venerdì 17 Maggio 2024,

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Gaeta: “La farmacia … la Politica”

scritto da Redazione
Gaeta: “La farmacia … la Politica”

Le motivazioni non sono poche, bensì un elenco interminabile nel quale non è difficile pescarne alcune a caso, qui di seguito elencate, iniziando dalla nomina alla Presidenza dell’ex vice sindaco Cristian Leccese: nonostante che il D. Lgs. 8/4/2013 n.39, detti le Disposizioni in matria di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le Pubbliche Amministrazioni  e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma dell’Art. 1 commi 49 e 50 della legge 6/11/2012 n. 190 (GU n. 92 del 19/4/2013); all’Art. 7 (inconferibilità di incarichi a componenti di organo politico di livello regionale e locale).

Ma ci sarebbero anche alcune parentele ad arricchire il bagaglio di sospetti che questa vicenda sta sollevando, come ad esempio: il direttore generale Anna Maria Valente (che ha la responsabilità della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro relativamente alla sede ove presta l’attività di coordinamento) è figlia del segretario dell’Ipab Erasmo Valente che, tra l’altro, detiene dal 2013 sovraintendenza e coordinamento dell’attività amministrativa dell’Ipab «SS. Annunziata», gestione degli atti relativi al personale, sottoscrizione di atti di ordinaria amministrazione, gestione dell’Albo dell’Ipab, verbalizzazione delle riunioni del Consiglio di Amministrazione, predisposizione degli atti conseguenti alle decisioni assunte dal Consiglio di Amministrazione, tenuta del protocollo in entrata ed in uscita, con responsabilità sui progetti e servizi. E, dell’Ipab, è stato anche presidente lo stesso: Mario Paone, rimpiazzato poi da Raniero de Filippis.

Un’altra anomalia è relativa alle quote della società (Laziofarma Spa) il cui capitale è posseduto all’80% da un privato, per gestire farmacie pubbliche, già assegnate ai comuni. L’Agcom (l’autorità garante per la concorrenza del mercato) afferma che ha già violato le prescrizioni sulla libera concorrenza.

Negativo anche il parere dell’AntitrustViolato il diritto alla concorrenza. Necessaria gara pubblica all’interno del bollettino numero del 14 marzo scorso (da pagina 21, ndr), avendo esercitato il diritto di prelazione ex art. 9 della legge n. 475/1968”.

Le denunce dell’Associazione Antimafia A. Caponnetto e le relativi indagini alle Procure del Lazio, i 2 esposti indirizzati alla Procura di Napoli e alla Corte dei Conti da parte di alcune farmacie di Gaeta, e un’interrogazione parlamentare presentata dal M5s Gaeta eBracciano, ed infine, e non finirà qui, alcune denunce di dirigenti e funzionari regionali, incaricati delle pratiche, che hanno riferito di essere stati pedinati e minacciati, tant’è che il prefetto di Roma ha deciso di attivare uno specifico protocollo operativo per il contrasto alle infiltrazioni criminali, attraverso un’azione preventiva e coordinata con gli organi investigativi.

Conseguenza di quanto sopra, pare che ora stia indagando pure la DIA “giochi societari di quote, le farmacie comunali sono monopolizzate, colme di anomalie, dai soliti privati in barba alla legge 475/1968 che stabilisce la natura pubblicistica della gestione delle stesse, che sono un servizio pubblico essenziale. Nel resto d’Italia, a far suonare campanelli d’allarme rispetto al possibile interesse di cosche mafiose nel ramo delle farmacie sono state alcune investigazioni, tra le quali, nel marzo scorso, condotta sulle infiltrazioni della ’ndrangheta dal procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini, stupita del fatto che «diversi giovani appartenenti a famiglie mafiose scelgano di laurearsi in Farmacia». Quasi le stesse parole usate, nell’autunno 2015, dal procuratore capo di Salerno Corrado Lembo: «Oggi il mafioso o il figlio del mafioso studiano in facoltà ben individuate. Perché si laureano in farmacia? Perché le farmacie sono veicoli di riciclaggio…».

Noi 5 stelle se ci trovassimo davanti un affare contro il quale si esprimesse anche una sola tra: la DIA, l’AGCOM, l’Antitrust, o un’Associazione Antimafia, faremmo immediatamente un passo indietro. Pertanto “chiediamo le dimissioni dei membri del CDA del COIFAL almeno la parte composta dai Gaetani”.

Invece, nonostante tutto questo, il capogruppo della Destra, Francesco Storace, si scopre di parte e fa il tifo per far avere subito le concessioni, e i suoi compagni di partito MitranoLeccese che fanno?  Silenzio assoluto. Chissà perché?

Gruppo Comunicazione Meetup Gaeta 5 Stelle

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