venerdì 17 Maggio 2024,

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Gazzettino del Lazio

scritto da Redazione
Gazzettino del Lazio

CAPEZZONE: MPS STA PER FALLIRE, MA GOVERNO SI OCCUPA DI ITALICUM

“Mps sta per fallire, ma il Governo e la
politica italiana si occupano di storytelling, referendum e
dibattito su Italicum. La casa brucia ma loro pensano alla
playstation…”. Lo dice Daniele Capezzone, deputato Conservatori
e Riformisti.

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Il Prof. Carlo Freccero, autore televisivo e membro del Consiglio di Amministrazione della RAI, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).

Sugli interventi di Renzi alla direzione PD di ieri. “Renzi è figlio degli anni ’90, quindi della tv commerciale –ha spiegato Freccero-. Per questo è così capace a comunicare. La comunicazione è molto importante per raggiungere consenso, ma non risolve i problemi. La gestione, la soluzione dei problemi è una cosa diversa. E’ molto abile sulla comunicazione. La realtà sbuca sempre da ogni parte, soprattutto quando la realtà contraddice il suo atteggiamento mentale positivo, un po’ da scout. Renzi all’inizio ha raggiunto più popolarità di Monti e Letta perché è riuscito ad interpretare la crisi non in chiave tragica, ma in chiave di opportunità, progresso. Oggi quelle promesse si rivelano per quello che sono, ovvero semplici illusioni. Con le sue Leopolde, Renzi è riuscito a farci credere che il ridimensionamento dei nostri stili di vita fosse un miglioramento. Però tutto ciò non è vero. Alla comunicazione deve seguire sempre un impatto con il realtà. Se la realtà piega la comunicazione il bluff appare. Berlusconi rappresentava l’emporio, il consumo, per lui era molto facile vincere. Renzi ha preso non più l’emporio, ma la giovinezza, l’energia. Però poi bisogna governare. A un certo punto bisogna includere anche le persone che non la pensano come te, invece lui prima della direzione di ieri ha rilasciato un’intervista al Financial Times dicendo che la minoranza non conta niente e lui se ne frega. Sbaglia la minoranza del Pd ad accettare lo scontro su questo terreno. Bisogna tornare ad essere un po’ novecenteschi su questo. Credo che ci vorrebbe un po’ di umiltà, il senso della misura che ad esempio ha dimostrato la Appendino a Torino, che si è messa subito lì a lavorare su dei dossier molto delicati. Il M5S in questo senso incarna il neorealismo. Oggi c’è la democrazia del pensiero unico in cui la scelta è limitata ai candidati che dovranno rappresentare quel pensiero unico”.

Sulla Rai. “Questa Rai dovrebbe essere servizio pubblico, soprattutto sull’informazione –ha affermato Freccero-. E’ proprio sull’informazione che si misura la validità o la fine del servizio pubblico. La Rai non deve limitarsi a seguire l’agenda del leader,ma deve dare voce anche a tutte le visioni contrapposte. La Rai ha l’obbligo del pluralismo, di avere un’informazione che inglobi anche la controinformazione della rete. La tv deve fare inchieste, indagini e reportage. Si è fatto il talk perché costa zero. La Rai invece, siccome ha più mezzi, deve praticare un’informazione di inchiesta”.

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CHARAMSA A RADIO CUSANO CAMPUS: “IN CHIESA PIU’ GAY CHE NEL RESTO DELLA SOCIETA’. PAPA FRANCESCO? COL SUO MESSAGGIO EVANGELICO DISTURBA, MOLTI NON VEDONO L’ORA CHE SI TOLGA DI MEZZO”

 Krzysztof Charamsa, il sacerdote che ha sconvolto il mondo ecclesiastico, è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.

Charamsa è tornato a parlare di Chiesa: “La Chiesa è una società permeata e piena di omofobia. Lavorando in Vaticano ho vissuto nel quartiere generale dell’omofobia, ho lavorato nella santa inquisizione, nel vecchio santo uffizio, è un’istituzione di paranoica omofobia, che viene inculcata nei fedeli cattolici, nella società cattolica. La Chiesa manda messaggi di disprezzo e di disgusto, inculca l’omofobia ai fedeli, lo schifo e il disprezzo verso gli omosessuali. La Chiesa annuncia amore ma dietro a questa facciata si promuove un linguaggio che non ci porta da nessuna buona parte. Chi dice ‘frocio anche troia’ e certe cose dalla Chiesa non sono state mai completamente condannate”.

Secondo Charamsa, comunque, nella Chiesa c’è anche qualcosa di buono: “Nella Chiesa ci sono persone fantastiche, noi cattolici siamo un popolo fantastico. Questo è importante da sottolineare. I cattolici sono un popolo fantastico, solo che come ogni società è molto facile manipolarli, deviarli da quel fantastico sentimento che Cristo ci ha comunicato. Io sono convinto che il messaggio di Cristo è la cosa più bella che potesse capitare all’umanità. Un amore in cui c’è posto per tutti. Quando chi governa la Chiesa inizia a usare la società cattolica, la gente che crede e si fida della Chiesa, a scopi politici, di potere, per eliminare gli omosessuali, a inculcare nella gente questo sentimento, purtroppo mostra un volto che è contrario a ciò che Cristo predicava”.

Secondo Charamsa la Chiesa odia anche le donne, oltre agli omosessuali: “Non è mai riuscita a cambiare la sua posizione sullo spazio che nella Chiesa spetta alle donne e questo è conseguenza di una società maschilista e patriarcale, che in realtà considera le donne alla stregua di esseri inferiori. Dietro una facciata di circostanza i fatti sono altri. Il celibato imposto come lo presenta oggi la Chiesa non è una cosa sana e non può essere una cosa sana. Il celibato può essere una scelta, come accade nella chiesa orientale. La Chiesa vede il celibato come una scelta di asessualità non del tutto sana. I preti che hanno relazioni con donne e uomini sono tantissimi, molti quando iniziano a toccare la bellezza della vita e dell’amore dopo una relazione amorosa diventano sacerdoti migliori. L’amore per Dio non esclude assolutamente l’amore per un’altra persona. Abbiamo le ragione scientifiche per porre alla Chiesa l’esigenza di cambiare le regole del celibato”.

Charamsa sulla presenza di omosessuali nel mondo ecclesiastico: “Sono tantissimi gli omosessuali nella Chiesa. Ma questo è un tabù, c’è omertà e silenzio attorno a questa realtà, che invece andrebbe studiata, anche a livello sociologico. Gli omosessuali nella Chiesa sono molti e sicuramente sono di più di quanti ce ne siano nella società civile. La maggior parte dei preti omosessuali sono fantastici preti e non devono essere privati del loro ministero, sarebbe un delitto da parte della Chiesa, frutto di una mentalità omofobica. Io non sono stato cacciato via perché avevo un compagno, ma perché ho detto che sono gay. Ogni sacerdote gay dovrebbe fare coming out e lo stesso dovrebbero fare tutti i sacerdoti eterosessuali che vivono felici relazioni d’amore con le proprie compagne”.

Charamsa su Papa Francesco: “Gli ho scritto ma non ho mai avuto risposta. L’unica cosa che la Chiesa ha fatto è infangare il mio nome e fare di tutto per screditarmi. E su questo la Chiesa è una macchina perfetta. Papa Francesco non può fare molto, è una persona che soprattutto vuole conoscere gli altri e ascoltare gli altri, ma è chiuso in un sistema che è un sistema di blocco, che gli dice di non essere riformabile. Qualcuno sarebbe contento se domani succedesse qualcosa a Papa Francesco? Non è un mistero che si aspetta che il pontificato termini. Non vedono l’ora, c’è un rifiuto del Papa che io direi per i cattolici è all’orlo di una disobbedienza che per noi è molto grave. C’è una fobia di Papa Francesco. Il suo messaggio evangelico disturba molti”.

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DI PIETRO: “SONO CON VIRGINIA RAGGI, SONO TUTTI COL FUCILE PUNTATO VERSO DI LEI, MA MEGLIO PENSARCI BENE E CONFRONTARSI CHE RISCHIARE DI METTERE UN RAZZI NELLA GIUNTA COMUNALE DI ROMA”, DICE L’EX MAGISTRATO A RADIO CUSANO CAMPUS 

Antonio Di Pietro è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.

Antonio Di Pietro ha commentato l’ultima inchiesta della Guardia di Finanza su politici e tangenti: “Non è successo niente, è sempre la stessa storia, niente di nuovo sotto il sole. Nell’inchiesta mani pulite che cosa si era scoperto, che c’era un gruppo di imprese che per ottenere appalti e commesse dava soldi a partiti e personaggi politici e dall’altra i personaggi politici che li ricevevano, ma in mezzo c’era sempre il solito faccendiere. Mi pare che non c’è niente di nuovo sotto al sole. In questo caso il GIp descrive il Pizza come faccendiere avido e insaziabile? In gergo tecnico è il do ut des della corruzione”.

Antonio Di Pietro, poi, ha commentato un’intercettazione di Marotta, in cui lo stesso dice: “Io se potevo rimanere lì al CSM me ne fottevo di venire a fare il deputato, lì il potere è immenso, lì il potere è pieno”. Di Pietro commenta così: “Non v’è dubbio che nelle telefonate private può capitare di fare delle affermazioni non vere o fuori luogo. Nel caso di specie mi preoccupa che questo sia stato membro del CSM e che di questo CSM gli viene in mente il potere, anche anomalo, che poteva esercitare lì dentro. Mi fa male da ex magistrato e da cittadino. Mi amareggia sapere che là dentro ci fosse una persona che questo pensava del CSM”.

Su Virginia Raggi: “Le eventuali difficoltà che starebbe incontrando a Roma nel formare la sua giunta non mi preoccupano, anzi mi sarei preoccupato del contrario. Stiamo parlando di Roma, stiamo parlando di una realtà politica che dalla sera alla mattina si trova in una responsabilità così grande e tutti le stanno addosso e non vedono l’ora che faccia una sbavatura. Raggi e il Movimento Cinque Stelle hanno la mia solidarietà. Stanno tutti col fucile puntato verso di lei e non vedono l’ora che faccia il primo sbaglio. Questa è arrivata da un settimana, che titolo hanno per parlare persone che hanno fatto disastri negli ultimi trent’anni? Il Sindaco di Roma deve ragionare con la sua testa ma deve anche ascoltare le persone che gli stanno attorno. Io non vedo alcuna lotta intestina al Movimento Cinque Stelle, è normale che in questo momento ognuno cerchi di dare il suo apporto. Pensate che io una volta per cercare di cambiare il ruolo del Parlamento, per dare al Parlamento una funzione di rappresentanza vera, sono andato a prendere un operaio straniero, e ho fatto una cannata della madonna. Non è straniero, è italianissimo, lavorava all’estero. L’idea era nobile, la soluzione è stata scellerata. Se mi fossi consultato un po’ di più forse avrei evitato questa scelta. Meglio metterci un po’ di più che rischiare di infilare un Razzi nella giunta. Le parole di De Luca? De Luca è uno che si sputtana da solo”.

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Vega Colonnese, deputata del Movimento 5 Stelle, è stata intervistata da Andrea Lupoli nel corso del format “Genetica oggi” su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it) sul mancato sblocco del turn-over negli ospedali.

“Non siamo in grado di avere del personale che possa seguire i turni –ha affermato Colonnese-, siamo costretti ad assistere ad una situazione drammatica con la chiusura di centri d’eccellenza, parliamo di ospedali che finora garantivano la salute dei cittadini. Adesso verranno chiusi e si prospetta la drammatica situazione di privatizzare la sanità. Questo è lo scenario che abbiamo un pò in tutta Italia soprattutto nelle regioni commissariate. C’è un fallimento totale che poteva essere gestito in maniera diversa”

Riguardo il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, l’On.Colonnese sottolinea: “Facciamo continue sollecitazioni per richieste di incontro con il Ministro che non parla molto perché secondo me non sa cosa dire, questa è la cosa drammatica. Se un Ministro crede di non essere abbastanza competente il governo dovrebbe prenderne atto”.

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RONDOLINO (UNITA’) A RADIO CUSANO CAMPUS: I GRILLINI STANNO DIVENTANDO GRANDI, LA POLITICA E’ ANCHE QUELLA ROBA LI’, PER FARLA BISOGNA ESSERE UN PO’ FIGLI DI… . A ROMA ORFINI DOVREBBE ANDARSENE E AL SUO POSTO VEDREI BENE GIACHETTI 

Fabrizio Rondolino, editorialista de L’Unità, è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.

Rondolino ha detto la sua sulla direzione nazionale del Partito Democratico di ieri: “Renzi in gran forma, soprattutto nella replica. Ha fatto una relazione da statista. No, scherzi a parte, ha fatto una relazione molto lunga, ragionata, come si fa nelle riunioni di partito, ma io che sono un incendiario ho apprezzato di più il finale, dove ha rivendicato i suoi meriti. Tutto nasce dall’infelice battuta di Gianni Cuperlo sul talent, che poi è una stupidaggine, perché il talent è l’unica forma di televisione meritocratica che esiste al mondo. Renzi si è giustamente scocciato di questa rappresentazione caricaturale”.

Rondolino ha parlato di quello che potrebbe accadere in caso di sconfitta del sì al referendum: “Mi pare ovvio che se le riforme vengono bocciate questo Parlamento finisce, la legislatura finisce, non ci sarebbe motivo di prolungarla. Non credo che il Pd potrebbe rendersi disponibile ad un altro governo. Alle eventuali elezioni che ci sarebbero il Pd dovrebbe avere un candidato premier e questo secondo me sarà Renzi. A parte che il referendum si vince, nelle malaugurata ipotesi in cui la riforma dovesse essere bocciata, credo che Renzi si dimetterebbe, si scioglierebbero le Camera, andremmo a votare, col Pd che dovrà farsi delle primarie per scegliersi il suo candidato premier. Penso che alcune centinaia di migliaia di italiani vorranno ancora affidare a Renzi la guida del Partito. Ieri Cuperlo, che è l’unico che ragiona, anche se è il più cattivo, ha detto che voterà un ticket, con un candidato segretario del partito e un candidato premier. Credo che il candidato premier sia Letta”.

Su Roma e su Virginia Raggi: “La frase di De Luca? Ovviamente non bisogna dirle e pensarle quelle cose, anche perché trattare i grillini come deficienti gli fa solo aumentare i voti. Ma quello lì è De Luca e secondo me De Luca ha licenza poetica. Su Raggi devo fare i complimenti ai giornalisti del Fatto, sono stati i più bravi a svelare alcune dinamiche interne al Movimento. Io la metterei su un altro piano, i grillini stanno diventando grandi, la politica è quella roba lì, la politica è anche lotte di potere, cordate, sangue e merda. Non sto dicendo che i politici siano delinquenti, sto dicendo che per fare politica bisogna essere delinquenti, nel senso buono, senza infrangere il codice penale. Bisogna essere un po’ figli di… . A Roma Orfini se ne dovrebbe andare da commissario. Per me chi perde si deve dimettere. In un mondo ideale il suo posto dovrebbe prenderlo Giachetti, fare il plenipotenziario del partito a Roma, lasciare la Camera e occuparsi della Capitale. Vedrei bene Giachetti commissario o segretario romano del Pd”.

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Matteo Richetti, deputato del Pd, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).

Sul Pd e Renzi. “Credo che Renzi abbia doti straordinarie –ha affermato Richetti-. Non deve pensare di affrontare questo periodo da solo, deve circondarsi delle migliori personalità che possono dargli una mano. Non deve avere paura di far crescere qualcosa che un domani lo metta nell’ombra. L’idea del cerchio magico ha rovinato tanti politici, da Bossi a Berlusconi, in parte anche Bersani. L’Italia ha ingranato un’altra marcia grazie a Renzi. Diverso è stato fatto in termini di partito. Ovviamente se uno fa il premier e lo fa bene, poi non ha una quotidianità per la sua comunità politica, che invece ne ha un bisogno che sanguina. Sui territori ci sono divisioni dilanianti, correnti varie. Lui non ha contribuito alle divisioni, che nel partito già c’erano, ma comunque non può ignorarle. Le polemiche su ‘Esci dal talent’, ‘No, io ci sono già uscito’ non servono. Il Pd deve recuperare la dimensione di comunità”.

Un articolo del Corriere della Sera indica in Richetti uno dei bersagli degli interventi di Renzi alla direzione di ieri. “Ci sono due problemi –ha spiegato Richetti-: il primo è che io non ho mai detto che Renzi ha perso il tocco magico, io l’ho definito il Messi della politica. Il secondo punto è che ho costruito anche io questo carro e su questo carro non ho bisogno né di scendere né di salire. Se Renzi avesse voluto dirmi qualcosa, me l’avrebbe detta in faccia, senza fare allusioni, perché è abituato ad un rapporto diretto”.

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Matteo Ricci, Vice Presidente dell’Assemblea Nazionale del Pd e sindaco di Pesaro, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).

Riguardo la direzione Pd di ieri. “C’è bisogno di un partito che faccia gioco di squadra –ha affermato Ricci-. Non si può andare avanti sperando che la partita la vincano gli altri per cambiare il capitano. Non possiamo vivere in un clima di congresso permanente, questo ci fa perdere voti. Noi abbiamo salvato la legislatura perché ci siamo presi l’impegno di fare le riforme, ci aspettiamo che tutti mettano in campo le proprie forze per il referendum di ottobre affinchè diventi un grande gol per il Paese”.

Referendum. “Non ci troviamo di fronte ad un voto di coscienza –ha spiegato Ricci-. Ci troviamo di fronte ad una riforma che il Parlamento ha votato per ben 4 volte e che la minoranza Pd ha contribuito a scrivere nella sua ultima versione. Una campagna per il No sarebbe incomprensibile da tutti i punti di vista. Questo diventerà un referendum anche sulla forza, la credibilità e l’autorevolezza dell’Italia per salvare l’Europa, visto quello che è accaduto con la Brexit. Penso che dobbiamo sforzarci di entrare nel merito della riforma. Tutti coloro che dicevano di diminuire i parlamentari perché costano troppo, tutti coloro che dicevano che il percorso legislativo in Italia è troppo farraginoso, tutti coloro che dicevano che bisogna ridurre il costo dei consiglieri regionali non possono non essere d’accordo con questa riforma. Se noi stiamo nel merito credo che le ragioni del Sì sono tantissime, anche perché una vittoria del No lascerebbe le cose come stanno. Gran parte della minoranza farà la campagna per il sì coerentemente, è chiaro che voglia evitare che si dia un taglio esclusivamente legato al futuro del leader. Che interesse deve avere un militante del Pd a sperare che il proprio leader perda? C’è un congresso per questo”.

L’uscita di De Luca su Raggi. “De Luca ci ha abituato ad un linguaggio colorito –ha affermato Ricci-. Da questo punto di vista non distingue fra uomini e donne, non è misogino. L’uscita di ieri sulla Raggi ovviamente è stata infelice”.

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Antonio Di Pietro è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus nel corso di ECG, il format condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio
 
Antonio Di Pietro prima di parlare di Virginia Raggi ha commentato l’ultima inchiesta della Guardia di Finanza su politici e tangenti: “Non è successo niente, è sempre la stessa storia, niente di nuovo sotto il sole. Nell’inchiesta mani pulite che cosa si era scoperto, che c’era un gruppo di imprese che per ottenere appalti e commesse dava soldi a partiti e personaggi politici e dall’altra i personaggi politici che li ricevevano, ma in mezzo c’era sempre il solito faccendiere. Mi pare che non c’è niente di nuovo sotto al sole. In questo caso il GIp descrive il Pizza come faccendiere avido e insaziabile? In gergo tecnico è il do ut des della corruzione”.
Antonio Di Pietro, poi,  pochi istanti prima di dire la sua su Virginia Raggi,ha commentato un’intercettazione di Marotta, in cui lo stesso dice: “Io se potevo rimanere lì al CSM me ne fottevo di venire a fare il deputato, lì il potere è immenso, lì il potere è pieno”. Di Pietro commenta così: “Non v’è dubbio che nelle telefonate private può capitare di fare delle affermazioni non vere o fuori luogo. Nel caso di specie mi preoccupa che questo sia stato membro del CSM e che di questo CSM gli viene in mente il potere, anche anomalo, che poteva esercitare lì dentro. Mi fa male da ex magistrato e da cittadino. Mi amareggia sapere che là dentro ci fosse una persona che questo pensava del CSM”.
Su Virginia Raggi, Antonio Di Pietro è categorico: “Le eventuali difficoltà che starebbe incontrando Virginia Raggi a Roma nel formare la sua giunta non mi preoccupano, anzi mi sarei preoccupato del contrario. Stiamo parlando di Roma, stiamo parlando di una realtà politica che dalla sera alla mattina si trova in una responsabilità così grande e tutti le stanno addosso e non vedono l’ora che faccia una sbavatura. Virginia Raggi e il Movimento Cinque Stelle hanno la mia solidarietà. Stanno tutti col fucile puntato verso di lei e non vedono l’ora che faccia il primo sbaglio. Virginia Raggi è arrivata da un settimana, che titolo hanno per parlare persone che hanno fatto disastri negli ultimi trent’anni? Virginia Raggi deve ragionare con la sua testa ma deve anche ascoltare le persone che gli stanno attorno. Io non vedo alcuna lotta intestina al Movimento Cinque Stelle, è normale che in questo momento ognuno cerchi di dare il suo apporto. Pensate – racconta Antonio Di Pietro mentre parla di Virginia Raggi – che io una volta per cercare di cambiare il ruolo del Parlamento, per dare al Parlamento una funzione di rappresentanza vera, sono andato a prendere un operaio straniero, e ho fatto una cannata della madonna. Non è straniero, è italianissimo, lavorava all’estero. L’idea era nobile, la soluzione è stata scellerata. Se mi fossi consultato un po’ di più forse avrei evitato questa scelta. Meglio metterci un po’ di più che rischiare di infilare un Razzi nella giunta. Le parole di De Luca? De Luca è uno che si sputtana da solo”.
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