sabato 27 Aprile 2024,

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La sanità oggi, tutte le notizie

scritto da Redazione
La sanità oggi, tutte le notizie

La nostra adesione completa alla manifestazione unitaria di sabato 28 novembre si fonda essenzialmente sulla richiesta al governo di avviare tutte le procedure necessarie al rinnovo contrattuale nel rispetto dei tanti lavoratori della sanità che ogni giorno aiutano tanti pazienti nei vari territori della nostra città e della nostra regione. L’obiettivo comune di Fials assieme alle altre sigle confederali è quello di mettere in piedi una strategia comune adeguata al recupero della propria dignità oltre che del potere di acquisto delle retribuzioni dei dipendenti pubblici e di quelli affini del privato“. Così in un comunicato la Segreteria Provinciale di Fials di Roma che dichiara di aver sensibilizzato anche la Confsal a mettere in atto azioni comuni per raggiungere questo obiettivo. “La nostra discesa in campo è motivata oltremodo a rivendicare al governo Renzi un’contratto subito’ con un giusto riconoscimento economico e no ai 5 euro mensili, ma ad un adeguamento equo contrattuale recuperando le risorse dagli sprechi e cattiva gestione della spesa. Per i dipendenti pubblici che dopo sei anni di attesa e due rinnovi persi, riconosca il ruolo determinante di oltre 3 milioni di dipendenti pubblici che lavorano nel settore sanitario. E altrettanto anche per dare voce ai lavoratori addetti di terzo settore e del privato sociale. Se davvero questo governo vuole cambiare il paese non può lasciare la sanità pubblica assieme ad altri servizi di pubblica utilità a un destino di abbandono. L’adesione alla manifestazione è pressoché globale: dal mondo della scuola, alla salute, sicurezza, prevenzione, welfare, integrazione, sostegno alle persone e alle imprese: servono inoltre impegni governativi responsabili per investimenti in ricerca, innovazione e competenze per rimettere in moto la più grande azienda del paese. Scenderemo in piazza sotto lo slogan ‘Pubblico6Tu, ContrattoSubito‘, oltre 20 sigle di categoria dei dipendenti in rappresentanza di scuola, sanità, funzioni centrali, servizi pubblici locali, sicurezza e soccorso, università, ricerca e privato sociale. Ci saranno da piazza della Repubblica a Piazza Venezia migliaia e migliaia di lavoratori da tutta la penisola per ribadire fino al comizio finale l’importanza e l’impegno che ogni giorno dedichiamo e che merita rispetto totale“, conclude la Fials.


SANITÀ: 75% MACCHINARI E’ SUPERATO E SOTTOUTILIZZATO, IL RAPPORTO
Spesa per investimenti pari ad appena 60 euro procapite l’anno
Il 75% delle attrezzature del sistema sanitario nazionale è vecchio e superato: ha esaurito il proprio ciclo economico e tecnologico, ma non essendoci denaro da investire continua a essere utilizzato. Anzi, sottoutilizzato, visto che, oltretutto, i macchinari sono troppo capillarmente distribuiti tra i presidi ospedalieri e finiscono per rimanere spenti troppo a lungo. E’ il quadro tracciato dal Rapporto Oasi 2015, presentato questa mattina all’Università Bocconi.
Se la spesa corrente del Ssn equivale a 1.800 euro l’anno per ogni cittadino italiano, quella per investimenti rimane al palo ed è di soli 60 euro, in un quadro che vede il conto economico chiudersi, per il terzo anno consecutivo, con un lieve avanzo, a discapito di uno stato patrimoniale aggregato delle singole aziende che denuncia 33,7 miliardi di euro di perdite accumulate a fine 2013.
Perdite che pesano come un macigno. “Un debito di queste dimensioni -afferma Francesco Longo, che ha curato il Rapporto – riesce ad annullare il beneficio del pareggio di bilancio, perché è foriero di ricorsi amministrativi e cause civili, oltre ad assorbire tempo e risorse. Finché non si troverà una soluzione, il sistema è condannato a continuare a gestire il passato anziché il futuro“.
La spesa sanitaria pubblica è, ormai, sotto controllo. Tra il 2009 e il 2014 è cresciuta appena dello 0,7% l’anno, invertendo una tendenza che l’aveva vista crescere, tra il 2003 e il 2008, del 6% l’anno, evidenziano gli esperti, che avvertono: gli spazi per la razionalizzazione della spesa sembrano davvero esauriti e oggi il sistema ricorre già troppo spesso a tattiche di razionamento (allungamento delle liste d’attesa, riduzione dei budget per i privati accreditati) che vanno a detrimento dell’efficienza.
“La vera sfida – prosegue Longo – è una riorganizzazione che gli consenta di fare fronte al cambiamento del quadro epidemiologico, il cui aspetto più dirompente è la crescita della cronicità. Il numero delle unità operative, ospedali in primis, dovrà inevitabilmente essere ridotto, per liberare le risorse necessarie alla cura dei cronici e degli anziani”. E invece gli interventi messi in campo sono di tipo istituzionale e mirano a rivedere i perimetri aziendali piuttosto che a riprogettare i servizi.
Dal 2001 al 2015 un incessante processo di merger pubblico ha ridotto il numero delle aziende da 330 a 244 (-26%) e altre aggregazioni sono in vista, mentre la geografia dei servizi e i processi produttivi del settore si trasformano a un ritmo molto più lento. Le strutture ospedaliere che erogano prestazioni solo per acuti sono ancora 395, il 35% del totale Ssn, e la metà (198) ha meno di 100 posti letto. Al di sotto di questa soglia, ricordano infine gli esperti, si rischia di non avere la dotazione strutturale (tecnologia e competenze) e la casistica sufficiente per rispondere in maniera adeguata ai bisogni sanitari con sicurezza e qualità.


SANITÀ, RETTORE CATTOLICA: REGIONE STA OTTENENDO PRIMI RISULTATI RISANAMENTO
Un grato pensiero va al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il quale ha riconosciuto e apprezzato gli sforzi da noi compiuti, permettendo che si ripristinasse un corretto rapporto dialettico tra le autorità regionali e il Policlinico e che, pur avendo ereditato una situazione assai problematica, sta ottenendo i primi incoraggianti risultati nella sua opera di risanamento della sanità regionale“. A dichiararlo è il rettore dell’università Cattolica, afferente al policlinico Gemelli, Franco Anelli, intervenendo all’inaugurazione dell’anno accademico.
Questi risultati, secondo Anelli, “potrebbero essere ancora più significativi se alcuni vincoli imposti alla Regione a causa di inefficienze passate fossero riconsiderati in un’ottica più costruttiva e meno punitiva“. Anelli spiega: “Penso, per esempio, alla limitazione, di fatto, nei confronti dei pazienti provenienti da altre regioni, che pure, in quanto cittadini italiani, avrebbero il diritto di scegliere il luogo in cui curarsi. Un aspetto di particolare importanza proprio per il Policlinico Gemelli, che costituisce un importante centro di attrazione per i cittadini delle regioni del centro-sud del Paese“.


FARMACEUTICA: PECORELLI, ESTRANEO A FATTI, NON MI DIMETTO DA AIFA 
Mi dichiaro stupito ed estraneo” a ciò che viene contestato. “Tutte le documentazioni saranno analizzate nelle sedi competenti, io per ora sono solo uno spettatore di quanto accaduto: mi ha raggiunto uno tsunami“. Sono le prime parole di Sergio Pecorelli, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) dal 2006, sospeso per presunto conflitto di interesse.
Quanto all’ipotesi circolata di dimissioni, Pecorelli dice all’Adnkronos Salute: “E’ quanto hanno scritto. Ma si deve dimettere solo chi si sente colpevole“.
Sono rimasto esterrefatto di quanto diffuso da alcuni organi di stampa” in merito “a un mio presunto conflitto di interessi, che renderebbe incompatibile la mia carica in Aifa“, ribadisce Pecorelli. “Ciò che è stato pubblicato – aggiunge – oltre a non essere vero, è diffamatorio e lede la mia onorabilità“.
Le notizie – prosegue Pecorelli – sono inesatte anche nelle parti più semplici che rendono evidente l’inaccuratezza con cui sono state verificate le fonti. Il Comitato che avrebbe valutato il mio conflitto, non è affatto composto da Nas, Guardia di Finanza ed Economia, ma solo da personale interno all’Aifa e dal direttore generale Luca Pani. Ancora più falsa l’attribuzione di un conflitto legato alla società Principia Sgr con cui non ho mai sottoscritto contratti e da cui non ho mai percepito compensi di alcun tipo e che, peraltro, non opera nella farmaceutica. Ora, essendo false le notizie diffuse su di me, a ristabilire la verità dei fatti ci penseranno le sedi competenti cui ricorrerò“.


S.CAMILLO, GREGORINI (FP CGIL): DIMINUITO PERSONALE, PROBLEMI PER PAZIENTI
A due giorni dall’entrata in vigore della nuova norma sull’orario di lavoro, già si sono creati i primi problemi per i pazienti. Mercoledì in cardiochirurgia si è addirittura arrivati a un numero di infermieri inferiore ai minimi previsti dallo sciopero. Problemi si sono verificati anche ieri in una delle rianimazioni“. Lo denuncia Enrico Gregorini, Segretario Generale della Fp Cgil Roma Centro Ovest Litoranea, evidenziando in una nota come “l’applicazione di una norma a tutela dei lavoratori e dei pazienti si stia rivelando, per l’impreparazione delle amministrazioni e l’immobilismo delle istituzioni, un fattore di rischio che mette a repentaglio l’assistenza“.
Non si può sostenere l’applicazione della norma senza prevedere assunzioni – conclude il sindacalista – a maggior ragione in una struttura come il San Camillo dove la carenza di personale infermieristico è superiore alle 200 unità per i reparti acuti come i Pronto Soccorso, le Rianimazioni e l’alta specializzazione“.


SANITÀ, LORENZIN: NUOVI ORARI OSPEDALI? NON SIANO MALATI A PAGARNE SPESE
Non devono assolutamente essere i malati a pagarne le spese, così come gli operatori sanitari devono essere messi in condizioni di lavorare secondo le normative“. A dirlo, rispondendo a chi le chiede quale sarà l’impatto sui malati dei nuovi orari degli ospedali, è il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, “Parliamo di una cosa che abbiamo recepito un anno fa – spiega il ministro – le regioni hanno avuto un anno per adeguarsi alla normativa europea ma mi risulta che ci sono ancora una serie di problematiche“. “Stiamo studiando nella legge di stabilità – conclude – per trovare le risorse e il meccanismo per fare in modo di garantire il servizio nel rispetto della legge“.


L. STABILITÀ. SANITÀ, BINETTI: SIA OCCASIONE PER FARE GIUSTIZIA
Stiamo prevedendo una procedura concorsuale straordinaria per l’assunzione di personale medico ed infermieristico con una quota dei posti riservati alla stabilizzazione del personale precario. E’ quanto ha affermato ieri il Ministro Lorenzin: una decisione coraggiosa, che risponde ad una esplicita sollecitazione delle direttive europee e che dovrebbe prendere forma concreta gia’ in questa legge di stabilità“. Lo afferma l’onorevole Paola Binetti di Area popolare-Ncd – Udc.
Ma sono bastate queste parole del ministro – aggiunge- per riaccendere un dibattito che si preannuncia tutt’altro che facile e scontato. Ad esempio, convertire certi contratti con le cooperative per infermieri in veri e propri contratti di assunzione direttamente per gli infermieri potrebbe essere una risposta efficace alle richieste dell’Europa e un atto di giustizia nei confronti di un personale altamente qualificato, che invece non solo e’ sottopagato, ma è anche sballottolato da una struttura all’altra, senza avere il tempo di radicarsi nei modelli organizzativi specifici delle varie aziende ospedaliere.” Binetti continua: “Questa legge di stabilità aumenta il numero dei contratti per i giovani specializzandi portandolo a 6,000: numero quasi raddoppiato rispetto ad un paio di anni fa, ma ancora insufficiente rispetto al necessario raccordo con il numero dei laureati In ogni caso un ulteriore problema scatta proprio al momento in cui i giovani specialisti, che hanno alle spalle non meno di 10 anni di studio tentano di collocarsi sul mercato della sanità e si scontrano con il blocco del turn over. Incomincia allora una nuova fase di ansia e di incertezza, di precarietà frustrante per loro e talvolta anche per le aziende ospedaliere che devono privarsi di giovani professionisti al top delle loro competenze e del loro entusiasmo professionale.” Conclude l’onorevole Binetti: “E’ in questo vivaio di giovani talenti, brillanti e ben formati, che il Ministro deve volgere la sua attenzione per assicurare continuità ad un percorso di formazione-lavoro e per non disperdere un capitale di energie umane ed intellettuali, essenziale per mantenere alto il profilo di cura nei nostri ospedali e nei rispettivi ambulatori, compresi quelli territoriali.

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