martedì 16 Aprile 2024,

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Fondi – Sanità. Antonetti: “Basta con il gioco delle parti politiche/basta con le lettere a Pinocchio”

scritto da Redazione
Fondi – Sanità. Antonetti: “Basta con il gioco delle parti politiche/basta con le lettere a Pinocchio”

E’ ora di dire basta alla fallimentare gestione manageriale della Sanità pubblica. Il grido d’allarme assume oggi tutta la sua effettività al cospetto di uno scenario che vede l’Ospedale “S. Giovanni di Dio” al centro di un processo di irreversibile depotenziamento.
Non ci voleva certo una “maga” per predigere il declassamento del “S. Giovanni di Dio”, sancito anche nel piano strategico 2014-2016 e nell’atto aziendale, approvati dalla conferenza dei sindaci e dagli organi regionali.
L’ospedale di Fondi, privato dei servizi essenziali di emergenza, viene irrimediabilmente relegato ad una funzione impossibilitata a soddisfare il diritto alla salute ai cittadini di Fondi e dell’intero comprensorio.Le notizie di questi giorni riguardo ad ulteriori trasferimenti dal reparto di Chirurgia e al rischio di chiusura di Endoscopia, descrivono e misurano il gravissimo stato del nosocomio. Peraltro, l’attività ospedaliera di servizio è ridotta solo alla fascia oraria che va dalle ore 8.00 alle ore 14.00! Il Pronto soccorso “scoppia” e le liste d’attesa continuano a rimandare di mesi ed anni le analisi diagnostiche prescritte. Tutto ciò mentre il sindaco De Meo si astiene sull’atto aziendale e da mesi e mesi continua a scrivere inutili lettere, invece di mettersi la fascia e far sentire dirompente il peso di un organo politico-istituzionale a tutela della salute dei propri cittadini.
Lo strumentale gioco delle parti politiche ed istituzionali si manifesta inequivoco allorché al cospetto di iniziative pubbliche dei comitati pro-ospedale di Fondi e Terracina, della fondazione “S. Giovanni di Dio” e di altre associazioni locali, si registra la grave assenza di una comune “unità d’intenti e di azione” volta a ridisegnare le funzioni dei due nosocomi cittadini a difesa del presidio centro, tra i due massimi organi di governo e di indirizzo politico, cioè dei sindaci di Fondi e Terracina.
Scorrendo gli eventi a partire dai primi anni 2000, ci si accorge che emerge uno scoperto e cinico gioco delle parti politiche e istituzionali che hanno governato in maniera disastrosa le scelte sanitarie nella regione Lazio, a danno della salute dei cittadini e con oneri insopportabili per le fasce più disagiate. Le amministrazioni locali sono rimaste del tutto inerti, se non complici, di fronte ai governi regionali della stessa parte politica, per alzare strumentalmente il tiro delle accuse quando governava la parte politica avversa.
I direttori generali che si sono succeduti nell’Asl di Latina, nominati dai diversi “governatori” di destra e di sinistra, nei loro rispettivi atti aziendali, hanno relegato l’Ospedale di Fondi ad una mera attività di elezione (ricovero programmato), di lungodegenza, del tutto privato di ogni attività sanitaria di emergenza.
Il fallimento della gestione manageriale si registra sia sul versante di una “irrazionale” riorganizzazione incapace di dare risposte soddisfacenti in termini di assistenza, sia sul versante finanziario, che si traduce in ulteriore dispendio di risorse pubbliche e aggravio dei debiti a carico della collettività.
Occorre capovolgere l’indirizzo finora seguito che considera i servizi sanitari, gli operatori e i cittadini/utenti soggetti passivi di scelte tecnicistiche: il potere tecnocratico dei manager, degli amministratori Asl viene esercitato al solo scopo di far quadrare il bilancio. Ma anche tale obiettivo risulta vanificato.

Proposta alternativa di politica sanitaria
La sanità pubblica non può essere governata negando le sue diversità, la sua complessità. il malato deve essere messo al centro del sistema salute e non può essere ridotto ad un fattore economicistico di convenienza contabile.
Ciò esige innanzitutto sciogliere il nodo controverso del rapporto bisogni/risorse e superare tale modello tramite una nuova dimensione di autonomia gestionale, di governo sociale e partecipato rappresentato dai comuni del bacino di afferenza, in grado di esaltare meccanismi di decisione non appiattiti sulla mera logica delle compatibilità finanziarie. La parità di bilancio non può violare i diritti di salute.
Un nuovo modello di gestione autonoma da parte delle comunità locali di distretto.
La salute non può essere delegata a tecnici e a manager, ma deve essere riportata al centro della comunità cittadina tramite l’ente locale che deve farne il presupposto per promuovere e migliorare lo stato di benessere fisico-psichico dei suoi appartenenti e decidere sui grandi obiettivi di salute nel proprio territorio.

“Fondi ci chiama”
Gianfranco Antonetti
(candidato a sindaco)

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