TANGENTI, AERONAUTICA MILITARE: PIENA FIDUCIA IN MAGISTRATURA
“In riferimento all’operazione in corso volta a verificare la correttezza di alcuni atti amministrativi, presso il Reparto Genio dell’Aeronautica Militare di stanza a Ciampino“, in una nota l’Aeronautica militare esprime “piena fiducia nell’operato della Magistratura“.
TANGENTI, TRUCCAVANO APPALTI PER BASI AERONAUTICA MILITARE: 8 ARRESTI
Dalle prime ore di questa mattina, i militari del Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente, in collaborazione con i Comandi Provinciali Carabinieri di Roma e Latina nonché con il Comando Carabinieri per l’Aeronautica Militare, stanno eseguendo otto ordinanze di custodia cautelare e numerose perquisizioni emesse dal G.I.P. del Tribunale di Velletri in relazione ad un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Velletri, che ha disarticolato un sodalizio criminale composto da imprenditori e dipendenti civili e militari del 2° Reparto Lavori Genio dell’Aeronautica Militare di Ciampino i quali, attraverso un consolidato sistema corruttivo, hanno sistematicamente alterato le gare d’appalto, per un valore di quasi nove milioni di euro, bandite dall’ente ed inerenti la manutenzione ordinaria e straordinaria di edifici adibiti a vari usi ubicati presso diverse installazioni dell’Aeronautica Militare. I dettagli dell’indagine saranno resi noti nel corso della conferenza stampa che il Procuratore Capo di Velletri terrà presso il Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente alle ore 12.30 odierne.
L. STABILITÀ. LAVAGNO: OK EMENDAMENTO GOVERNO SU MALATI MESOTELIOMA
“È estremamente positivo che il Governo, nel proprio pacchetto di emendamenti alla Legge di Stabilità, abbia preso atto della situazione relativa al pagamento delle prestazioni assistenziali agli eredi dei malati di mesotelioma. Avevo rappresentato la necessità di porre rimedio alla situazione che si era venuta a creare durante un incontro al Ministero del Lavoro a cui ho partecipato, nelle settimane scorse, insieme ai rappresentanti delle associazioni dei famigliari, delle sigle sindacali, del Fondo Nazionale e ad altri colleghi parlamentari. Con questamisura si prevede che l’accesso alle prestazioni sia garantito agli eredi delle vittime di mesotelioma che non avevano presentato istanza, riconoscendo il ritardo di emanazione del decreto interministeriale che ne stabiliva le modalità. Pur nei limiti di una fase sperimentale si ristabilisce un punto importante riconosciuto nella Legge di stabilità dello scorso anno, cioè che venga riconosciuto un risarcimento non solo alle vittime ‘professionali’ legate all’amianto, ma anche a quelle cosiddette ‘ambientali‘”. Lo dichiara il deputato del Pd di Casale Monferrato Fabio Lavagno.
BANCHE, STORACE: SU RENZI E BANKITALIA PESA VITA PENSIONATO CIVITAVECCHIA
“Renzi aveva promesso di battere i pugni sul tavolo in Europa e il presidente della sua regione, Enrico Rossi, per dargli manforte aveva suggerito di dare “cazzotti”. È finita che le sberle le ha prese il premier“. Lo scrive in una nota Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra e vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio a proposito della vicenda del Salvabanche e del suicidio del pensionato di Civitavecchia.
“Con la salvaBoschi Renzi ha fatto solo casini: un’operazione spericolata e censurata dall’Unione Europea. Ben fa sperare – prosegue Storace – l’apertura di un fascicolo in Procura sulla tragedia del pensionato suicida. Il Salvabanche è una figuraccia vergognosa, che espone il risparmio nazionale a rischi ulteriori. L’adesione di Renzi alla Commissione d’inchiesta parlamentare è ridicola e conferma che Palazzo Chigi brancola nel buio più totale. In tutto questo – aggiunge Storace su Il Giornale d’Italia – brilla l’inerzia di Bankitalia, con il governatore Visco incapace di segnalarsi con degne iniziative di controllo. Il sangue del pensionato di Civitavecchia è stato versato da usurai senza scrupoli, da chi ha prima illuso quell’uomo e poi gli ha rovesciato addosso il mondo e un destino con una infame prospettiva: quella della povertà dopo aver visto dilapidare centomila euro. Si scopre a prezzo della vita la spietatezza del Bail in, il meccanismo escogitato proprio in Europa per scaricare sui correntisti i guai provocati da banche dissennate. Colpa dell’Europa che comanda – conclude Storace – o dell’Italia che subisce?“.
L. STABILITÀ: EMENDAMENTO RELATORI SU PROVINCE, PREVISIONE BILANCIO SOLO PER 2016
Le province e le città metropolitane potranno predisporre il bilancio di previsione per la sola annualità 2016. Lo prevede l’emendamento alla legge di stabilità presentato dai relatori in commissione Bilancio alla Camera. La modifica stabilisce, inoltre, che “al fine di garantire il mantenimento degli equilibri finanziari” gli enti possono applicare al bilancio di previsione “l’avanzo libero e destinato“.
STABILITÀ: EMENDAMENTO RELATORI, A REGIONI 500 MLN IN PIÙ PER TAGLIO DEBITO
Aumenta di 500 milioni il contributo per la riduzione del debito delle regioni a statuto ordinario. Lo prevede un emendamento alla legge di stabilità, presentato dai relatori in commissione Bilancio alla Camera. La manovra fissa a 1,3 miliardi le risorse attribuite agli enti nel 2016; mentre la proposta di modifica fa salire a 1,9 miliardi la dotazione complessiva.
Giulia Latorre, la figlia ventunenne del marò Massimiliano, è intervenuta questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Giulia ha dato una notizia. Questo Natale lo passerà con suo padre, che è in Italia: “Questa vicenda va avanti da quattro anni, la fortuna di quest’anno è che il Natale lo passeremo insieme, perché mio papà è in Italia. Questo mi fa piacere ma solo fino a un certo punto, perché Salvatore è comunque in India e non va bene. Continuiamo tutti a chiederci quando finirà questa storia“.
Giulia è tornata a parlare di quelli che la tormentano su internet: “Purtroppo non sono normali, perché le persone normali non scrivono certe cose a una ragazza di 21 anni come me. Ci sono uomini, anche grandi, che mi molestano, che mi scrivono cose tipo “Sei bellissima”, “Escile”, “Mi ti vorrei fare”. Molestie sessuali praticamente, ma la prendo a ridere, se ogni volta che mi scrivono cose del genere dovessi denunciare non vivrei più. In tanti mi scrivono anche che mio padre è un assassino, che ha ucciso gente innocente, ma io so che non è vero, quindi me ne infischio di quello che dice la gente. Le persone ci godono a farti del male“.
Giulia ha sempre il sogno di entrare nel mondo dello spettacolo: “E’ il mio sogno, ma ultimamente non ci sto molto attenta. Se mi cercano bene, altrimenti pazienza. Sarei dovuta entrare al GF, ma poi per vari motivi me lo hanno impedito. Neanche lo potrei dire, ma sai com’è, la gente dice che io voglio andare al GF per sfruttare la storia di mio padre, ma io questa ambizione ce l’ho sempre avuta, al di là della vicenda personale di mio papà. Io voglio fare la mia vita, se domani mi chiama “Avanti un altro” ci vado, con il cognome di mio padre o no. Non ho voluto io essere conosciuta, io se potessi cambierei il mio cognome su Facebook così la gente la smette di rompermi le scatole. Vorrei solo vivere la mia vita come una persona normalissima. Se il GF dovesse chiamarmi io ci andrei di corsa, perché chiunque lo farebbe. Sono stati loro a chiamarmi, non ho fatto provini, non ho fatto nulla. Se mi dovessero chiamare la prossima volta direi di sì senza problemi. Non mi interessa di chi sono figlia, mio padre ha fatto il suo lavoro come gli altri militari. Ho visto il GF quest’anno, ci sarei stata alla grande in quella casa, mi sarei divertita tantissimo. Sono esperienze che si fanno nella vita. Tutti mi dicono che sono divertentissima e simpatica, a me piace avventurarmi“.
Poi Giulia torna sul Natale, che passerà con suo padre: “Sono emozionata perché è il primo Natale che passeremo insieme in Italia dopo tutta la storia. Se ho già deciso che regalo gli farò? Non lo so, magari lo porterò al ristorante indiano. No dai, ovviamente sto scherzando, non ho ancora pensato a un regalo, mi riduco sempre all’ultimo minuto“.
Manlio Di Stefano, Capogruppo M5S in Commissione Affari esteri e comunitari, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo”, condotta da Fabio Stefanelli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
“Un grave errore che si fa è dividere il tema del terrorismo da quello dell’immigrazione –ha affermato Di Stefano-. Il terrorismo è una delle cause principali dell’immigrazione, insieme alle guerre. Sulla Siria è giusto che il governo non intervenga, speriamo che mantenga fede a questa decisione. Anche se ha votato per il rifinanziamento della missione in Afghanistan. La presenza militare sui terrori tori arabi fa aumentare il rischio attentati. Non è un caso che finora gli attentati sono stati fatti nei Paesi maggiormente presenti su quei territori, come Usa e Francia. Loro vedono quella presenza come un’invasione del loro territorio e aumenta l’odio nei confronti di quei Paesi. Minor interventismo equivale a maggiore sicurezza in patria”.
“I primi due commerci dell’Isis sono petrolio e beni artistici –ha spiegato Di Stefano-. Poi c’è il traffico degli immigrati, che dobbiamo combattere facendo una lotta feroce agli scafisti. Ma dobbiamo anche combattere le cooperative italiane in odore di mafia che speculano, facendo business sull’accoglienza dei migranti. Dobbiamo rompere questo meccanismo e fare in modo che il migrante stia il meno possibile nei centri di prima accoglienza”.
“La Turchia è un Paese che sta già nella Nato, pretende di entrare in Europa, ma nel frattempo fa affari con i terroristi dell’Isis –ha affermato Di Stefano-. Si parla di 850 cisterne di petrolio che ogni giorno entrano in Turchia, e indietro vanno soldi e armi, le stesse armi che hanno insanguinato Parigi. Non è logico che la Turchia stia nella Nato in una coalizione che dovrebbe difenderci. La decisione dell’Ue di dare 3 miliardi alla Turchia per l’emergenza immigrazione ha la stessa puzza dell’accordo fatto tra Berlusconi e Gheddafi per i campi di sterminio degli immigrati in mezzo al deserto. Stanno dando soldi alla Turchia per fargli risolvere il problema degli immigrati in casa come meglio crede e, non essendo un Paese democratico, sicuramente lo risolverà violando i diritti umani. Questo è un atteggiamento ipocrita e pericoloso”.
“Bisogna poi fare attenzione alla cessione di privacy e sovranità per la paura del terrorismo –ha detto Di Stefano-. Trump dice di chiudere internet, in Italia si parla di Intelligence che possa accedere a qualsiasi riferimento a ogni cittadino. Si può combattere il terrorismo senza perdere la nostra privacy e la nostra sovranità”.
IL GIALLO DI ARCE: LO STRANO SUICIDIO DEL BRIGADIERE SANTINO TUZI.
Maria Tuzi (figlia di Santino) a Radio Cusano Campus: “Mio padre non si è suicidato, si è trovato coinvolto in una situazione più grande di lui legata alla morte di Serena. Ecco perchè da tempo stiamo cercando di far riaprire il caso. Il 18 dicembre a Sora in una manifestazione pubblica renderemo note alcune anomalìe che gli avvocati hanno scoperto scavando tra le carte dell’inchiesta”
Rischia di essere archiviato il caso della morte della diciottenne Serena Mollicone, la studentessa di Arce scomparsa il 1° giugno 2001 e trovata senza vita due giorni dopo nel boschetto di Fonte Cupa, in località Anitrella. Fu invece chiuso subito e archiviato come “suicidio“, il caso del Brigadiere Santino Tuzi, morto appunto suicida nell’aprile del 2008, due giorni dopo aver dichiarato di aver visto Serena Mollicone entrare nella Caserma dei carabinieri di Arce durante il suo turno di guardia il giorno in cui la giovane sparì.
Maria Tuzi, figlia del Brigadiere Santino, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “La Storia Oscura” su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
“Io non credo che mio padre si sia suicidato -ha affermato Maria Tuzi- perché il periodo che stava vivendo non era brutto, non era depresso, non aveva motivo di suicidarsi. Io in quel periodo ho avuto un bambino e lui mi diceva sempre: “Tranquilla che fra qualche mese vado in pensione e il bimbo te lo tengo io, non hai bisogno di pagare qualcuno”. Quindi faceva anche programmi a lungo termine. Il giorno in cui è morto, mio padre ha ricevuto una telefonata. È uscito dicendo: “Vado un attimo ad Arce e torno subito”. Era sicuramente uscito per tornare, non ci ha fatto pensare che non sarebbe tornato. Una sua amica lo ha invitato a prendere un caffè da lei, lui ha detto: “Vado urgentemente ad Arce, poi quando torno prendiamo il caffè”. Questo mi fa pensare che non aveva intenzioni suicide. Non abbiamo il prosciutto davanti agli occhi, se fosse stato depresso ce ne saremmo accorti. Anche il suo medico ha detto che non ha mai fatto uso di farmaci antidepressivi”.
“E’ strano che una persona che vuole suicidarsi si spara il colpo al cuore -ha aggiunto Maria-. Generalmente ci si spara alla tempia. La pistola era sistemata sul sedile di fianco, non l’aveva né in mano, né era caduta per terra sul sedile. A casa mio padre non ha mai fatto riferimento al caso di Serena Mollicone. Lui ci diceva che i carabinieri stavano indagando, non ci ha mai dato informazioni. Lui diceva che a volte la tv ingrandisce le cose, non dava mai informazioni precise sul caso, sviava sempre l’argomento”.
“Stiamo cercando di far riaprire le indagini sulla morte di mio padre -ha aggiunto Maria Tuzi-. Il 18 dicembre prossimo al comune di Sora organizzeremo una manifestazione per ricordare mio padre e dare notizia di alcune novità che abbiamo trovato leggendo le carte dell’inchiesta. Il caso di mio padre per noi risulta collegato al caso di Serena. Abbiamo riscontrato delle anomalie. Stiamo collaborando con il padre di Serena, speriamo che lui riesca a non fare archiviare quel caso mentre noi cerchiamo di far riaprire il caso legato alla morte di mio padre. Secondo me mio padre si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, si è trovato coinvolto in una situazione più grande di lui e non l’ha saputa gestire. E’ stato minacciato e quindi è stato costretto a coprire qualcosa che lui voleva dire già prima dell’interrogatorio prima della sua morte. Alla fine si è liberato, fornendo quella deposizione ai magistrati”.