venerdì 17 Maggio 2024,

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Scajola e la casa a “mia insaputa”, “era la verità”

scritto da Redazione
Scajola e la casa a “mia insaputa”, “era la verità”

Ora, forte di una sentenza, Claudio Scajola può dire di diritto che sulla casa al Colosseo “ho sempre detto la verità“. E anche quell'”a mia insaputa” (riferito all’acquisto della splendida magione con vista sull’Anfiteatro Flavio costatagli un’inchiesta e il posto da ministro) che tanto lo ha perseguitato ora suona come una verità.
Claudio Scajola oggi parla di “tre anni e 9 mesi disofferenza, di un tempo che nessuno mi restituirà più“. Tanto  durata l’inchiesta che lo costrinse a dimettersi da ministro dello Sviluppo economico travolto dallo scandalo della compravendita di un appartamento a due passi dal Colosseo, stabile chic e con vista mozzafiato, inquilini vip come Lory Del Santo. “Sono stato ricoperto di fango per tre anni e mezzo – lo sfogo su SkyTg24 -. E’ stato un processo mediatico“.
La prima telefonata che lo raggiunge oggi, ormai da ex imputato, è proprio quella di Silvio Berlusconi, al quale giura eterna fiducia: “Sono nato politicamente con lui e finirò la vita politica con lui“, dice annunciando un possibile ritorno in politica, “ma solo con l’assoluzione degli elettori“. “Complimenti Claudio – dice Berlusconi al telefono a Scajola – mi fa piacere che ti abbiano assolto, ora andiamo avanti“. L’ex esponente del Pdl risponde non nascondendo l’emozione. “Silvio ho sempre detto la verità – dice – Questo processo non doveva neanche cominciare perché era tutto prescritto: la decisione del giudice di assolvermi assume ancora maggiore valore“. Scajola lascia il tribunale dove è stato appena assolto e racconta di questi mesi da imputato, di questi anni in cui la frase “a mia insaputa” lo ha inseguito ovunque. “Mi ha fatto male e riempito di amarezza non essere creduto – afferma – Ho sofferto nel dover leggere sui giornali cose che non erano vere“. La decisione, quindi, di dimettersi da capo del dicastero dello Sviluppo economico. “Ho deciso di fermarmi – prosegue -, ho deciso di rimettere il mio mandato da ministro quando ho capito che le mie spiegazioni non venivano prese in considerazione. Mi rendevo conto che era difficile potermi credere e quando ho visto che mi attaccavano da tutte le parti me ne sono andato“. Una vicenda giudiziaria che lo ha segnato ma, oggi, il primo pensiero, va alla famiglia. “Adesso devo pensare a loro – dice -. La politica? Adesso non ci penso ma spero che questa sentenza possa restituirmi la mia credibilità politica“. Insomma ora è tempo di incassare la vittoria poi si parlerà di ritorno alla politica e forse anche di un risarcimento. La casa “dello scandalo” è già stata liquidata, ma Scajola, che la lasciò subito dopo la bufera, spera di “liberarsene presto“. “Ho già stipulato il compromesso – dice – e mi auguro che possa fare a breve il rogito. Non ci voglio più mettere piede, non ne voglio più sentir parlare“.

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