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Regione Lazio – sanità. Rocca e Angelucci: Privato non è affatto bello!

scritto da Redazione
Regione Lazio – sanità.  Rocca e Angelucci: Privato non è affatto bello!

Anche con la nuova Giunta di centro destra continua, nel Lazio, il depotenziamento del Servizio sanitario regionale, lasciando ulteriore spazio all’iniziativa privata. Spicca, infatti, l’assegnazione, fatta negli ultimi giorni, di 22 milioni e 900 mila euro alla “sanità privata accreditata” per ottenere la disponibilità di 350 posti letto.

Il neopresidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, per tamponare l’insostenibile situazione dei tempi d’attesa nei pronto soccorso laziali (22 ore in media contro le 9 a livello nazionale) assegna circa la metà dei 22 milioni e 900 mila euro stanziati, al suo ex datore di lavoro Antonio Angelucci (Il ras della sanità privata) con la motivazione di “strappare l’infame maglia nera dei tempi d’attesa nei nostri ospedali”.

Questo provvedimento, già operativo dal 10 maggio, non risolverà di certo la grave carenza di organico negli ospedali pubblici, ma farà intascare molti milioni di euro dei cittadini laziali alla sanità privata, presso la quale Rocca ha lavorato fino a poco prima del suo incarico di Presidente della Regione. Rocca era, infatti, nel Cda del San Raffaele (di proprietà degli Angelucci) e prima ancora alla guida di Confapi Sanità, insieme a Giampaolo Angelucci, figlio di Antonio, che usufruirà dei fondi per l’urgenza la quale (urgenza) destinerà la maggior parte dei fondi, pari a 5.1 milioni, al suo San Raffaele di Rocca di Papa (nonostante che questa struttura sia stata chiusa durante il Covid a causa di un cluster che ha causato la morte di 40 anziani) e altri 2,2 milioni all’altra struttura di sua proprietà, il San Raffaele di Velletri.

Questo “Progetto sperimentale di gestione del sovraffollamento dei Pronto Soccorso”, con il quale si assegnano ancora soldi a pioggia alla sanità privata, dovrebbe decongestionarli ma senza tenere conto che le “cliniche private” saranno difficilmente in grado di gestire i pazienti complessi.

Due le gravi conseguenze che questo dissennato progetto produrrà: gli utenti non riceveranno un servizio qualitativamente adeguato e la spesa sanitaria sarà più costosa perché, ancora una volta, invece di aumentare gli organici nei presidi ospedalieri pubblici si ricorre alla “più onerosa” sanità privata!

Un film già visto decine di volte in questi ultimi anni, una vera e propria espropriazione della sanità pubblica a favore di quella privata che ha realizzato così, a partire dal 2008, un predominio del privato accreditato sul pubblico, con la chiusura dei piccoli ospedali, i tagli dei posti letto e gli accreditamenti indiscriminati ai privati, a scapito del potenziamento e dell’utilizzo delle strutture pubbliche.

Una sapiente regia che, in tutti questi anni, ha portato a non far funzionare il pubblico per obbligare i cittadini a rivolgersi al privato. Contrastare i danni della privatizzazione e del regionalismo differenziato in Sanità sarà la sfida e l’impegno di tutti coloro che, difendendo il diritto alla salute e al Servizio Sanitario Nazionale a carattere universale, difenderanno la nostra Costituzione, l’unità del Paese, la sua coesione sociale e la dignità di tutte le lavoratrici e i lavoratori della Sanità pubblica.

Loredana Fraleone – Segretaria Rifondazione Comunista della Regione Lazio

Giorgio Demurtas – Responsabile regionale Sanità

 

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