lunedì 06 Maggio 2024,

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Storace: venerdì direzione nazionale, riflessioni sul congresso FDI

scritto da Redazione
Storace: venerdì direzione nazionale, riflessioni sul congresso FDI

Ho conosciuto e amato un leader assolutamente garbato nei modi, e si chiamava Giorgio Almirante. Poi, ne venne un altro, che pure in pubblico lo appariva, ed era Gianfranco Fini. Possibile che la tradizione di una destra mite negli atteggiamenti seppure durissima nell’intransigenza delle idee, debba restare un ricordo del passato?” Lo scrive stamane il Segretario Nazionale de La Destra, Francesco Storace, sul sito del partito e sull’editoriale de Il Giornale d’Italia. “E’ davvero un peccato ascoltare Giorgia Meloni rispondere in televisione a Bruno Vespa che le chiede dove vanno senza di noi, che lei sta “costruendo la destra italiana, se vogliono venire…“. No, non è questo il modo, soprattutto quando nei sondaggi si veleggia tra l’1 e il 2,9 per cento. Qui non ci sono straccioni, ma un popolo che pur nelle sue dimensioni ha issato con dignità una bandiera e nessuno si può permettere di sfotterlo. Confesso una cosa che nessuno sa. Quando ho convocato per venerdi prossimo la direzione nazionale del partito, l’ho fatto sperando che subito dopo avrei dovuto disdirla, confidando che servisse a scuotere, a far prendere un’iniziativa di dialogo, che una voce dicesse “aspetta il nostro congresso”. No, “se volete venire…”…. Anzi, nemmeno questo. Perché a tutt’oggi non è arrivato neppure uno straccio di invito per sabato e domenica: dunque non è vero neppure l’intendimento poco entusiasmante contenuto in quel “…se vogliono venire“. Altri tempi rispetto a quando persino il PDS invitò Berlusconi al congresso …. Il cavaliere lo invitammo anche noi nel 2007, alla nostra Costituente, e venne nonostante gli strattoni a non farsi vedere di Fini, La Russa, Alemanno. Ricordo bene, ricordo tutto e tutti. Con noi si preferisce discutere al bar. “Muovetevi!, spicciatevi!”. Abbiamo atteso le loro “primarie“. Dimenticando volutamente i comportamenti simili avvenuti in precedenza, penso a quanto accaduto all’assemblea della fondazione An e prima ancora alla loro bella festa, Atreju. Eppure a Orvieto invitai personalmente Giorgia Meloni, al comitato centrale che sanciva la chiusura dell’esperienza elettorale de La Destra e l’avvio della fase finalizzata a costruire una grande destra con tutti…. Persino il più paziente di noi, Nello Musumeci, si sta stancando e mi ha inviato il documento del partito siciliano che a maggioranza ha optato per una scelta di dialogo e prospettiva verso Forza Italia. Ne parleremo venerdì Eppure ci avevamo creduto in questa giovane donna. Purtroppo la Meloni si è fatta avvolgere dal risentimento dei vecchi colonnelli – da Alemanno a La Russa – che in noi vedono la loro cattiva coscienza: mentre La Destra lottava, essi se ne stavano col Pdl nella bambagia del potere. Con i loro colleghi votavano e difendevano Berlusconi su Ruby ma ne parlavano male in privato (esattamente come facevano pure con Fini). Ora, magari, pretenderebbero anche di darci lezioncine di etica e di morale. La realtà è che il problema non è solo un simbolo ma un atteggiamento di ostilità aperta, che è davvero immotivata. Noi abbiamo le mani pulite, cara Giorgia. Occhio a quelli che ti girano attorno. Auguri e poi fateci sapere che cosa decidete al congresso, che avremmo potuto svolgere insieme se solo avesse accettato di discuterne con noi, come si dovrebbe fare con il tratto di una politica che si rispetti. Non avete avuto il nostro stesso garbo quando abbiamo votato alle vostre primarie. Pazienza. Fate buon lavoro. Tanto, se passa l’Italicum ci ritroviamo altrove. Senza rancore”.

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