mercoledì 01 Maggio 2024,

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Terracina. Nuova vita per lo storico Palazzo Braschi, la dimora di Papa Pio VI

scritto da Redazione
Terracina. Nuova vita per lo storico Palazzo Braschi, la dimora di Papa Pio VI

Quale possibilità reale di valorizzazione per lo storico Palazzo Braschi, la dimora voluta da Luigi Onesti Braschi, nipote di Pio VI, nella città avamposto delle paludi Pontine e ultimo baluardo territoriale dello Stato della Chiesa?
Se lo è chiesta la Commissaria straordinaria del Comune di Terracina, Erminia Ocello, la quale si è attivata per giungere nel medio termine a dare al prestigioso luogo una nuova e fruttifera vita.
Lo sta facendo interessando nel percorso l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, il Sovraintendente per le Belle Arti e Paesaggio per le province di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo, l’arch. Pio Baldi per l’Accademia Nazionale di San Luca e il Segretario Generale dell’Ente, che presto firmeranno un protocollo d’intesa nel quale saranno tracciate le fasi fondamentali del costituendo rapporto di collaborazione.
L’immobile di Palazzo Braschi è stato dunque individuato quale sede privilegiata per la realizzazione di un centro ricerca, sperimentazione e formazione per il restauro, centro espositivo ma anche di promozione e gestione del turismo integrato.
Per la particolare ubicazione Palazzo Braschi consente di unire gli altri grandi poli attrattori culturali della città: il Palazzo della Bonificazione Pontina, la piazza del Foro Emiliano con la cattedrale e il teatro romano, in un percorso di varietà tipologiche non separate da confini netti, ma con punti di contatto e di sovrapposizione da determinare il passaggio graduale dell’una nell’altra.
Palazzo Braschi, pertanto, costituisce un potenziale elemento di rafforzamento dell’offerta culturale extraterritoriale, nell’ambito di una possibile integrazione e scambio con le altre sedi storiche della famiglia Braschi nel Lazio (i palazzi di Roma e Nemi e la villa di Tivoli) nonché con le sedi museali italiane ed europee (il Louvre di Parigi, la Gliptoteca di Monaco, il Museo di Salisburgo) che conservano opere riconducibili al Palazzo Braschi di Terracina.
In buona sostanza l’intervento che s’intende cantierare prevede un articolato in più fasi progettuali, che muove dall’adeguamento degli spazi del palazzo per realizzare un centro di ricerca (centro di eccellenza scientifica e culturale), e al contempo l’avviamento alla formazione, college di accoglienza internazionale, laboratorio tecnologico, sotto la supervisione scientifica dell’ISCR del MIBACT, centro espositivo e conferenze in accordo di partenariato e “gemellaggio” con il Museo di Palazzo Braschi di Roma, incubatore d’imprese in ambito di restauro e di turismo culturale, startup sull’uso della cultura come moltiplicatore socioeconomico anche in partenariati pubblico-privati.
Il Centro di Ricerca allestito a Terracina dovrà formarsi come uno degli “approdi” di un circuito unitario di riqualificazione programmata e utilizzo del patrimonio culturale e divenire una delle sedi privilegiate del Lazio per l’allestimento di mostre a cura della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Roma, Frosinone, Rieti e Viterbo del MIBACT, in accordo con gli enti locali per valorizzare e fare conoscere alle comunità e ai turisti il patrimonio culturale della Regione che costituisce in sostanza un Museo Diffuso.
Il prossimo appuntamento di questo interessante percorso sarà la data per la firma del protocollo d’intesa.
Nell’occasione saranno offerte alla cittadinanza altre importanti notizie che quest’accordo riserva nell’immediato per la parte Alta della città di Terracina.

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Palazzo Braschi è un efficace esempio di architettura neoclassica, l’edificio fu costruito fra il 1787 e il 1795 su ordine di Luigi Onesti Braschi, nipote di Pio VI, e su probabile progetto dell’architetto Cosimo Morelli quale residenza privata del Papa. Inglobò, a sinistra, il Palazzo de Taxis e, a destra, i resti della chiesa medievale di S. Maria in Posterla; venne inoltre funzionalmente collegato, mediante la Rampa Braschi, a nord con la città antica e a sud con l’Appia e la città nuova.

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