domenica 19 Maggio 2024,

Primo Piano

Ξ Commenta la notizia

Terracina. “Lo stadio Colavolpe, il terreno di gioco in erba sintetica, le virtù della società di calcio e le pecche della politica e della burocrazia comunale”

scritto da Redazione
Terracina. “Lo stadio Colavolpe, il terreno di gioco in erba sintetica, le virtù della società di calcio e le pecche della politica e della burocrazia comunale”

Luigi Palmacci, e Giacomo Valle ci sollecitano a chiarire, per il momento a grandi linee, alcuni interrogativi riguardanti il Mario Colavolpe, lo stadio terracinese che si trova in via Caccaccio, a nord di Terracina (questo a beneficio di coloro che leggono e non solo della città).

Luigi afferma di aver “sentito dire” che il terreno di gioco del Colavolpe apparterrebbe al CONI, e che quindi il rifacimento del campo in sintetico non si potrebbe fare in quanto (si presume) il CONI non autorizzerebbe tale operazione.

Caro Luigi, il terreno di gioco e lo stadio nel suo complesso è proprietà del COMUNE DI TERRACINA.

Pertanto, l’ente di piazza Aulo Emilio può fare tutti i lavori che ritiene all’interno ed all’esterno del complesso sportivo.

Giacomo Valle, invece, chiede notizie più dettagliate sullo stato dell’arte dello stadio e del suo immediato divenire.

La questione è complessa e per approfondirla meglio stiamo recuperando dal nostro archivio le “carte” ufficiali che tracciano la vicenda dalla presa in carico della squadra di calcio del Terracina dei fratelli Baioni.

Perchè si sappia una volta per tutte quello che è accaduto e sta accadendo al Colavolpe ma anche al San Martino B.

In breve: lo stadio, ad oggi, non è provvisto di una rete fognante, tanto è vero che per ottenere l’agibilità la società di calcio ha dovuto affittare bagni chimici.

La scorsa stagione calcistica la società Terracina calcio 1925 ha pagato al Comune per l’affitto della struttura 28.800 euro circa.

Quest’anno, con l’accollo delle spese per la manutenzione, i presidenti Baioni lasceranno nella casse del Comune “soltanto” 7.000 euro.

Questo perché i giorni di “affitto” dello stadio non sono più 7 giorni su 7.

C’è da dire che per giungere ad ottenere l’agibilità dello stadio: prima a 500 spettatori poi a 2000, la società terracinese ha speso di tasca sua ben 70 mila euro.

Tutto questo mentre il Campo B di San Martino, quello in terra battuta, è inagibile perché mancano tutte le prescrizioni che la legge prevede.

Se lo stadio terracinese oggi è in condizioni di funzionare lo si deve al Commissario Cappetta, che ha ripreso in mano l’intero faldone delle inadempienze burocratiche giacenti da decenni nei polverosi cassetti comunali e grazie anche ad una validissima dirigente, che ha redatto un capitolato tecnico (il primo della sua lunga storia) propedeutico per giungere ad assegnare il complesso sportivo alla società del Terracina calcio (l’unica che ha risposto al bando) per 9 anni + altri 9.

A questo punto, una volta assegnato il bando di gara il Terracina calcio 1925 può chiedere di fare tutti i lavori che occorrono per rendere lo stadio completamene agibile e funzionante al progetto societario.

Nelle more dell’assegnazione, il Comune, VOLENDO, può delegare DA SUBITO la società dei fratelli Baioni a fare i lavori che ritiene urgenti, compreso il rifacimento del manto del campo in erba sintetica.

Si affermava in premessa che le problematiche dello stadio Colavolpe sono complesse ed è nostra intenzione raccoglierle in un racconto con le carte ufficiali prodotte negli ultimi due, tre anni.

Per il momento ci fermiamo, nella speranza di aver soddisfatto gli interrogativi di Luigi e Giacomo, con una ultima sottolineatura: se i dirigenti tecnici degli uffici comunali invece di rispondere alla politica sempre con un “NON SI PUO’ FARE” e la POLITICA rispondesse ai dirigenti “PERCHE’ NON SI PUO’ FARE”, andando in fondo alle risposte negative, forse Terracina avrebbe un altro volto.

e.l.

#regionelazio #politica #terracina

I commenti non sono chiusi.

Facebook