Sulla questione cava nessun dietrofront dell’Amministrazione comunale di Cori. Il Sindaco Tommaso Conti smentisce categoricamente la rinuncia al ricorso presentato al Tar di Latina contro la determina con la quale la Regione Lazio – Dipartimento Programmazione Economica Sociale – ha concesso alla società Cave Lepini S.p.a. l’autorizzazione all’apertura di una nuova cava estrattiva di materiale calcareo sul territorio comunale, in prossimità del Monte Maiurro. Non solo la causa prosegue, ma è andata per la decisione di merito e con l’insediamento della nuova Giunta regionale di centrosinistra si chiederà alla Pisana l’annullamento dell’autorizzazione. Restano ferme le motivazioni alla base della netta contrarietà.
NO perché l’intera vicenda è caratterizzata da gravi irregolarità di carattere procedurale a cominciare dalla decadenza del parere sul vincolo idrogeologico gravante sulla zona interessata, in prossimità di un fosso e dunque a forte pendenza. Non solo la Regione aveva ignorato la sussistenza di questo vincolo, ma i termini precedentemente sanciti per l’avvio dei lavori, a pena di decadenza, sono scaduti, motivo per il quale sarebbe comunque necessaria una nuova istanza.
NO perché non vi sono ricadute economiche e la Regione ha arbitrariamente scavalcato il Comune quale unico ente competente al rilascio dell’autorizzazione per l’apertura di una nuova cava sul proprio territorio, avviando l’iter amministrativo senza tenere minimamente conto della volontà dell’Amministrazione, sostenuta da una parte dell’opposizione in Consiglio comunale e da un Comitato civico. Tutto ciò sulla base di un inesistente «preminente interesse socio – economico sovracomunale» che non è stato mai esplicitato in nessuno degli atti relativi al procedimento e rappresenta un’ipotesi talmente eccezionale che infatti non è suffragata dalla realtà: il calo della domanda non rende necessario alcun aumento dell’offerta, ergo un’altra cava non serve.
NO perché l’unico interesse che emerge chiaramente dai verbali è quello legittimo, ma del tutto particolare, della società Cave Lepini S.p.a. a garantirsi in questo modo una sua riserva di materia prima per prefabbricati a basso costo, sulla base di una propria ed approssimativa ricerca di mercato.
NO perché la nuova cava finirebbe per aggravare lo stato di degrado, peggiorando le condizioni di transito e di usura del manto stradale di una parte del paese in cui opera già un’analoga attività estrattiva. Essa comporta un rilevante impatto sulla conformazione territoriale visibile a kilometri di distanza. È già fonte di inquinamento acustico e da polveri sottili. L’area individuata è riconosciuta come territorio di pregio naturalistico ed ambientale, motivo in più per non gravarlo di questo ulteriore peso paesistico. La zona poi, crocevia tra i centri abitati di Cori monte e Giulianello, si trova a ridosso di via San Nicola che immette sulla SP Velletri Anzio I, entrambe già sottoposte ad intenso traffico di macchine pesanti che entrano ed escono dalla vicina cava.
NO perché l’apertura della nuova cava senza sostanziale soluzione di continuità con la vicina cava già esistente comporterebbe un esito fatale per lo sviluppo futuro del territorio che presenta una naturale vocazione turistica e agro–silvo-pastorale che invece bisogna promuovere e salvaguardare.