martedì 30 Aprile 2024,

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Latina. “Fermate i lavori al D’Annunzio”

scritto da Redazione
Latina. “Fermate i lavori al D’Annunzio”
A seguito dell’annunciato ripristino dell’uso del Teatro D’Annunzio mi sono voluta documentare sull’esatta procedura adottata dal Comune per ottenere la qualificazione dai Vigili del Fuoco e la successiva idoneità. La scoperta è stata deludente in quanto i tecnici hanno scelto di operare per la vie più semplice  senza tentare di seguire procedure diverse che invece di vedere menomato l’uso del palcoscenico ne avrebbero conservato almeno in buona parte le caratteristiche originali. Mi riferisco al fatto che attualmente, se si prosegue sulla stessa strada intrapresa, il teatro D’annunzio rischia di essere utilizzabile solo come palcoscenico per le recite di fine anno scolastico o per qualche premiazione di un certo rilievo, Infatti con la scelta adottata si sono solo ridotti di molto gli spazi di scena a cui manca l’idoneità per un uso più complesso. Quindi sarà impossibile la rappresentazione di musica sinfonica con orchestra o qualsiasi allestimento di opera lirica, insomma un teatro per rappresentazioni in stile più che monastico. Eppure la normativa  europea offre alternative che scavalcano i limiti imposti dalla validazione dei Vigli Del Fuoco come il ricorso all’Istituto in Deroga, certificazione più solida e cogente o il ricorso al Fire Safety Engineering (in Italia il ricorso alla Fire Safety Engineering è di fatto concretizzabile sia per le attività non normate dal Codice di Prevenzione Incendi (RTO) percorrendo la soluzione alternativa, sia su tutte le attività normate in caso di istituzione della Deroga).
Certo si deve lavorare di più e forse incrementare la somma destinata al ripristino ma di sicuro avremo un teatro degno di questo nome, come è nelle ambizioni dei Latinensi. Il nostro candidato sindaco Gianni Chiarato ha immediatamente attivato ogni iniziativa che tende a modificare il tipo di intervento programmato dal Comune sul Teatro D’Annunzio  per scongiurare questa “moncatura” che renderebbe la città priva di espressione e non adatta a recepire il messaggio artistico nella sua bella complessità.

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