giovedì 02 Maggio 2024,

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Riassetto della rete ospedaliera regionale. “Posti letto e nuovi servizi? A babbo morto”

scritto da Redazione
Riassetto della rete ospedaliera regionale. “Posti letto e nuovi servizi? A babbo morto”

Mentre il presidente della Regione Lazio, l’ottimo Zingaretti, seguito dalle sue truppe di mare, di cielo e di terra, propaganda il suo nuovo piano di riassetto della sanità, i dati promozionati di questa preziosa reliquia si accavallano, si contraddicono spesso con dichiarazioni agli antipodi in qualche caso anche comici.
Il progetto illustrato, a chiacchiere, ai soli sindacati, il presidentissimo ha definito il neo piano “di vastissima portata, mai tentata nella Regione Lazio. Tutto questo per demolire la vergogna delle liste di attesa, tara storica del sistema sanitario pubblico regionale”.
Il guru regionale afferma inoltre, con voce marziale, che “metterà in campo 100 mila ulteriori prestazioni sanitarie, che devono essere eseguite entro un arco temporale di tre mesi”.
Tanto è vero, si sostiene in ambienti Asl, che nei prossimi giorni gli ospedali richiameranno i cittadini in fila (forse da mesi se non anni) nell’attesa di una prestazione sanitaria, chiedendo loro se vogliono anticipare la data dell’esame.
Ma non vi sembra comico quanto si conferma?
Ma vi pare che un cittadino bisognoso di un’analisi urgente, al quale casomai gli è stata assegnata un data cosiddetta a “babbo morto”, rifiuti l’anticipo temporale di questa?
Stiamo dunque alla presa in giro perpetua della zona dove non batte mai il sole?
Modestamente, da quelle che sono le dichiarazioni e le notizie fatte filtrare ad arte dall’Ente dove i buffi hanno invaso anche i sottoscala, sembra proprio di sì.
Per meglio chiarire lo scenario ai nostri lettori, possiamo aggiungere alcune altre chicche contenute nel famoso piano di riassetto della sanità laziale.
Rimanendo in ambito provinciale gli interventi che dovrebbero contare realmente sulle necessità vere dei cittadini utilizzatori, sono scarsi e con zero peso per quanto concerne l’organizzazione delle prestazioni.
Zingaretti e i suoi epigoni in terra pontina affermano che in totale l’Asl di Latina nei prossimi tre mesi metterà a disposizione dei propri assistiti una maggiore produzione pari a circa 12.330 prestazioni su una griglia di dodici esami.
Nel dettaglio si tratta di 3.664 ecografie, 1.896 tac, 1.320 ecocolordoppler, 576 risonanze magnetiche, 2.469 visite specialistiche, 756 spinometrie, 372 gastroscopie, 200 holter, 114 ecg da sforzo, 144 scintigrafie, 192 pet e 567 ecocardio.
Anche se i CUP regionali, di fatto, con la nuova gara di appalto sono stati completamente smembrati.
In ogni modo chi ci crede alzi la mano!
Ma se la Regione ha preso questo onere, noi ci assumiamo l’impegno di verificare la reale messa in campo delle 12 mila nuove prestazioni.
Adesso, però, veniamo alle cose serie: diamo uno sguardo a quello che realmente potrebbe calare sul territorio pontino.
La riorganizzazione dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) conferire al sistema sanitario ben 240 posti letto in più negli ospedali delle province, di cui 65 a Latina.
Da 1.633 presidi si passerà a 1.690, l’ospedale del capoluogo raggiungerà la ragguardevole cifra di 535posti letto, contro gli attuali e insufficienti 465. Posti letto che andranno a incrementare l’area medica, l’emergenza e il reparto psichiatrico.
Per l’ospedale di Terracina è prevista la realizzazione di una pista di atterraggio per elisoccorso, operativa esclusivamente con il sole. Durante la notte sarà sostituita con quella del presidio formiano.
Il bello o il brutto di questa nuova strategia è l’aumento sproporzionato dei posti letto degli ospedali posti in provincia: per il Fiorini 4, mentre quei raccomandati di Formia ne avranno ben 8.
Allora ci chiediamo: con questi numeri, dove credono di portarci?
Onestamente e senza ostracismi di sorta: riteniamo da nessuna parte.

Riccardo De Matteis

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