giovedì 02 Maggio 2024,

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“Di tutto di più”

scritto da Redazione
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PSR LAZIO, PALOZZI (FI): “TUTTO PRONTO PER LA TAPPA FI A MARINO”
E’ tutto pronto per l’incontro, organizzato dal gruppo consiliare di Forza Italia Regione Lazio, dal titolo “PSR Lazio 2014-2020, opportunità e ricadute per il territorio”, che si svolgerà venerdì 26 febbraio, a partire dalle ore 17.30 presso il Grand Hotel Helio Cabala, a Marino in via Spinabella 13-15. Si tratta di una delle tappe di un tour che sta toccando tutte le province del territorio regionale, a cui saranno presenti anche il capogruppo FI Antonello Aurigemma, e i colleghi Mario Abbruzzese e Pino Simeone. L’obiettivo è quello di illustrare a comunità, associazioni e realtà produttive le opportunità e le potenzialità del nuovo Piano di sviluppo rurale. A mio giudizio, infatti, il Psr può davvero rappresentare una delle chiavi di volta per rilanciare un settore come l’agroalimentare, che nel Lazio conta numerose eccellenze. Questo programma, inoltre, se ben organizzato e attuato dalla Regione Lazio, è fondamentale strumento operativo e finanziario per gli interventi nel settore agricolo, forestale e rurale e, quindi, incidere in maniera determinante sullo sviluppo e sulla crescita delle attività imprenditoriali. Per questa ragione l’incontro sarà l’occasione propizia per confrontarsi in maniera aperta e condivisa con le imprese e le categorie produttive dei Castelli Romani e della provincia a sud di Roma, e per fornire risposta alle numerose perplessità delle aziende. Il PSR Lazio 2014-2020, se applicato con concretezza, sarà uno strumento utile e importante per lo sviluppo della nostra agricoltura”. Così, in una nota, il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi.


Lucio Malan, Senatore di Forza Italia, e Sergio Lo Giudice, Senatore del Pd, e sono intervenuti ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
In merito alla legge sulle unioni civili. “Il problema è che qui non si è neppure giocata la partita –ha affermato Malan a Radio Cusano Campus -. La partita è fatta di un esame in commissione e in aula articolo per articolo. Invece in commissione e in aula non c’è stato neppure un voto. L’unico voto è quello di fiducia. Il premier Renzi ha paura che le persone esprimano le proprie idee. Ma ora con le elezioni gli arriveranno delle legnate, a partire dalle amministrative fino ad arrivare al referendum di ottobre. Lui vuole un Paese in cui lui può fare quello che vuole e gli altri non hanno neppure diritto di parlare. Questo disegno di legge sulle unioni civili è orrendo. Verdini in maggioranza? Già lo è. Ieri ha fatto la grottesca finzione di dire per non avrebbe votato la fiducia e invece ha cambiato idea. Io credo che lavorasse per la maggioranza quando era ancora in Forza Italia. Ma il punto non è cosa fa Verdini, il punto dovrebbe esserci la possibilità di esprimersi e votare articolo per articolo. Persino con il governo Prodi che aveva una maggioranza risicatissima in Senato, si sono fatte più di mille votazioni pur di non mettere la fiducia. Invece in questo caso si è violata in modo spudorato e violento la Costituzione. C’è una sola persona, Matteo Renzi, che decide se votare sì o no. E’ come nel fascismo, quando il governo Mussolini diceva: voti sì al governo o no? In quel caso se votavi no finivi all’ospedale o al cimitero. Questo ddl è una presa in giro. Viene tolta formalmente l’articolo delle adozioni però c’è una frase che dice che restano vigenti le attuali norme che riguardano le adozioni. E’ una cosa puramente di facciata. L’unica cosa che ha salvato Alfano è il suo posto al governo”.
Sul tema è intervenuto anche Sergio Lo Giudice. “L’impressione – ha affermato Lo Giudice a Radio Cusano Campus – è di un giorno di festa rovinato da una mancanza. Noi oggi stiamo portando a casa una legge sulle unioni civili che è monca di un pezzo fondamentale, non solo perché riguarda i diritti dei bambini ma anche perché l’approvazione di questa norma avrebbe dato un surplus di riconoscimento di dignità per queste famiglie. E’ stata un’occasione mancata. Comunque si porta a casa un’ottima legge per i diritti delle coppie omosessuali, che avranno tutti i diritti sociali previsti dal matrimonio. Stamattina, con altri senatori del Pd, abbiamo presentato un ddl che punta a modificare il codice civile, cancellando l’obbligo di fedeltà nel matrimonio, che è un principio obsoleto. Proponiamo un unico articolo in cui si dice che negli obblighi reciproci della coppia nel matrimonio, venga cancellata la parola fedeltà. E’ evidente che quello con Ncd è un compromesso al ribasso. Non avere avuto la possibilità in questo strano parlamento di una sponda reale nel M5S, con cui avevamo iniziato un percorso che loro hanno abbandonato a metà strada, ci ha consegnato nelle mani di Ncd. Dichiarazioni di Alfano? Alfano può dire quello che vuole, capisco che sia in grande difficoltà a far accettare al suo popolo una legge che lui ha sempre definito simil matrimonio. Alfano non potrà impedire ai gay di avere dei figli, li hanno sempre avuti, magari con dei matrimoni di convenienza che finivano subito dopo la nascita di un figlio. Il riconoscimento legale che è stato negato alle famiglie omogenitoriali, noi ce lo prenderemo attraverso la giurisprudenza. Nel maxiemendamento infatti abbiamo aggiunto che resta fermo quanto previsto in tema di adozioni dalle norme vigenti. Ciò che significa dire ai giudici di andare avanti sulla strada del riconoscimento di queste adozioni. Il Pd ha una questione irrisolta dalla sua nascita sul tema dei diritti civili. Deve comprendere che un partito che sta nel partito socialista europeo, non può permettersi di avere una posizione così difforme dal resto dei paesi europei”.


Il cantautore Scialpi è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
In merito alla cancellazione dell’intervista che l’artista avrebbe dovuto rilasciare a Domenica In con suo marito. “A Domenica In sono stato chiamato 6 volte nell’arco di 10 giorni –ha raccontato Scialpi- perché prima dovevamo fare l’intervista in un modo, poi in un altro. Ci hanno detto: “non parlate del vostro matrimonio”, poi “non parlate di unioni civili”, poi il pezzo nuovo no e i pezzi vecchi sì, poi solo il pezzo nuovo. Alla fine, dopo che avevano ufficializzato la nostro presenza, dopo un messaggio della Perego che mi diceva che era contenta di ospitarmi, hanno cancellato l’intervista. L’intervista era in diretta e questo spiega perché all’ultimo minuto è arrivato l’ordine dall’alto che ha detto di lasciar perdere. Ci eravamo accordati che avrei cantato la canzone “Pettirosso” con mio marito. La convocazione era alle 14, alle 13 è arrivata una telefonata al mio ufficio stampa e gli hanno detto che l’argomento era saltato. La canzone era fatta in modo indipendente, quindi scevra da poteri forti. Chi fa il produttore in modo indipendente in Italia ha vita dura. Si va sempre controvento, soprattutto quando c’è il vento della discriminazione. La Perego ha detto che l’appuntamento è soltanto rinviato? Di solito quando si rimanda, si dà anche la data successiva, come accade per i concerti rinviati per pioggia. Noi invece non siamo stati più ricontattati. La Perego ha detto che si sarebbe impegnata per fare la puntata, lei è una mia amica, ma non dipende da lei”.
In merito al rifiuto della sua partecipazione a Sanremo. “C’è un precedente che è Sanremo –ha affermato Scialpi-. Ho chiesto a Conti di partecipare quest’anno con la mia canzone non mi è stata data risposta. Ha letto i whatsapp che gli mandavo ma non mi rispondeva, così come l’ex direttore di Raiuno Giancarlo Leone. Potrebbe anche essere stata una scelta artistica, ma comunque avrebbero dovuto comunicarmelo come hanno fatto con gli altri colleghi. Forse invitare due uomini sposati al festival di Sanremo per loro era troppo, hanno preferito mettere i nastrini arcobaleno. E’ il contentino che si dà, quando invece il vero concetto di avere due persone sposate sul palco non è stato accettato. E’ stata una pagliacciata all’italiana, che serve per far sì che siamo tutti solidali, siamo tutti d’accordo e poi ognuno si fa i cazzi suoi. A chi prende il colpo in testa non si è solidale. Solo Saturnino, il bassista di Jovanotti, ha detto che la canzone più bella era quella di Scialpi che è stata scartata. La mia canzone parla di un travestito che si trasforma in qualcosa di più bello, colorato e libero lasciando le sue spoglie terrene. Era una cosa molto poetica per rappresentare anche una dignità di quello che viene considerato diverso. Qui siamo nel Medioevo. C’è una lancetta di tollerabilità. Prima il gay doveva andare in televisione solo se era una macchietta, se si travestiva. Poi io mi sono presentato agli occhi del mondo con mio marito. Abbiamo alzato troppo l’asticella secondo loro. Andare a cantare una canzone come Al Bano e Romina, purtroppo Scialpi e suo marito non lo possono fare. Io vorrei essere o l’Al Bano o la Romina della situazione. Di fronte a questa ottusità e questo integralismo che esiste ancora, non basta che passi una legge per far svanire di colpo la discriminazione. Lo si vede sulle donne. La discriminazione continua ad esistere al di là delle leggi, perché è un fatto mentale che prevede una negazione dei diritti altrui. Io mi sento così. Sono felice nella mia vita privata, però devo subire l’integralismo altrui. Il fatto che due uomini non possono avere un figlio mentre le donne sì. Se i maschi fanno l’amore con due donne va bene, mentre se lo fanno con un uomo e una donna sono froci”.


Simone Valiante, deputato del Partito Democratico, presente al family day, è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus, nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Sulla questione Unioni Civili, Simone Valiante non nasconde la propria soddisfazione:La decisione di porre la fiducia? E’ uno strumento previsto dai regolamenti parlamentari ed è evidente che rispetto a un dibattito così lungo, che ha avuto anche una fase molto difficile, mi sembra giusto che il Premier abbia ripristinato un giusto rapporto all’interno della compagine di Governo e poi di conseguenza abbia pensato di utilizzare questo strumento. A noi interessa approvare questa legge storica, che ora è anche una buona legge, che garantisce tutti, le coppie di fatto ma anche i bambini. Qui si confonde sempre il problema delle scelte di vita di due persone con le esigenze del minore. La stepchild adoption? Era necessario segnare un punto di distinzione chiaro tra la famiglia e le unioni civili. Questa norma aiuta a comprendere meglio questo concetto. Sulle adozioni faremo un approfondimento, io penso che sul tema delle adozioni si deve fare molta attenzione, non dobbiamo dimenticare che un bambino nasce da un padre e da una padre e questa condizione non la si elimina nel corso della vita. Io sono cattodem? Questa etichetta non mi piace, la mia è semplicemente una posizione dettata dal buonsenso. Il DDL Cirinnà, per come nella sua versione originaria, avrebbe rischiato di prestare il fianco all’utero in affitto. Questa correzione ci aiuta a mettere un punto fermo su questo“.


Centinaia di migliaia di euro che ogni mese dall’Italia se ne vanno in Svizzera. Milioni di euro ogni anno che escort che operano in Italia pagano a portali con sede all’estero per potersi pubblicizzare nel nostro Paese. Questo uno degli aspetti portati alla luce da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, conduttori del format ECG Regione su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Il mestiere più antico del mondo si è evoluto, almeno in alcune delle sue componenti. Sono sempre di meno le accompagnatrici che si pubblicizzano attraverso ambigui annunci sui giornali. Al giorno d’oggi la più grande vetrina per il mercato del sesso è internet. Sul web ci sono diversi siti, veri e propri colossi, che vendono spazi pubblicitari ad escort che esercitano in Italia. I siti hanno sede in Svizzera, pubblicizzano escort esibendo foto, video, servizi (si entra nello specifico, nessun dettaglio è lasciato all’immaginazione) e permettendo ai clienti addirittura di recensire la ragazza o di darle i voti, sia per quanto riguarda l’aspetto estetico che per quanto concerne le attitudini sessuali.
I guadagni di questi siti sono enormi. Tutti soldi che dall’Italia prendono la strada della Svizzera senza che nessuno sembri preoccuparsene. Un sito in particolare, nel nostro Paese, pubblicizza circa 1700 ragazze. Ogni ragazza per poter inserire il proprio annuncio su questo portale paga tra i 300 e i 600 euro al mese. Fare i conti del fiume di denaro che scorre dietro questa attività è semplice. Per vederci chiaro Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio hanno chiesto a Misa Urbano, loro collega a Radio Cusano Campus, di chiamare un sito di escort per fingersi interessata a pubblicare un annuncio online. Ecco come funziona: il numero da chiamare è svizzero, il sito ha sede in Svizzera ma pubblicizza ragazze che lavorano solo in Italia. Ogni ragazza può scegliere tra diversi pacchetti.
Esistono quattro pacchetti: il pacchetto bronzo, il pacchetto silver, il pacchetto gol e il pacchetto diamond. L’escort può scegliere di pubblicizzarsi con un pacchetto di 15 giorni o di 30 giorni. Il pacchetto più economico ha un costo di 170 euro al mese, ma non è conveniente, spiega uno dei gestori del sito. Con altri pacchetti, dice, si ha la prima pagina di una città a scelta. Il pacchetto gold garantisce la prima pagina del sito, in qualunque città sia la escort. Il silver costa 165 euro per 15 giorni. Il pacchetto gol, invece, per 15 giorni costa 215 euro. Il pacchetto diamond, il top, ne costa 300.
Il sito, se la ragazza è poco pratica del web, è pronto anche ad aiutarla a creare a il proprio profilo. E il pagamento? Tutti i pagamenti, dice uno dei gestori del sito, devono essere fatti con la carta ricaricabile, tipo postepay. E la ricevuta? Non se ne parla, ovviamente.Non ti arriva la ricevuta, perché sono pagamenti online, per i pagamenti online non esistono ricevute che ti arrivano a casa“, dice alla ragazza. E quando lei prova a chiedere se tutto questo sia legale, lui è spavaldo: “Certo che lo è. Favoreggiamento della prostituzione? Assolutamente no, noi ti stiamo vendendo solo uno spazio pubblicitario. I soldi viaggiano e se ne vanno in Svizzera. Fatta la legge, trovato l’inganno, invece, è un detto che resta al 100% italiano.


Francesco Zanardi, Portavoce ‘Rete L’Abuso – Onlus’, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Buio in sala”, condotta da Piercarlo Fabi su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Nel 2004 –ha affermato Zanardi-, il cardinale Joseph Ratzinger fu portato alla sbarra, perché mentre il gruppo Spotlight stava indagando sugli abusi sessuali su minori perpetrati da sacerdoti negli Stati Uniti, lui e Bertone decisero di scrivere ai vescovi di tutto il mondo dicendo che la direttiva del 1962 era tuttora in vigore. Quella direttiva chiede alle gerarchie ecclesiastiche di mantenere il segreto su abusi sessuali da parte del clero. Poi Ratzinger fu provvidenzialmente eletto Papa e la prima cosa che fece fu quella di chiedere a Bush l’immunità diplomatica come capo di Stato per non essere processato. Questa notizia in Italia non ha avuto quasi alcuna eco”.
Il tribunale speciale voluto da Papa Francesco. “Ben vengano le linee guida di Bergoglio –ha affermato Zanardi-, ben vengano i tribunali vaticani. Però il Vaticano deve avere l’obbligo di denuncia quando un prete commette un reato sul suolo italiano, perché i processi canonici voluti da Bergoglio prevedono la scomunica come massimo della pena. Quindi il prete pedofilo non fa neanche un giorno di carcere. La vittima non viene assistita quindi, anche se questi tribunali non fossero una farsa, il risultato è lo stesso di prima”.

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