mercoledì 24 Aprile 2024,

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Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

scritto da Redazione
Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

Adriano Zaccagnini, deputato di Sinistra italiana, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
In merito alla nascita del figlio di Nichi Vendola, venuto alla luce grazie alla pratica dell’utero in affitto. “Mi pare sia necessario –ha spiegato Zaccagnini- un dibattito al nostro interno per capire quale sia la posizione di Sinistra italiana riguardo la possibilità che attraverso un pagamento si possa arrivare ad avere un figlio. La sinistra non può abbassare il capo di fronte ad una visione consumistica dove la mercificazione dei nostri bisogni è all’ordine del giorno. Quello di Vendola è un comportamento poco coerente con i principi della sinistra, che lotta per i diritti collettivi. In questo caso ha lasciato perdere i diritti collettivi per concentrarsi su quelli individuali. Non c’è nulla di personale, sono certo che lui e il suo compagno saranno genitori responsabili. Ciò non toglie che un approfondimento politico è necessario. Il rimborso spese che viene dato per la maternità surrogata negli Stati Uniti e in altri paesi è troppo gonfiato. Da qui il passo è breve per far diventare questa pratica, una prassi per cui solo chi si può permettere certe cifre può utilizzarla. Sono convinto che della questione bisognava parlarne prima che Vendola facesse questa scelta. Mi è dispiaciuto che il gruppo sia arrivato impreparato al dibattito che si è inscenato in questi giorni. Non abbiamo una posizione, ci appiattiamo sulla necessità di non dare fastidio a Vendola. Quando si è personaggi pubblici i propri comportamenti non sono solo privati. Stepchild? Sono favorevole, così come alle adozioni per le famiglie gay. E’ meglio adottare aiutando bambini in difficoltà, che andare a farne di nuovi con quel metodo”.


Roma; Irene Pivetti a Radio Cusano Campus: “Milano più efficiente di Roma, ma alla capitale voglio bene perchè mi ha accolto. Chiamerò Storace e gli chiederò di cantarmi ‘O mia bella madunina’”. E cita Giovanni Paolo II: “Volemose bene, damose da fa”. Sulla Lega: “Salvini l’ha cambiata, finalmente è diventata movimento d’opinione”
Irene Pivetti, candidata alla primarie di Noi con Salvini per la corsa a sindaco di Roma, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Al termine dello spoglio dei voti ai gazebo, Alfio Marchini risulta primo, mentre Irene Pivetti seconda.Sono orgogliosa -ha affermato Pivetti-. E’ molto bello che queste primarie si siano fatte, perché bisognava far sentire la voce dei romani. Hanno partecipato in tanti nonostante piovesse. Queste primarie sono legittimate, perché tutti hanno potuto esprimersi. Viva le primarie e i romani. A parte quei 30 energumeni che hanno tentato di sfasciare tutto. Che coraggio… Hanno attaccato i gazebo presidiati da due persone anziane”.
La Lega Nord è cambiata rispetto al passato. “La Lega oggi è molto più movimento di opinione -ha affermato Pivetti-. C’è un sentimento di condivisione. Già all’epoca credevo che la Lega avrebbe dovuto diventare questo. Nel ’91 andammo a fare un comizio a Napoli. Ho sempre creduto ad una Lega delle identità. Poi purtroppo ci fu una deriva, con la secessione, e infatti io fui espulsa. Salvini, rendendo di nuovo credibile la Lega sul territorio nazionale, incarna quello che era il progetto iniziale. Salvini l’ho conosciuto adesso perché quando lui stava entrando nella Lega, io ero presidente della Camera, poi sono stata espulsa. Non sono tornata con la Lega, mi hanno fatto questa proposta e io l’ho accettata. La Lega a Roma non c’è mai stata, è chiaro che il Movimento su Roma debba trovare un linguaggio espressivo diverso rispetto a quello di Bergamo”.
Pivetti è romana d’adozione. “Non ho paura di guidare Roma -ha affermato Pivetti-, sento il senso di responsabilità. Sono nata a Milano, ma sono una romana d’importazione. Voglio bene a questa città che mi ha accolto, nonostante all’inizio sia stato un rapporto conflittuale. Roma è senz’altro meno efficiente di Milano, ma ha un tessuto sociale straordinariamente variegato ed accogliente. Certo, dove c’è il potere purtroppo c’è anche il marcio”.
Storace ha ottenuto meno preferenze di lei.Con Storace ci sentiremo presto -ha affermato Pivetti-. Proverò a esprimermi in romanesco e gli chiederò di cantarmi “O mia bella Madunina”. Voglio citare Giovanni Paolo Secondo: “Semo romani, volemose bene damose da fa”. Voglio sentire Storace e Marchini, che hanno creduto a questa consultazione. Il problema non è capire chi fa il capitano, ma chi fa la meglio formazione per vincere questa partita. Deve vincere la gente di Roma”.


Riccardo De Filippis, l’attore che ha interpretato Scrocchiazzeppi nella fortuna serie Romanzo Criminale, ha scelto la Lista Marchini per portare il suo contributo civico in politica. De Filippis è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it) nel corso del Format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio:Se mi pesa essere identificato con Scrocchiazzeppi? Dipende, per alcuni versi questo è un vantaggio, per altri uno svantaggio. Dipende da come si usano le cose. Io ho partecipato a una delle fiction più importanti della storia, quindi sono felice di questo. A Roma solo mia madre mi chiama Riccardo, il resto della città mi chiama Scrocchia e alla fine non mi dispiace, i miei fans sono tutti molto gentili, entusiasti ed educati”.
De Filippis spiega come nasce la sua scelta di intraprendere questo percorso politico:Io sono romano, oltre a essere Scrocchia sono anche un cittadino come tutti. Continuavo a lamentarmi per le cose che non funzionano in città, poi ho pensato che magari potevo fare qualcosa in prima persona. Così ho deciso di impegnarmi in prima persona. Tutti dovrebbero farlo, ognuno con i suoi mezzi e le sue possibilità. Io ho scelto Marchini come leader, ma lui per fortuna mi chiama Riccardo, non Scrocchia. Abbiamo qualche altro soprannome, che ci teniamo per noi, ma non quello della fiction. Quali sono le cose che vorrei fare per Roma? Io sono cresciuto tra Tor Marancia e la Montagnola, ero tra due fuochi da bambino. Ho vissuto molto anche la Garbatella. Darò il mio contributo operando nel mondo dello spettacolo, è molto importante in questo senso coinvolgere anche le periferie. I ragazzi di periferia devono essere portati a fare qualcosa di interessante, che possa magari allontanarli dalla strada. Solo la cultura può offrire un’opportunità di riscatto a tanti giovani abituati, purtroppo, a convivere con situazioni di degrado”


SGARBI CONTRO GRAMELLINI: ” SCHIFOSO PERSONAGGIO CHE SCRIVE UN LIBRO PARLANDO DELLA MORTE DELLA MADRE E LO VENDE ANDANDO A FARE LA MORALE DA FAZIO”. POI ATTACCA VENDOLA: “DAL CULO NON ESCE NIENTE, QUELLO APPENA NATO NON PUO’ ESSERE IL BAMBINO DI VENDOLA. IL SUO E’ EGOISMO ESTREMO”. LO SHOW SU RADIO CUSANO CAMPUS
Vittorio Sgarbi è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Sgarbi si è scagliato contro Fabio Fazio e Massimo Gramellini: “Si sono permessi di attaccare mia sorella per una cosa assolutamente grottesca. La Nave di Teseo, casa editrice che nasce per reagire al blocco Mondadori-Rizzoli, con mia sorella che abbandona la Bompiani, dove aveva un posto di straordinaria importanza, per la gioia di autori che non volevano pubblicare con Berlusconi, ha dato vita alla Nave di Teseo. Eco, Furio Colombo, Veronesi, non avrebbero mai pubblicato con Mondadori. L’antitrust dopo qualche mese ha stabilito l’evidenza e cioè che la Bompiani come la Marsilio non possono stare in un blocco così grande. La comunicazione dall’antitrust è arrivata proprio nel giorno in cui è morto Umberto Eco, proprietario insieme a mia sorella della casa editrice nuova, che incredibilmente, avendo accelerato i tempi, si trovava con il nuovo libro di Eco pronto. L’ultimo libro di Eco, dunque, è uscito il giorno del suo funerale. Allora, cosa vuol dire quello che dicono Pino Corrias o Gramellini? Gramellini è uno schifoso personaggio che scrive un libro parlando della morte di sua madre e lo vende attraverso Fazio. Dicono che ci sia stata una speculazione su Umberto Eco, ma di cosa parliamo? Se muore un musicista non si fa sentire la sua musica al suo funerale? Questi sono dei coglioni totali, fanno passare mia sorella per una specie di sfruttatrice, per una casa editrice che è di Eco, e che comunque rimane della famiglia di Eco. Parlare al funerale di Umberto Eco di un libro di Eco, edito da Eco, mi pare una cosa assolutamente logica. Questi deficienti l’hanno coperta di insulti, perché secondo loro avrebbe speculato su un morto. Il livello di stupidità umana raggiunge delle quote così alte che certe volte ne rimango stupito. Poi parla Gramellini, che va a vendere i suoi libri facendo la morale da Fazio e in uno di questi libri racconta la morte di sua madre. Ma non si vergognano di vivere questi imbecilli?“.
Sgarbi è particolarmente critico anche con Vendola: “Non può essere, quello appena nato, il figlio di Vendola. Dal culo non esce niente. Vendola ha un marito ma è contemporaneamente padre. Due persone dello stesso sesso non generano, ma di cosa stiamo parlando? I bambini devono essere concepiti, educati e evoluti sulla base di ciò che la natura consente. Il bambino in casi come questo diventa niente altro che lo strumento di un capriccio di due che vogliono fare il padre e la madre. Aiutare qualcuno è giusto, il mondo è pieno di bambini poveri, profughi o abbandonati, aiutarli senza sentire l’esigenza di farne il padre è nobile. Creare un bambino invece in un percorso così capriccioso è una forma di egoismo estremo. Quel bambino è una persona che si sono costruiti a tavolino, come un peluche. E’ insopportabile“.


ROMA, SABELLA A RADIO CUSANO CAMPUS: QUALCUNO PROVO’ A CORROMPERMI QUANDO ERO ASSESSORE. A OSTIA IL M5S HA SCAMBIATO I BUONI PER I CATTIVI. E’ PIU’ DIFFICILE ESTIRPARE LA CORRUZIONE DA ROMA CHE FARE IL CACCIATORE DI MAFIOSI A PALERMO. UNO DEI PROBLEMI DI ROMA E’ IL FANCAZZISMO.
Alfonso Sabella, ex assessore alla legalità di Roma Capitale, è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it), nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Sabella ha ripercorso alcuni passaggi della sua avventura romana:Non ho avuto tutto il tempo di cui avrei avuto bisogno, anzi. Appena sono arrivato nella Giunta Capitolina mi sono reso conto che il tempo doveva essere molto diverso. Le questioni che ho trovato a Roma si sono formate nel corso di decenni, non erano collegate nè all’ultima, nè alla penultima nè alla terzultima amministrazione. Uno dei problemi di Roma è il fancazzismo di alcuni romani e di alcuni dirigenti. C’è la logica che io ho ribattezzato dell’ad culum parandum. Obiettivamente, quello che ho trovato non sempre sono burocrati corrotti, ma gente che non aveva voglia di lavorare o che non era in grado di fare il proprio mestiere, con dirigenti e funzionari non al livello della Capitale. La classe dirigente che ho trovato io non è all’altezza. Anche se, questo devo dirlo, ci sono anche delle eccezioni. C’è anche tanta gente che dà l’anima. Roma è invasa dalla corruzione, è invasa da persone che vogliono mettere al primo posto l’interesse privato rispetto all’interesse pubblico“.
Sabella è tornato anche sul suo rapporto con il Movimento Cinque Stelle: “Il mio rapporto con il movimento cinque stelle è stato ottimo nella prima fase del mio lavoro in Campidoglio. Ho sentito le loro rimostranze, si era fatto poco sul tema della legalità, ho cercato di fare quello che chiedevano e che, ovviamente, anche io condividevo. Poi, su Ostia, ci sono stati dei malintesi, perché secondo me a Ostia il Movimento ha preso fischi per fiaschi ed ha scambiato i buoni per i cattivi. Questa è la mia valutazione. Da chi sarà chiamato a governare Roma mi aspetto capacità e competenza. L’onestà non la cito nemmeno perché la considero necessaria a prescindere“.
E’ più facile trovare un mafioso che estirpare la corruzione, dice Sabella: “Sono stato criticato quando ho detto che arrestare Brusca e Bagarella era stata una passeggiata di salute rispetto a mettere le mani nella macchina burocratica di Roma, ma ho detto la pura verità. E’ molto più complicato il lavoro che mi sono trovato a fare a Roma, perché a Palermo cercavo i mafiosi sapendo chi fossero, a Roma non sai mai chi hai davanti“.
Qualcuno, racconta Sabella, ha provato a corromperlo:Come funziona il meccanismo corruttivo a Roma? Iniziano ad invitarti, alle terrazze, ai salotti, alle cene, al ristorante vip. Io grazie a Dio non ci sono mai andato, ma di inviti ne sono arrivati molti. Qualcuno sarà stato in buonafede, ma sono sicuro che qualcuno particolarmente interessato c’era. Quando si iniziò a ventilare il mio lavoro a Ostia, non vi dico quanti inviti sono arrivati per andare a mangiare il pesce in uno degli stabilimenti balneari. Per fortuna vengo dalla Sicilia e so cucinare…“.

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