domenica 05 Maggio 2024,

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FI, D’Alessandro a Fitto: calo consensi colpa di chi marca differenze

scritto da Redazione
FI, D’Alessandro a Fitto: calo consensi colpa di chi marca differenze

In politica, la comunicazione se non è tutto è parte preponderante, come sanno bene Raffaele Fitto e gli amici che a lui si riferiscono. E’ quindi fuori luogo accusare Silvio Berlusconi di aver fatto perdere voti a Forza Italia, quando il motivo del calo di consensi è quasi tutto da addebitare a coloro che non perdono occasione per marcare pubblicamente differenze e distinzioni, imputando al leader il ‘tradimento’ degli ideali del partito, invece di difendere le ragioni di fondo di una scelta che ci ha fatto tornare centrali nel quadro politico-istituzionale, anche con il non trascurabile risultato di spaccare il Partito Democratico“. Lo dichiara, in una nota, Luca D’Alessandro (FI). “Questi cali, evidentemente – continua D’Alessandro – , (al di la’ delle cause esterne, della persecuzione da parte della magistratura e della conseguente inagibilità politica del suo leader) si sono già avuti in occasione del tradimento di Fini e della scissione di Ncd, con eccessi di comunicazione e di polemica antiberlusconiana che hanno disorientato e allontanato gli elettori. Analogamente sta capitando oggi. Bisogna mettersi in testa che a vivere di politica sono solo gli stessi politici e una minoranza di cittadini davvero appassionati della materia. Gli altri, la stragrande maggioranza, quella silenziosa e per nulla appariscente, vivono ben altre emergenze (a partire dal bilancio familiare) e limitano l’attenzione alle polemiche e ai dissidi interni di un partito alla sola lettura di qualche titolo di giornale, magari fondando la propria opinione proprio su questo giudizio comprensibilmente superficiale. Quando si organizzano infuocate conferenze stampa polemiche e accusatrici, dichiarazioni (singole o in batteria), retroscena, interviste, interventi politici e quant’altro per rimarcare il ‘tradimento’ di Berlusconi agli ideali di Forza Italia, quando una minoranza cerca di far credere di essere una maggioranza solo perché quest’ultima è riservata e rispettosa (con ciò instillando l’idea di essere i depositari del pensiero berlusconiano più di Berlusconi medesimo), quando in modo surreale – a dispetto di questo can can mediatico – si accusa il partito di essere sovietico e di impedire libertà di parola, non ci si può e non ci si deve lamentare se gli elettori si allontanano. Perché è inevitabile che ciò accada. E questo avviene proprio per i motivi appena espressi, non in conseguenza di scelte politiche, coraggiose e lungimiranti, per il bene del Paese, soprattutto se queste ultime sono difese e usate come una conquista politica. Se questi amici avessero usato la stessa energia e i medesimi canali mediatici per sostenere e difendere le sofferte decisioni di Berlusconi, per rivendicarle come una conquista ancora più importante perché conseguita in un momento assai difficile per lui e il suo partito, se si fosse data la sensazione di essere uniti nelle avversità e non lacerati dalle liti interne, oggi vivremmo una situazione molto diversa, sicuramente più florida, perché il popolo del centrodestra avrebbe compreso e condiviso una scelta importante e si sarebbe schierato in modo compatto e convinto intorno al suo leader, cosi’ come avrebbe dovuto fare il partito nella sua interezza, e ancor di piu’ coloro che si professano berlusconiani, leali e fedeli, dimostrando invece di essere tutt’altro“.

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