lunedì 29 Aprile 2024,

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Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

scritto da Redazione
Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo”, condotta da Fabio Stefanelli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
La sospensione degli accordi di Schengen sarebbe pericolosissima per l’Italia –ha affermato Meloni- Se gli Stati europei chiudono le frontiere, senza un rafforzamento dei confini esterni, significa per l’Italia rischiare di diventare il centro profughi d’Europa. Alfano parla di hotspots. E’ sempre difficile capire cosa dice Alfano, che sulla gestione della vicenda migratoria non è molto lucido. Alfano si rende conto che abbiamo un problema serio perché non riusciamo a farci garantire dall’Europa una difesa dei nostri confini esterni. Io penso che se l’Austria chiude le frontiere, lo debba fare anche l’Italia con il confine sloveno. La libera circolazione degli individui è una conquista solo se si difendono i confini esterni dell’Unione Europea. Qui si sta facendo il gioco del cerino e non possiamo rimanere col cerino in mano. E’ l’Italia che sta facendo saltare Schengen, perché ha fatto entrare tutti senza controllare e fa circolare anche gli irregolari in tutto il territorio europeo”.
Sulla copertura delle statue di nudo ai Musei Capitolini durante la visita del presidente iraniano Rohani a Roma. “Non credo che Renzi e Franceschini non sapessero –ha affermato Meloni-. Renzi è il più grande scaricabarile della storia d’Italia, è cintura nera di bugie. Mi sembra molto difficile che non fosse al corrente di questa vicenda, dato che era lì, passando le avrà viste che erano coperte. Avrebbe dovuto arrabbiarsi per questa cosa, dato che era un’occasione per mostrare a un leader di un paese straniero le bellezze di Roma. Se lui non ha detto nulla, vuol dire che allora sapeva”.
Marine Le Pen, leader del Front National, verrà a Roma per una manifestazione congiunta con Fratelli d’Italia. Marine Le Pen ci ha dato una disponibilità di massima legata alle prossime elezioni amministrative -ha affermato Meloni-. Scherzando Le Pen mi ha detto: ‘Se sarà a giugno ancora meglio, perché Roma a primavera è una città ancora più bella’. Vedremo nei prossimi mesi come si evolverà la situazione, a livello di campagna elettorale”.


La giornalista e scrittrice Ester Mieli, coautrice del libro “Eravamo ebrei. Questa era la nostra unica colpa“, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “La storia oscura”, condotta da Fabio Camillacci su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it), per parlare delle celebrazioni in occasione della Giornata della Memoria.
Ben vengano le dichiarazioni fatte dal Presidente Mattarella oggi al Quirinale -ha affermato Mieli-, ma da cittadina più che le parole mi aspetto i fatti. L’Italia ha accolto il Presidente iraniano Rohani e addirittura ha coperto le statue dei Musei Capitolini che rappresentano la nostra cultura. E ricordo che qualcuno (Renzi, ndr) disse che il terrorismo si combatte con la cultura. Evidentemente non sa che il presidente iraniano impicca gli omosessuali e nega la Shoah. Vanno bene i tweet e gli hashtag, ma da cittadina italiana mi aspetto i fatti”.


Fa discutere la decisione del sindaco di un piccolo comune in provincia di Vercelli, Michela Rosetta, di tagliare i parchi giochi e le mense scolastiche ai figli dei cittadini che non pagano le tasse. La stessa Michela Rosetta è intervenuta ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Vista così è una provocazione -ha affermato Rosetta-. E’ una delibera ad educare i genitori ad essere responsabili. Di certo non mi metterò lì a controllare chi entra e chi esce dal parco, non farò ricadere le colpe dei genitori sui bambini. Ma ci sono alcune famiglie che sono composte da evasori seriali, da anni non pagano le tasse. Non hanno mai detto al Comune di essere indigenti, quindi immagino che siano nelle condizioni di pagare. Se i bambini possono avere quei servizi di mensa e parco giochi è perchè altre persone pagano le tasse. C’è gente che vive con 600 euro di pensione e paga regolarmente le tasse. Io ho il dovere di trattare tutti con equità. E’ una questione di senso civico. Altrimenti è comodo, se uno paga e l’altro usufruisce. Nessuno vuole non far accedere i bambini, l’obiettivo della delibera è di educare le loro famiglie al rispetto dei doveri. Alcuni servizi che il Comune dà ai concittadini, ad esempio quello di dare gratuitamente i sacchetti per la differenziata, non glieli dò a queste famiglie che sono morose. Se non insegniamo ai bambini il senso civico e il rispetto dei beni comuni non si va avanti“.


Il verdiniano Barani (Ala) a Radio Cusano Campus: “Renzi grande riformista come Craxi. Vergognoso se Berlusconi vota mozione dei 5 Stelle, Dante lo metterebbe nel girone dei vigliacchi”. E sull’entrata di Ala nella maggioranza cita ‘Via col vento’: “Domani è un altro giorno e si vedrà…”
Lucio Barani
, Senatore di Ala, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
I verdiniani di Ala voteranno no alla mozione di sfiducia, presentata da M5S, Forza Italia e Lega Nord contro il governo sul caso Banche. Noi abbiamo fatto della coerenza la nostra bandiera -ha affermato Barani-. Abbiamo votato consapevoli le riforme costituzionali. Io vengo da una cultura socialista craxista, ero a Rimini nell’82 quando Craxi proponeva le riforme costituzionali per togliere il bicameralismo. Ci siamo riusciti dopo 40 anni, ci è riuscito un giovane come Matteo Renzi che si avvicina più di tutti alla politica craxiana. Del resto, col patto del Nazareno lo stesso Berlusconi ci aveva detto di votare le riforme. Poi chi ha votato in discontinuità non siamo noi. Nella mozione dei 5 stelle c’è scritto che le colpe dei padri di Renzi e Boschi devono ricadere sui figli. Se Forza Italia votasse questa mozione sarebbe vergognoso, significherebbe che queste persone in 20 anni hanno fatto solo i loro interessi, perchè garantisti bisogna esserlo sempre. Dante li metterebbe nel girone degli spergiuri, dei vigliacchi. Se uno trova sua moglie con un altro si taglia i coglioni per dispetto? Non si può dire che le colpe dei padri, che non sono neanche dimostrate, debbano ricadere sui figli. Mi sembra che Berlusconi sia un po’ troppo influenzato da un cerchio magico che politicamente lo ha drogato. Renzi sta facendo quello che voleva fare Craxi e anche Berlusconi. Ora Berlusconi a parti invertite utilizza gli argomenti che usavano contro di lui per attaccare il leader più moderato che l’Italia abbia mai avuto e che si è sempre tenuto lontano dal berlusconismo oltranzista. Berlusconi non si può ridurre a fare la terza gamba della Lega e del Movimento 5 Stelle. Noi siamo all’opposizione dell’attuale governo, il nostro è un atteggiamento responsabile e ci distingue dalle altre forze di minoranza, compresa la componente bersaniana nel Pd, che non perdono occasione per isolarci dal dibattito parlamentare, ma noi alla Messi o alla Maradona li dribbliamo. Noi giochiamo per l’Italia e fin quando Renzi giocherà per l’Italia lo appoggeremo. Se entreremo nella maggioranza? C’è il film via col vento che finisce con la frase: Domani è un altro giorno e si vedrà“.


Michele Dell’Orco (M5S), membro della Commissione trasporti della Camera dei Deputati, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it), in merito all’allarme scattato ieri alla Stazione Termini di Roma per la presenza di un uomo armato di fucile, che poi si è rivelato essere un giocattolo.
Non sono chiarissime le informazioni su ciò che è successo ieri -ha affermato Dell’Orco-. Noi avevamo denunciato che a Termini e Fiumicino mancavano le telecamere e quelle che funzionavano erano di bassa definizione, infatti le immagini che abbiamo visto pubblicate oggi sono molto sgranate. Forse questo ha influito nel ritardo nell’identificazione. E’ evidente che ci sono falle nella sicurezza. Come fa un uomo con un fucile, seppur giocattolo, a superare i varchi della stazione Termini per andare a prendere il treno? E’ stato fermato per caso da un carabiniere dei Nas che non era in servizio e non sapeva neanche che era stato dato l’allarme alla stazione Termini. Dopo quello che è successo a Parigi non è possibile che una persona giri per tutto questo tempo con un fucile, seppur giocattolo. A novembre 2015 era stata fatta l’ultima prova di evacuazione e si era palesato il fatto che non tutte le telecamere sono collegate alla sala operativa. C’è sicuramente qualcosa che non va. Si era parlato di installazione di più di cento telecamere ad alta definizione, ma guardando le immagini pubblicate non mi sembra che siano in alta definizione. Continuerò a muovermi in commissione su questo tema. Spero di sbagliarmi, ma la sensazione è che neanche le forze dell’ordine siano al corrente di ciò che è successo realmente ieri”.


Alberto Muraglia, vigile di Sanremo, è suo malgrado diventato famoso. Considerato da molti l’emblema dell’impiegato assenteista, licenziato due giorni fa, il “vigile in mutande” si difende e lo fa per bocca del suo legale, l’avvocato Moroni, che rispondendo a Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, conduttori del programma ECG Regione su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it), ha dichiarato: “Lui non è l’emblema dell’assenteista –ha affermato Moroni-. La rapina sventata in mutande? Me l’ha raccontata lui, io non ne conosco i dettagli, è successa alcuni anni fa. Lui abitando lì, avendo visto che qualcosa non andava, è sceso in mutande e ha bloccato i responsabili. Poi sono arrivati i carabinieri, lui era un vigile urbano, anche se in mutande era intervenuto nell’espletamento del suo compito. Lui era in casa, quando è in casa tiene sempre sotto controllo la zona del mercato. Quando vede veicoli in sosta che ostruiscono la possibilità di mettere il mercato, al volo chiama il carroattrezzi mentre è ancora in mutande e timbra, allo stesso modo dà un’occhiata per vedere se è tutto ok nella zona del mercato“.


Il Dott. Marco Strano, criminologo e massimo esperto europeo di cyber crime, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo”, condotta da Fabio Stefanelli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Sull’attività di Anonymous. “Anonymous non è una struttura che ha una base operativa, è un gruppo di persone sparse in vari posti del mondo e hanno dei legami di tipo virtuale –ha spiegato Strano-. Le persone che fanno parte di questo gruppo che, ovviamente non vengono identificate dal gruppo, si presentano in queste reti e si dichiarano interessate a partecipare alle attività di questo gruppo. Visto che non c’è alcun tipo di controllo, chiunque, anche con modeste competenze informatiche, può dichiarare di far parte di Anonymous dicendo di combattere il crimine, autocelebrandosi, ma senza reali competenze in questo settore. E’ un ambiente dove ci sono anche molti ciarlatani. Forse dopo i salotti televisivi dei talk show, è uno degli ambienti più problematici in termini di credibilità. E’ il caso del cosiddetto “X” che si auto attribuì il merito di un’azione per sventare un probabile attacco che sarebbe avvenuto a Firenze. Questa persona è stata rintracciata. In questi casi si può essere denunciati per procurato allarme che, in certe situazioni, può scaturire anche nell’arresto. Lui si è giustificato dicendo che l’informazione gli era stata data da Anonymous, ma questo comunque non limita le sue responsabilità, perché ha divulgato una notizia di quell’importanza da una fonte anonima e non verificata. In passato Anonymous ha fatto anche delle azioni utili come quando rivelò le identità degli appartenenti al Ku Klux Klan o quando attaccò siti di pedopornografia. Poi però ci sono stati attacchi al sito della Polizia di Stato e del Ministero dell’Interno. Non si può dare un giudizio univoco all’azione di Anonymous, essendo un gruppo parcellizzato di persone sparse per il mondo, alcune delle quali non fanno parte di questa struttura ma si nascondono dietro il simbolo della maschera di Guy Fawkes (V per Vendetta). Quindi alcune attività vengono fatte da singoli individui che dichiarano di essere di Anonymous. Riguardo l’opera di contrasto al terrorismo islamico, non abbiamo la certezza che venga effettivamente svolta. Tutte le Intelligence del mondo utilizzano degli hacker per fare attività coperte, anche ai danni dell’Isis che utilizza la rete per reclutamento. Ma mai un servizio di Intelligence si servirebbe di Anonymous per il contrasto al terrorismo. Innanzitutto perché Anonymous tende a pubblicizzare le attività che svolge, ma anche perché la loro operazione consiste nell’oscurare i siti. Abbattere un account di un reclutatore dell’Isis di fatto è un reato, anche se lo fai a fin di bene. Le uniche persone che hanno il potere di chiudere un account sono le forze di polizia su mandato di un magistrato. Se si individua un account sospetto va segnalato al magistrato. Anche perché, a livello strategico, l’account non deve essere chiuso, bensì monitorato per carpire informazioni fondamentali. Inoltre le Intelligence creano degli account civetta per infiltrarsi nelle reti dei terroristi e magari Anonymous, non sapendolo, potrebbe chiudere uno di questi facendo un danno a chi contrasta il terrorismo”.
Sui social network. “Sono strumenti di controllo e profilazione dell’utente utilizzati dal governo americano -ha affermato Strano-. Il problema è che se le persone utilizzano certi strumenti, devono sapere che sono strumenti che consentono a qualcuno di tracciare le loro attività. Per questo gli utenti devono darsi una regolata e assumere un comportamento riservato. E’ come sperare di andare per strada e non essere visto da nessuno. Uno per non essere visto deve restare a casa. Se non vuoi che le tue attività su internet siano tracciate non devi andarci. Tuttavia se l’utente non ha nulla da nascondere ed evita di fare cose private su internet, tiene al sicuro la sua privacy”.


Marcello, nome di fantasia, con un negozio avviato a Roma, in un momento di difficoltà economica si è rivolto agli strozzini. In poco tempo il suo debito si è moltiplicato e gli strozzini sono arrivati a togliergli tutto. Anche la proprietà del negozio che possedeva. Questa persona ha accettato di raccontare la sua storia a Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
La storia di Marcello inizia così: “Ho 60 anni, la mia storia è iniziata tanto tempo fa. C’erano ancora le lire. Avevo un negozio di ferramentale cose andavano avanti. Solo due volte mi è capitato di avere problematiche economiche. La prima volta sono riuscito ad uscirne da solo, la seconda no. Sono andato sotto in banca per circa cinque milioni e mi chiamarono dall’istituto intimandomi di rientrare col contante, perché altrimenti sarei stato protestato. Fui avvicinato nella piazza vicina all’agenzia dell’istituto di credito, di cui non farò mai il nome, da una persona che mi propose di aiutarmi. Mi prestò cinque milioni. Li avrei dovuti restituire non appena avrei potuto, ma ogni settimana, fino a quando non avrei restituito i cinque milioni, avrei dovuto dare alla loro organizzazione cinquecentomila lire. Praticamente con dieci settimane, gli ho dato il doppio di quanto mi avevano prestato.
Il racconto di Marcello prosegue: “Loro hanno modi accomodanti, ti fanno credere di essere pronti ad aiutarti, ti strozzano col sorriso sulle labbra. Andai avanti per diverse settimane, poi mi capitò una disgrazia in famiglia, mi ritrovai con problemi veramente gravi, non riuscivo più a dare la cifra settimanale stabilita, ci fu una serie di circostanze per le quali non riuscii più a pagare. Alla fine si sono presi il negozio. Minacciarono me, mia moglie, la mia famiglia, in quel momento io stavo male, ebbi un gravissimo lutto e subii un intervento chirurgico, ma ovviamente non si impietosirono. Per loro contano solo i soldi, mi dissero che l’unica via d’uscita possibile era dargli il negozio. Accettai, pur di uscirne. E ancora oggi, quando passo davanti al mio vecchio negozio di Ferramenta, mi piange il cuore e penso a quanto sia stato stupido nel fidarmi di queste persone prima e nel non denunciarle poi. Avevo due bambini piccoli e una moglie. mi sono fatto sconfiggere dalla paura“.

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