sabato 27 Luglio 2024,

Politica

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Roma&Lazio. La politica, le opinioni i fatti

scritto da Redazione
Roma&Lazio. La politica, le opinioni i fatti

Il giallo sull’omicidio di Serena Mollicone potrebbe conoscere un’altra importante novità. Il pool difensivo di Maria Tuzi, figlia di Santino, il brigadiere dei carabinieri che si è tolto la vita l’11 aprile 2008, si appresta a chiedere la riapertura delle indagini. Il carabinieri in servizio presso la caserma di Arce, si suicidò pochi giorni dopo essere stato ascoltato sull’omicidio Mollicone. E’ in quell’occasione che Tuzi indicò ai magistrati la presenza di Serena in caserma il giorno del suo assassinio. Qualche giorno dopo il carabiniere sarebbe dovuto tornare in Procura. L’inchiesta su quella tragedia, inizialmente aperta con l’ipotesi di omicidio, venne archiviata e ritenuta estranea al giallo Mollicone. Ma la figlia del brigadiere, Maria Tuzi, non ha mai creduto alla versione dell’insano gesto per motivi passionali.
Maria Tuzi e il suo avvocato Sara Cordella sono intervenute ai microfoni della trasmissione “La storia oscura”, condotta da Fabio Camillacci su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).Sono ottimista sul fatto che il caso legato alla morte di mio padre si possa riaprireha affermato Maria Tuzi-. Noi contestiamo le modalità delle indagini svolte finora e le motivazioni della sentenza. E’ stato archiviato tutto in modo molto veloce. Non ci fu nessun accertamento sui tabulati telefonici. Un telefono di mio padre è stato sequestrato, ma non è stato repertato. In macchina sono stati trovati due cellulari, uno era quello che mio padre usava sempre, per l’altro aveva comprato una nuova scheda la mattina stessa della sua morte. Non so perché abbia comprato una nuova scheda, forse perché temeva di essere intercettato, forse perché gli era stato chiesto da qualcuno. Non c’era motivo di cambiare numero di telefono da un giorno all’altro”.
L’avvocato Sara Cordella ha spiegato: “Nel lavoro del nostro pool difensivo abbiamo elencato tutta una serie di anomalie nelle indagini che portano a mettere in dubbio la tesi ufficiale di chiusura rispetto al suicidio. Riguardo i cellulari, non si capisce perché abbia comprato una nuova scheda se aveva intenzione di morire. Il giorno successivo alla sua morte era giorno di elezioni e Santino doveva essere presente ai seggi, quindi va in caserma e prende la sua pistola di ordinanza che gli sarebbe servita il giorno dopo. I carabinieri dicono di essere andati a guardare nell’armadietto di Tuzi e di aver notato l’anomalia della fondina senza la pistola dentro. Vedendo le foto sulla scena del crimine, ci accorgiamo che il fodero si trovava sui sedili posteriori dell’automobile di Tuzi. Questo ci ha fatto sentire un po’ di puzza di bruciato. Santino quella mattina ha comprato sigarette e rose e le avrebbe portate alla sua presunta amante. Ma secondo le dichiarazioni di questa donna, loro si erano già lasciati da tre mesi e lei aveva già instaurato una nuova storia d’amore con un’altra persone. Quindi anche qualora fosse vero che aveva una relazione con questa donna, era comunque una relazione chiusa da un pezzo. Quella mattina Santino si recò due volte da questa donna, lasciando un biglietto e i fiori. La donna si agita e chiama la stazione dei carabinieri. Quando la seconda volta Santino torna le dice: “Fra 10 minuti sono sul posto perché devo andare ad un appuntamento”. Noi pensiamo sia una cosa plausibile perché, nelle foto dell’auto, tutti i due finestrini sono aperti, anche quello del passeggero. Evidentemente stava aspettando qualcuno o aveva già parlato con qualcuno, anche perché in quella giornata non c’era così tanto caldo da dover tenere entrambi i finestrini aperti. L’altra anomalia è che nessuno abbia sentito questo colpo di pistola con cui Tuzi si sarebbe suicidato. In quel momento c’erano almeno 5 persone in zona. E c’è una persona che ha la casa attaccata al luogo in cui avviene il fatto”.


Nanni Bassetti, consulente tecnico informatico della difesa di Massimo Bossetti, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Legge o giustizia”, condotta da Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Bassetti ha analizzato le perizie effettuate dai carabinieri e dai consulenti del pm che hanno estratto dei dati analizzando i due computer di Bossetti, unico indagato per l’omicidio di Yara Gambirasio. “Come consulente della difesa –ha affermato Bassetti- ho dovuto spiegare a livello tecnico e anche culturale i comportamenti online dell’utente. Le parole che erano state messe sotto la lente d’ingrandimento del pm, ovvero ‘ragazzine’, o appartenevano a dei siti web di normale pornografia ed erano parole chiave utilizzate come ‘acchiappa-clic’, oppure potevano derivare da banner pubblicitari. Analizzando la vita informatica dei computer in uso alla famiglia Bossetti, abbiamo una timeline dal 2002 al 2014. Dalle mie analisi non ci sono visite a siti pedopornografici oppure chat con scambi di foto e video proibiti. Ci sono solo quelle tre-cinque evidenze sulla parola ‘ragazzina’ da fine 2013 al 2014. Yara è scomparsa nel 2010, se prima di quell’anno ci fosse stata un’idea di ricercare quel tipo di argomenti ci sarebbe stato uno storico di ricerche precedenti, che invece non c’era. Molte volte online può accadere, che navigando sui siti, si aprono finestre e banner pubblicitari che portano a siti porno. Può capitare che clicchi su un banner di una certa pubblicità e ritrovarti ad aprire una pagina di un sito porno che magari ha un titolo brutto da leggere. Però non puoi accertare che tu stavi cercando quella cosa lì. Sui computer di pedofili vengono trovate sempre centinaia di migliaia di evidenze, anche ben archiviate e nascoste. I siti di pornografia che sono stati visitati da Bossetti sono tutti siti che aderiscono anche ad una serie di regole, tra le quali la tolleranza zero verso la pedopornografia”.


Roma; Marchini a Radio Cusano Campus: “C’è un blocco clientelare di 300 mila voti spartiti tra sinistra e destra. Privatizzare Atac? Prima bisogna efficientarla, nessuno compra un’azienda che non funziona. Angeli della sicurezza sulla metro e militari in luoghi sensibili. Stadio: progetto va completamente rivisto
Alfio Marchini, candidato sindaco a Roma, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano ( www.unicusano.it ).
Sono ormai anni che vivo Roma e provo a tutelarla –ha affermato Marchini-, per questo abbiamo fatto scoppiare Affittopoli, abbiamo bloccato la svendita degli immobili di lusso del Comune. Siamo stati noi a mandare a casa Marino e, anche vedendo quello che sta emergendo sul rapporto Marino-Pd, abbiamo fatto sta-bene. E’ evidente che siamo stati efficaci, abbiamo dimostrato che alle scorse elezioni abbiamo vinto noi. Essere vincenti significa firmare una resa di fronte a un notaio dopo soli 2 anni sancendo la fine del centrosinistra? Oppure essere vincenti vuol dire riuscire ad incidere anche col 10% di consensi come facemmo noi? Abbiamo dimostrato che vincere significa occuparsi di Roma, anteporre Roma al bene di tutti quanti, sono dei fatti concreti che noi abbiamo realizzato”.
Il blocco clientelare. “Mi ha sorpreso il blocco clientelare che c’è a Roma –ha spiegato Marchini-, che assolutamente va disarticolato. E’ evidente che c’è un blocco di 300mila voti, ripartiti tra sinistra e destra, dati da coloro che traggono beneficio da questo sfacelo. Altrimenti non è immaginabile che ci sia ancora qualcuno che, dopo lo scempio di destra e sinistra che di giorno facevano finta di litigare e di notte si spartivano tutto, vuole dare di nuovo fiducia a chi ha tradito ogni promessa possibile immaginabile. Allora io dico che questo sistema clientelare non può più andare avanti. Anche i vecchi partiti non sono più in grado di garantire i privilegi che hanno garantito per 20 anni. I romani devono capire che è giunto il mondo di riprendersi il proprio futuro in mano. Bisogna dire a chi non vota di andare a votare e a chi va a votare per il proprio interesse bisogna dire che coloro i quali gli promettono tantissime cose oggi non sono più in grado di mantenere quelle promesse. Noi siamo liberi da condizionamenti, dal fatto che non abbiamo gestito la città in questi ultimi 20 anni. Noi abbiamo dimostrato di saper incidere, noi abbiamo mandato a casa Marino. E’ giunto il tempo di fare una comunicazione realistica delle cose. Destra e sinistra la buttano in caciara perché sanno che se entriamo nel merito delle questioni dicono cose che non stanno né in cielo né in terra. Attenzione alle foglie di fico e attenzione al fatto che chi ha governato in questi ultimi 20 anni non potrà fare nessun cambiamento, Marino docet”.
Sicurezza. “Quello che si è fatto per il Giubileo –ha sottolineato Marchini-, cioè mettere i militari a difesa dei luoghi fissi, lasciando quindi la possibilità alle forze dell’ordine di andare per le strade, ha fatto sì che da quando è iniziato il Giubileo, i reati a Roma sono diminuiti del 30%. Allora noi abbiamo chiesto al Ministro dell’interno di proseguire con queste misure anche al termine del Giubileo. Atac ha circa 10mila dipendenti operativi, al netto dei dirigenti. Io, il giorno dopo che sarò diventato sindaco, creerò un gruppo di ‘angeli della sicurezza’. Ad esempio, io immagino che in ogni vagone della metropolitana ci sia un dipendente dell’Atac che svolga tre funzioni: di informazione alle forze dell’ordine dove ci possano essere delle cose che non vanno, di deterrenza per la micro criminalità e, se ci fosse un attentato terroristico, possano gestire il panico di una situazione del genere, essendo stati formati anche a questo”.
Trasporti. “Bisogna fare 7 linee di tram per aiutare la circolazione di superficie –ha affermato Marchini-. Non è pensabile che a Milano ci sono 600mila persone che prendono la metro e si incassano 600 milioni, a Roma c’è il doppio delle persone che prendono la metro e si incassano solamente 280 milioni. Privatizzare Atac? Non trovi un privato che compra un’azienda che non funziona. Quindi, prima di parlare di privatizzazione, bisogna rendere efficiente Atac. Bisogna puntare sulle manutenzioni, bisogna rivedere il sistema per cui oggi ci sono fermate del bus ogni 100 metri, magari è il caso di averne una ogni 200 ma con i mezzi che passano puntuali. Si deve creare un’applicazione sul cellulare che, non solo informi sui tempi dei bus, ma che informi anche se il mezzo è pieno o meno, in modo da rendere più semplice la vita ai cittadini. Poi, se bisogna fare una razionalizzazione delle realtà che gestiscono i trasporti a Roma ok, ma prima dobbiamo rendere efficiente un’azienda che oggi non lo è. Si può fare, perché i margini di spreco e di evasione sono infiniti. Anche l’ingresso sugli autobus dalla porta anteriore consentirebbe un recupero dell’evasione”.
La corruzione. “Le mele marce cadono da sole –ha affermato Marchini-, perché quando gli togli l’ossigeno del malaffare muoiono per asfissia. Dobbiamo ripristinare un concetto di rispetto reciproche, con poche regole e uguali per tutti. Per quanto riguarda gli appalti, bisogna rendere conveniente essere onesti, cioè l’impresa guadagna se è brava, se non è brava perde”.
Stadio Roma e Lazio. “La Roma e la Lazio devono avere il proprio stadio –ha dichiarato Marchini-. Il progetto così com’era aveva una debolezza dal punto di vista delle norme sulle infrastrutture e sui servizi. Bisogna rivedere quel progetto in modo costruttivo, per evitare che al primo derby ci possa essere un affollamento di tutte quelle zone”.


TRONO GAY, LUXURIA APPLAUDE MARIA DE FILIPPI: OTTIMA IDEA, FACCIAMO CONOSCERE L’AMORE GAY ANCHE A CHI NON LEGGE GIORNALI IMPEGNATI O NON GUARDA TRASMISSIONI COLTE
Vladimir Luxuria è intervenuta questa mattina su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it), nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Luxuria ha parlato della scelta di Maria De Filippi, che introdurrà il trono gay nella trasmissione Uomini e Donne:Ho visto già una puntata di C’è Posta Per Te in cui Maria De Filippi ha trattato il caso di una coppia gay e lo ha fatto con professionalità, senza morbosità, trattando l’amore tra due persone come tutti gli altri sentimenti. Tra l’altro è moglie di Maurizio Costanzo, che è stato tra i primi a sdoganare certi temi e a parlarne. Il trono gay è una idea positiva, perché non tutti vedono trasmissioni colte o leggono giornali impegnati, ci sono anche persone che vedono trasmissioni d’intrattenimento e bisogna dare modo anche alle zie, alle nonne e alle mamme di gay che non vedono altre trasmissioni di poter capire la normalità e a volte anche la banalità dei sentimenti, anche attraverso trasmissioni popolari“.


ROMA, RAZZI CONFERMA: “MI CANDIDO E PORTO NELLA CAPITALE KIM JONG-UN. SICUREZZA? MI ISPIRERO’ A PYONGYANG, CAPITALE DELLA COREA DEL NORD. LI PUOI MANGIARE SUL PAVIMENTO DELLA METRO PER QUANTO E’ PULITA, A ROMA INVECE MAMMA MIA!”, DICE IL SENATORE SU RADIO CUSANO CAMPUS
Antonio Razzi non rinuncia all’idea di candidarsi a sindaco di Roma, anzi. Intervenendo nel corso del programma ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, Antonio Razzi ha rilanciato la sua candidatura.
Razzi non ha cambiato idea. Vuole fare il sindaco di Roma: “La mia candidatura una bolla di sapone? Assolutamente no. La bolla di sapone scoppia, io non scoppio. La lista? Ci sono tantissime persone che vogliono partecipare per il bene di Roma, dovrò eliminare qualcuno. Chi non ha preso sul serio la mia candidatura cambierà idea, sono i cittadini che devono capire a chi credere. I romani sono stanchi di chi fa politica approfittando del proprio corriculum lungo lungo di tante carte. I cittadini romani vogliono chi lavora, non chi ha le carte. Sicuramente correrò a sindaco di Roma. Guido Bertolaso mi piace tantissimo comunque. Potrei fare io il sindaco e lui il city manager, ma sarei disponibile anche ad affiancare Bertolaso. Vedremo cosa dirà Berlusconi“.
Se dovesse diventare sindaco di Roma, Razzi si è ripromesso di portare nella capitale Kim Jong-Un: “Potremmo fare un gemellaggio con lui. Sicuramente lo inviteremo a un grande evento. Potrebbe venire alla finale di Coppa Italia, lui ama molto il calcio. Oppure potrebbe venire al derby accanto a me. Io con la fascia tricolore, lui vicino a me in tribuna. Lazio o Roma? TIfo per tutte e due“.
Razzi sul tema sicurezza prenderà spunto da Pyongyang: “Dovremmo copiare da loro sia sulla sicurezza che sulla pulizia. Lì non trovi tutta la mondezza che c’è a Roma. Sarebbe un bene per i romani. Lì se vai a prendere la metro, puoi mangiare per terra, perché luccica, è pulitissima. Se io vado alla metropolitana di Roma, invece, mamma mia, si salvi chi può“.

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