lunedì 06 Maggio 2024,

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Lazio Innova, parte iter commissioni su piano industriale

scritto da Redazione
Lazio Innova, parte iter commissioni su piano industriale

È iniziato questo mattina l’iter dei lavori delle
commissioni regionali Bilancio (quarta) e Sviluppo Economico (ottava) – per
l’occasione riunite in seduta congiunta – sulla proposta di deliberazione
consiliare riguardante l’approvazione delle linee guida per il Piano
industriale 2017-2019 di Lazio Innova Spa e per le modifiche dello statuto
della stessa società. La delibera è stata adottata dalla giunta regionale
con decisione del 29 novembre 2016. A presentare il provvedimento alle
commissioni riunite in seduta comune l’assessore regionale allo Sviluppo
Economico, Guido Fabiani, e il direttore generale di Lazio Innova, Andrea
Ciampalini. Fabiani ha illustrato i quattro obiettivi strategici da
perseguire nel triennio: “Il primo riguarda l’implementazione e
l’integrazione delle attività e il rapporto col territorio, obiettivo che si
traduce in una serie di interventi. Il secondo obiettivo è migliorare
l’efficienza nella gestione delle misure agevolative e attraverso questa via
ampliare il numero dei programmi affidati. Terzo obiettivo è esplorare la
possibilità di superare il ruolo di agenzia pura, con l’iscrizione all’albo
degli intermediari finanziari, valorizzando anche il patrimonio della
società. Quarto punto è quello di completare il processo di investimenti
già avviati sul personale e sulla digitalizzazione delle procedure”. Fabiani
si è poi soffermato sugli obiettivi relativi alla modifica dello statuto,
elencando: “L’aggiornamento dell’oggetto sociale, l’adeguazione alla
normativa vigente nel settore del credito e la relazione sul governo
societario”. È invece Ciampalini a spiegare punto per punto il documento
“diviso in sei capitoli”.
“La prima parte – ha spiegato – racchiude la sintesi dei risultati del
processo di riordino. L’elemento più qualificante sono i risultati oggettivi
nel processo di riordino per un totale di risparmi generati da circa 7
milioni di euro su base annua. La seconda parte è dedicata al modello di
business di Lazio Innova. Il quadro complessivo delle cose che fa è
articolabile in tre grandi blocchi: servizi di assistenza, servizi finanziari
e servizi reali, oltre alle attività di staff”. Ciampalini ha proseguito
soffermandosi sulla terza parte “dedicata allo scenario in cui Lazio Innova
si muove”: “Una parte fondamentale nasce anche da una serie di valutazioni
fatte all’interno dell’azienda per capire i rischi sia interni che esterni a
cui può essere soggetta nel prossimo triennio la società. Tra i rischi
esterni figurano il cambiamento della normativa sulla gestione dei fondi Ue,
l’interlocuzione multicliente con la regione, la concorrenza con altri
soggetti con analoghe funzioni. Tra i rischi interni risultano forti vincoli
sulla disciplina in house, il gap da colmare sulla digitalizzazione delle
procedure, una minore capacità da parte di Lazio Innova causata dalla
lentezza nel trasformare i risultati raggiunti finora in nuovi input di cose
da fare. Da questo derivano i quattro obiettivi strategici con due ulteriori
elementi che riguardano i vincoli e alcuni punti di forza”. Ciampalini ha
definito l’azienda “molto capace di svolgere attività ordinaria e anche
straordinaria”, ricordando che “non ha debiti finanziari, ma può avere solo
qualche debito commerciale. Con un patrimonio disponibile di circa 50 milioni
di euro”. Sottolineando la “rinnovata esigenza di rapporto con il territorio
e di un nuovo rapporto con gli enti locali”, il direttore generale di Lazio
Innova ha ricordato anche la possibilità di “avere servizi aggiuntivi dal
mercato” grazie al 20% di quota di bilancio ricavabile dal mercato previsto
dalle nuove normative, con conseguenti “ricavi possibili”.
Il quinto punto illustrato da Ciampalini riguarda i fondi: “Il fondo
principale scende nel 2017 a 33 milioni e nel 2018 a 32. Le risorse stanziate
dalla regione si sono ridotte di circa sette milioni di euro l’anno.
Ci sono poi dei vincoli che chiedono all’azienda di conseguire ulteriori
risparmi”. L’ultimo capitolo è quello riguardante le modifiche statutarie,
così spiegate da Ciampalini: “Ogni volta che si chiudeva una fusione la
società era obbligata a modificare l’oggetto sociale per inserire l’oggetto
sociale della vecchia società nella nuova. Le modifiche dello statuto si
riferiscono agli obblighi introdotti dal decreto Madia, in particolare
l’introduzione del 20% di ricavi dal mercato e alcune prescrizioni sulla
nomina degli organi amministrativi”. Al termine della presentazione del
documento le opposizioni hanno chiesto la presenza in commissione del
presidente di Lazio Innova, Stefano Fantacone. In particolare, Giancarlo
Righini (FdI), Pietro Sbardella (gruppo Misto) e Valentina Corrado (M5s)
hanno chiesto che Fantacone possa essere audito nelle successive sedute di
commissione.  Richiesta accolta da Fabiani: “Sottolineo che la figura del
presidente e l’azione svolta da Fantacone è dal mio punto di vista
pienamente positiva e apprezzabile, abbiamo tanta fiducia in lui. Ciampalini
è qui in quanto ha tutte le deleghe operative. Entrambi, insieme al
personale, hanno fatto un ottimo lavoro in un momento difficile. Ma
ovviamente chiederemo la presenza di Fantacone, così come avete giustamente
sottolineato”. Fabiani ha inoltre annunciato che “è arrivato alle nostre
direzioni il piano 2017, una cosa mai successo prima. In pochissime settimane
sarà portato qui il piano 2017 di Lazio Innova. Abbiamo avviato un percorso
di abbreviazione di questi termini”.
Righini è poi tornato sul testo del documento, contestando “in toto il
contenuto della proposta”: “Io non rinvengo da nessuna parte la specifica dei
costi. Io voglio conoscere le cifre. La proposta va restituita all’assessore
e all’amministrazione così che ce la correlerà dei costi complessivi,
questione che è stata la prima preoccupazione del consiglio regionale”. Per
quanto riguarda l’iter dei lavori sulla proposta di deliberazione consiliare
relativa al piano industriale di Lazio Innova, i presidenti della quarta e
dell’ottava commissione, Simone Lupi e Daniele Fichera, chiederanno la
possibilità di proseguire la discussione separando le sedute delle due
commissioni nonostante l’assegnazione congiunta prevista.

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