venerdì 13 Dicembre 2024,

Cronaca

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Rom: appello a presidenti Regioni, abrogare campi nomadi

scritto da Redazione
Rom: appello a presidenti Regioni, abrogare campi nomadi

E’ opportuno abrogare le leggi regionali che istituzionalizzano i campi nomadi e promuovere politiche in favore dell’inclusione sociale di queste comunità: con la nuova campagna “Stop all’apartheid dei Rom!“, che prende il via oggi, l’Associazione 21 luglio dice basta a ogni forma di discriminazione nei confronti dei rom e sinti che vivono in Italia e lancia un appello con raccolta di firme per chiedere ai presidenti delle Regioni Lazio, Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Sardegna, Friuli Venezia Giulia e Umbria l’immediata abrogazione delle rispettive leggi regionali.
Dei circa 170 mila rom e sinti che vivono in Italia – rende noto l’associazione – 40 mila vivono all’interno dei campi nomadi. La politica dei campi, nel nostro Paese, ha preso avvio nel 1984 quando nove Regioni italiane e la provincia autonoma di Trento hanno approvato leggi ad hoc per la “tutela delle popolazioni nomadi“, ispirate all’idea di tutelare il diritto al nomadismo delle comunità rom e sinte. Secondo l’associazione, invece, la stragrande maggioranza di rom, sinti e caminanti in Italia non è nomade e ha anzi uno stile di vita sedentario. Negli anni – sottolineano – le leggi regionali, assieme allo stereotipo mai superato di “rom=nomade“, hanno di fatto legittimato e sostenuto politiche incentrate sulla costruzione di insediamenti riservati ai soli rom, in spazi isolati,recintati, distanti dalla città e lontani dai diritti, favorendo così la ghettizzazione, la stigmatizzazione e la segregazione delle comunità rom e sinte in Italia. Si è in tal modo istituzionalizzata una sospensione dei diritti umani di rom e sinti attraverso norme progettate specificamente solo per loro.
Con la campagna “Stop all’apartheid dei Rom!” e con l’appello alle Regioni, l’Associazione 21 luglio è convinta che combattendo l’esclusione e la discriminazione attraverso una legislazione adeguata e implementando programmi efficaci a promuovere l’inclusione sociale dei rom e dei sinti, sarà possibile rompere il muro dell’apartheid che di fatto separa oggi la società dalle comunità rom e sinte presenti sul territorio.

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