martedì 07 Maggio 2024,

Provincia di Latina

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“Latina, provincia di veleni”

scritto da Redazione
“Latina, provincia di veleni”

Che la provincia di Latina sia un terreno di conquista lo spiegano le numerose inchieste e denuncia sulla malavita. Che sia una situazione economica in grave recessione lo spiegano la continua perdita di posti di lavoro per una classe dirigente incapace sempre alla ricerca del miracolo del solito salvatore della patria che finisce per assestare l’ennesimo tracollo. Storie che si ripetono con tanti scheletri, inquinamenti, brutti, devastanti che sono il risultato di una classe politica fallimentare degli ultimi 30 anni tra ignavia e complicità. Non si spiegherebbe altrimenti la devastazione dei nostri territori avvelenati da rifiuti di ogni genere con i casi ignorati di Borgo Montello, Aprilia, Pontinia, Sabaudia, Formia. Quello che racconta Paolo De Chiara nel libro il Veleno del Molise vale anche per la provincia di Latina (vedere http://www.falcoeditore.com/il_veleno_del_molise.html): “Servivano le dichiarazioni del pentito di camorra per scoprire i problemi del Molise? Nessuno sapeva degli strani traffici, degli arresti, delle operazioni effettuate? Da quanti anni sono state denunciate situazioni e personaggi particolari? I segnali erano reali. Si è fatto finta di niente. Nessuno ha visto, nessuno ha sentito, nessuno ha parlato. Nemmeno oggi nessuno parla. Hanno dipinto per anni il Molise come un’isola felice, una terra tranquilla, calma. Un paradiso, un’oasi di verde e di brava gente. I problemi sono stati buttati sotto il tappeto. Un grosso tappeto per nascondere i tanti mali. Causati soprattutto dalla malapolitica. Incapace di gestire la cosa pubblica. E le mafie sono arrivate. “
Racconta nelle sue inchieste De Chiara di terreni abbandonati che venivano affittati per seppelirci rifiuti che adesso stanno puntualmente restituendo veleni, malattie, morti. Qualcosa del genere si dice stia nuovamente accadendo in provincia di Latina, dopo lo sversamento, l’interramento degli anni ’80 e ’90. Si parla di camion, tanti che arrivano da altre regioni e province. Vengono affittati terreni abbandonati o scarsamenti produttivi da proprietari che non hanno voglia di piegare la schiena e di far fruttare il loro terreno. In cambio di poche centinaia di euro l’anno ad ettaro arrivano persone che vi fanno scaricare camion di finto terriccio, falso compost spesso a norma di legge che contengono fanghi provenienti da depuratori. Oppure compost non maturato o con presenza di metalli, plastica e altri elementi inquinanti dalla salmonella, all’escherichia coli. Insieme a puzza, emissioni odorigene moleste, persistenti per giorni e giorni. Di questi fatti se ne raccontano sempre di più ad Aprilia, Cisterna, Latina, Pontinia, Sabaudia, Terracina. Non sempre ci sono denunce e proteste, a volte si sopporta per quieto vivere che significa accettare l’ennesima aggressione al suolo, alle falde, alla salute, all’agricoltura di qualità, alla sicurezza alimentare. Come per anni si è finto di non vedere e non sapere dei rifiuti, dei veleni sparsi nei campi che hanno inquinato corsi d’acqua, degli scarichi maleodoranti che hanno avvelenato la fauna dei canali e dei fiumi, poi del mare. Sembra che chi popola la pianura pontina redenta o bonificata che sia accetti che torni ad essere palude, terreno insalubre e inadatta alla vita delle persone e degli animali e alla coltura. Come un peccato originale. Lo stesso copione che è stato sfruttato dalla speculazione dei campi fotovoltaici che hanno sostituito fertili terreni con brutture metalliche per produrre energia elettrica che non servirebbe se, usando l’intelligenza, dotassimo le coperture dei nostri fabbricati per impianti fotovoltaici e per il solare termico. La stessia follia speculativa del biogas e delle biomasse che sta avvelenando territori, aziende agricole, falde, atmosfera solo per assecondare la solita speculazione che porta solo distruzione. Confidando nella solita classe dirigente ignava o complice che ha portato la provincia ad essere un terreno fertile di imbrogli, avvelenamenti e della sottocultura della speculazione.

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