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Formia. A.A.A. Regalo villa di 400 mq con piscina in riva al mare

scritto da Redazione
Formia. A.A.A. Regalo villa di 400 mq con piscina in riva al mare

Era il lontano 2003 quando il Ministero delle Finanze, ai sensi della legge per il riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati ai mafiosi, cedette al Comune di Formia un immobile confiscato alla mafia, collocato in località Acquatraversa. L’immobile è una villa di tre piani con piscina e ampio giardino, con discesa a mare, costruita negli anni ‘70.
Dopo un anno e mezzo, il 04.08.2004, l’assessore alle Opere Pubbliche dell’epoca stanziò centomila euro per la ristrutturazione dell’immobile per ospitarvi un centro polivalente per disabili e attività per l’infanzia.
Subito dopo il presidente dell’associazione “l’Aquilone”, l’unica associazione accreditata alla Regione Lazio per l’assistenza ai disabili, inoltrò varie missive pubbliche al Comune di Formia per chiedere la gestione dell’immobile, anche in collaborazione  con altre associazioni religiose e laiche presenti sul territorio.
Ad inizio 2007, senza alcun preavviso, alcun bando e alcuna conferenza pubblica, la Giunta Municipale di Formia decise di affidare la struttura in questione alla comunità parrocchiale Emanuel della chiesa del Carmine. La comunità non ha mai svolto iniziative a favore dei disabili, non è accreditata presso alcun ente e non ha competenze e professionalità per gestire una struttura del genere. Ma poco importa. L’importante è ingraziarsi la benevolenza della chiesa e del vescovo di turno. E dei disabili …. chi se ne fotte ….
Il 31 maggio 2007, con tutte le pompe del caso e con la presenza dell’arcivescovo di Gaeta, il nuovo centro venne inaugurato e reso fruibile. Il centro verrà intitolato a Papa Giovanni Paolo II. Un immobile confiscato alla mafia dovrebbe essere intitolato a qualche personaggio che si è contraddistinto nella lotta alla mafia: un giornalista, un magistrato, un’associazione, un sindacalista, un carabiniere, o un qualsiasi altro cittadino che ha sacrificato la propria vita per la lotta alla mafia, non a un papa. Comunque nessuno ebbe nulla da ridire, né sulla intitolazione del centro, né sul regalo che veniva fatto al vescovo di Gaeta e alla chiesa del Carmine (a parte gli scriventi,  insultati e derisi, come al solito, dall’intera cittadinanza).
Da allora non si sa più niente del centro per disabili “Papa Giovanni Paolo II”. Non si sa se funziona, se rispetta le prescrizioni di carattere sociale previste dalla legge, se ospita disabili, quanti ne ospita e con quali risultati.
Oggi, 2013, il centro è completamente abbandonato. Non è funzionante, non ospita disabili e non viene svolta alcuna attività sociale. Manca finanche la manutenzione ordinaria dell’immobile, così da vanificare i centomila euro spesi per la ristrutturazione. La spiaggia prospiciente l’immobile, ottima per lunghe colonie estive per ragazzi diversamente abili, è sporca e abbandonata a se stessa. Ogni tanto si vede qualcuno che apre le finestre dell’immobile per fa prendere aria ai locali.
Eppure l’immobile in questione poteva essere utilizzato per svariati scopi, come ad esempio un asilo nido di quartiere, una scuola elementare, un mini ostello per la gioventù, un centro polivalente per arti e mestieri, un centro sociale per anziani, o per altre innumerevoli iniziative. Oppure per un vero e proprio centro polivalente per disabili.
Questa ingiustizia si protrae da sei anni, con la complicità dei vari partiti politici che si sono susseguiti alla guida della città. Tutti sanno che un bene confiscato alla mafia è divenuto la garconnière di qualche prelato altolocato, e nessuno dice niente. Nessuno è andato a controllare il funzionamento del centro di accoglienza per disabili. Nessuno si è preoccupato di verificare se in questo immobile vengono svolte iniziative sociali così come previsto dalla legge. Nessuno ha mai chiesto conto di oltre sei anni di attività svolte in un immobile di proprietà comunale ceduto gratuitamente.
Tra qualche giorno il Comune di Formia entrerà in possesso di un altro bene confiscato alla mafia: l’immobile di Marina di Castellone, in via Unità d’Italia. Ma questa volta non lasceremo che venga commessa l’ennesima ingiustizia.
Considerato che l’organismo che ha regalato un immobile a un parroco ha dimostrato totale inaffidabilità, se necessario lanceremo una raccolta di firme per chiedere che l’assegnazione del bene confiscato sia affidata a enti sovra comunali.
Questa volta non ci limiteremo a denunciare e lamentarci. Questa volta facciamo sul serio, anche a costo di mettere in campo occupazioni e gesti eclatanti. Siamo stanchi di essere una derivazione della curia vescovile di Gaeta!!!

Delio Fantasia
Marcello Zennaro
della redazione di FormiaLibera

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