lunedì 29 Aprile 2024,

Cronaca

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Latina. Valore Donna, 8 Marzo: appuntamento con arte e letteratura al Circolo don Luigi Sturzo

scritto da Redazione
Latina. Valore Donna, 8 Marzo: appuntamento con arte e letteratura al Circolo don Luigi Sturzo

Sarà una giornata densa di appuntamenti, quella dell’8 Marzo, per Valore Donna – associazione di promozione sociale di Latina, presieduta da Valentina Pappacena. “Vogliamo porre l’accento sull’importanza del significato originario della ricorrenza di questa giornata – afferma Pappacena – che non deve essere considerata come un momento di svago al femminile, ma come il ricordo di un sopruso e di un atto di vera e propria violenza inaudita contro le donne finita nel peggiore dei modi. Deve essere un momento di riflessione e di lotta continua contro la violenza di genere”.
La giornata di Valore Donna inizierà a Piazza del Popolo a Latina, alle 10:00, con l’apertura di un banchetto dove ci saranno volontari che spiegheranno le attività dell’associazione e venderanno torte per tutto il giorno in forma di autofinanziamento.
La serata di Valore Donna sarà carica di significato: l’appuntamento per tutti è fissato alle 19:00 al Circolo don Luigi Sturzo (via don Luigi Sturzo,18 – Latina), dove si terrà un approfondimento della tematica attraverso un dibattito che vedrà l’intervento di diverse relatrici, tra cui anche la presidente Valentina Pappacena.
La serata sarà introdotta da Maria Lorenza Piras, dirigente sindacale del Cub (Confederazione Unitaria di Base) di Latina, associazione con la quale Valore Donna ha stretto di recente una collaborazione vòlta ad agevolare i propri iscritti e le famiglie bisognose di Latina per le dichiarazioni fiscali e per la definizione dell’Isee attraverso il servizio Caf.
Si inizierà con un dibattito sulla ricorrenza della Giornata internazionale della donna e si proseguirà con la presentazione del libro “Una tranquilla violenta domestica domenica” di Flora Tumminello, che sarà presente all’evento. L’autrice del libro, laureata in Lettere Moderne e giornalista pubblicista a Lodi, affronta in quello che è il suo primo romanzo, il tema della violenza domestica. Lo fa con una tecnica speciale ed originale: un flusso di coscienza ininterrotto, dal quale si possono leggere tutto il disagio ed i pensieri più intimi della protagonista, vittima del marito. Con questa opera di prevenzione e di allerta, l’autrice vuole far emergere un messaggio importante: “c’è un tempo per salvarsi dall’uomo sbagliato” e svela, uno ad uno, tutti i segnali di pericolo, premonitori di un femminicidio.
L’evento di Valore Donna godrà della cornice artistica curata da Fabio D’Achille e da Mad (Museo d’Arte Diffusa), che propone un’esposizione di arte contemporanea tutta al femminile, nell’ambito del progetto “L’arte e la Donna”, presso la stessa sede del centro sociale don Luigi Sturzo. Il vernissage è previsto per le 19:00, ma la mostra sarà visitabile sin dalla mattina dell’8marzo, per tutto il corso della giornata, e fino alla fine del mese. Espongono le artiste Simonetta Massironi e Maria Antonietta Scarpari, con installazioni open air. Massironi metterà in mostra “I fiori del mare”, creazioni di ceramica realizzate con la tecnica raku e quadri con una cornice in ferro battuto, esposti già nella rassegna di “OdisSea Contemporanea” 2014. Scarpari esporrà invece le sue opere di digital painting e di photo–collage, con un preciso riferimento al mondo femminile affascinante, ma allo stesso tempo imprigionato nelle dinamiche dell’economia e del materialismo contemporanei.

Simonetta Massironi

“Fare ceramica” rappresenta un aspetto fondamentale della mia vita, è l’espressione concreta di una parte di me: poco di quel che esiste nell’ immaginario riesce a diventare visibile agli occhi, consapevole di quanto il nostro tempo, i nostri spazi, impongano dei limiti che spesso sovrastano l’immensità dei liberi pensieri.
Ciò nonostante, già quel poco che si materializza tra le mie mani rappresenta molto, racchiudendo il privilegio, da me così vissuto, di essere donna, madre, creatura e contemporaneamente creatrice del quotidiano espresso nelle”cose”.
La scelta della tecnica Raku nasce da un’esigenza precisa di autenticità, che rifugge dai formalismi estetici e manifesta la bellezza nella spontaneità, nella semplicità e nel rispetto dell’indole della materia. Perché la “vita” è in ogni cosa, anche apparentemente inanimata.
Esporrà un’installazione chiamata “I fiori del mare”, composta da fiori e quadri realizzati con tecnica raku e cornice in ferro battuto, realizzzata appositamente per OdisSea Contemporanea 2014.

I fiori del mare
“Giuramenti, profumi, baci senza fine rinasceranno da un abisso interdetto alle nostre sonde così come risalgono al cielo i soli, rinvigoriti, dopo essersi lavati nel profondo dei mari. O giuramenti, profumi, baci senza fine!” (Charles Baudelaire – “I fiori del male”)
Una frase tratta da “I fiori del male” di Charles Baudelaire è emblematica della ricchezza di contenuti della poetica di Simonetta Massironi, della nutrita profondità di riflessioni che le sue opere ci suggeriscono, dei numerosi interrogativi aperti dalla sua ricerca, in cui è impossibile distinguere, dividere, separare arte e artigianato. La materia con le sue qualità intrinseche si impone con forte presenza ed energica esistenza, ed è questa ad instaurare un rapporto intimo con Simonetta, non il contrario: è cioè il materiale stesso che istintivamente suggerisce all’artista/artigiana in che modo intervenire su di lui, su questa creatura, come estrapolarne forma e colore già insite in esso. Forse un po’ come potrebbe (o dovrebbe?) fare una madre, consapevole che il figlio non è un essere che gli appartiene, ma un individuo a sé stante, da aiutare ad esprimere ciò che gli è più consono.
In tale caratteristica scorgiamo un rispetto nei confronti del mondo sensibile, un approccio quasi umile verso la materia, in cui l’ego passa in secondo piano; un approccio grazie al quale Simonetta riesce a manifestare una grande forza comunicativa, la necessità di recuperare il rapporto tra l’uno e il tutto, tra l’uomo e l’universo, la natura, l’esigenza di ristabilire una congiunzione tra bellezza e quotidianità, ovvero tra arte e società, per rendere possibile un arricchimento interiore che comporti uno scambio, in risposta, se non addirittura denuncia, all’attuale pericolo di inaridimento umano. Inconcepibile non pensare alla lungimiranza di William Morris, non per le componenti politiche che animavano il suo intento, quanto piuttosto per l’adesione al pensiero dei suoi maestri preraffaelliti, i quali vedevano nelle botteghe di un Verrocchio, di un Botticelli o dei Pollaiolo –cioè negli artisti precedenti ai “grandi” del Rinascimento, Raffaello e Michelangelo in primis, considerati artificiosi e totalmente concentrati sulla componente estetica- un rispetto profondo per l’artigianato e il territorio, un legame inscindibile tra arte e artigianato che permetteva una fruizione della bellezza alla portata di tutti, che faceva parte del vivere quotidiano e conservava una forte connotazione sociale.
I quadri in ceramica di Simonetta presentano una cornice in ferro battuto, forte, possente, ma che non appesantisce la composizione, anzi, le dona respiro, non la chiude, grazie al valore dello spazio, alla giusta distanza tra rappresentazione e cornice, spazio e distanza che conferiscono vita propria al quadro, nel senso che non lo circoscrivono in qualcosa di definito, ma consentono libertà di interpretazione al fruitore, pongono l’accento sull’individuo e sull’importanza delle sue scelte, sulle ripercussioni che i suoi pensieri, azioni, vibrazioni ed energie hanno sull’esterno, nonché sulla capacità di accogliere come uno stimolo tutto ciò che ci accade e di viverlo, di affrontarlo. Eppure, allo stesso tempo, questa componente che implica consapevolezza e razionalità, convive con un mondo istintivo in grado di condurci sulla strada a noi più congeniale, a patto di saper cogliere ed ascoltare i segnali di vario tipo che incontriamo lungo la via.
La cornice dei quadri, pur in tutta la sua matericità, permette di entrare delicatamente nello scenario interno, in cui campeggiano la luna, pianeti, costellazioni, che trasmettono una sensazione di quiete, pace, respiro, armonia tra mondo interiore ed esteriore. Si viene così a creare un equilibrio tra materia e spirito, e, perché no, tra femminile e maschile, equilibrio che è a fondamento della vita.
Arte e artigianato, o –in termini platonici- trascendente ed immanente, si ricongiungono in una composizione irreale di fiori che possono essere fruibili da chiunque in base alla propria individualità, ognuno può renderli propri e donare loro, in relazione a ciò che sente, una nuova vita, un valore differente. C’è in questo una generosità, un’apertura verso l’altro, una volontà di scambio, di dialogo, di regalare emozioni e bellezza, che rivelano, da parte di Simonetta, un desiderio di arricchire il fruitore e, per tornare a Baudelaire, di comunicare che è possibile risalire dagli abissi dopo essersi purificati nel mare, processo sempre in divenire, esemplare della crescita continua che comporta la vita. Ed ecco che da “I fiori del male” si passa a “I fiori del mare”.

Laura Cianfarani

Maria Antonietta Scarpari
Nata a Foligno, vive ad Ancona. Si occupa prevalentemente di digital painting e di photo – collage. Con quest’ultimo linguaggio espressivo ha realizzato una serie di opere facenti parti del ciclo “Il mio viaggio dappertuttto”, dove si scorge l’artista bambina inserita in contesti rilevanti della storia, ribadendo così l’importanza della memoria collettiva (insieme a Freddy Mercuri, a Lenin, ai cassetti di Salvador Dalì).
Per Mad Donna 2015 esporrà dei lavori di digital painting che hanno fanno parte della mostra al LU.C.C.A Museo di Arte Contemporanea 2014 intitolata ” The colour of money ” . Le opere consistono in due banconote da un dollaro su cui l’artista ha disegnato due donne. Inoltre esporrà una terza opera sempre con questo tema, fatto di carta ritagliata con piccoli dollari a pioggia disegnati a mano. Con questo lavoro, intitolato “Money, money, money” l’artista vuole mettere a confronto il mondo della materia, del denaro, con quello femminile, fatto di apaprente fragilità, ma in realtà di grande forza che sa prescindere dal denaro e preservare il senso della vita.
“Il denaro come specchio dell’anima? i soldi come unico strumento di conoscenza e autoconoscenza ? Le banconote come mezzo per assicurarsi l’indulgenza per ogni cosa non positiva che abbia fatto parte della nostra esistenza ? Il potere economico come autostrada per avvicinarsi all’apogeo della spiritualità?
In una società sempre più globale globalizzata nella quale l’identità personale sembra una malattia da nascondere per poter essere accettati dalla società contemèporanea , Maria Antonietta Scarpari ci presenta personaggi femminili schiavi del dio -denaro , succubi del suo fascino , imbrigliati dall’economia 2.0 e perduti dietro un libero arbitrio legato al dover apparire per esserci ed esistere.
La Scarpari, sembra incredula di fronte ad un mondo che giudica la persona dal proprio potere d’acquisto.
Ne scaturiscono disegni che inneggiano alla libertà perduta che difficilmente ritroveremo in quanto non esiste una precisa volontà di farlo.
Catapultato in una prigione ovattata senza finestre che impedisce di vedere nel modo appropriato la realtà, l’individuo si crea una propria verità che lo appiattisce verso il basso.
La Scarpari sembra invitarci a ritrovare i valori primitivi dell’esistenza , regredire a una sensorialità primordiale per vedere il mondo con occhi nuovi.
Che colore hanno i soldi ? E se fossero bianchi come un rotolo di carta ancora da scrivere o come la luce della nostra anima ?”

Maurizio Vanni
critico e direttore del Museo LU.C.C.A

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