione legata alla vivibilità delle carceri:Il carcere così come è inteso oggi peggiora le persone. Entri ladro di automobili, esci rapinatore. Entri come consumatore di spinelli, esci come spacciatore. Mettono semplici ragazzi in cella con professionisti del crimine che così fanno il passettino in avanti verso la vera malavita. Intervenendo davvero sul sistema carceri, si eviterebbe di far nascere tanti altri Antonio Mancini, Enrico De Pedis, ecc“.

SANITA’, PALOZZI (FI): “LISTE “DISATTESE” DALL’INEFFICIENTE ZINGARETTI”
Quanto diffuso stamane dalla stampa in merito alle liste d’attesa infinite nel Lazio è qualcosa di estremamente preoccupante. Per alcune visite, ad esempio, gli utenti sarebbero costretti ad aspettare addirittura un anno. Una situazione sanitaria allarmante, che dimostra impietosamente l’inefficienza amministrativa del presidente Zingaretti, che continua ad ‘immaginare’ una sanità tutta sua, fatti di annunci spot e promesse disattese. Come le lunghe liste d’attesa che continuano ad allungarsi per la disperazione dei già bistrattati cittadini della nostra regione. E’ ora che il governatore del Lazio si svegli, prenda coscienza della realtà e la affronti con politiche serie ed efficaci”. Così il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi.

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