giovedì 02 Maggio 2024,

Politica

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Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

scritto da Redazione
Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

V MUNICIPIO, ARACRI-PALOZZI-GIULIANI (FI): “DA GABRIELLI SERVONO FATTI. PAROLE STANNO A ZERO”
E’ molto significativo che ieri alla “prima” del neo Prefetto Gabrielli in V Municipio siano giunti numerosi cittadini: è il segno evidente dell’insoddisfazione collettiva nei confronti delle inefficienti politiche su sicurezza e vivibilità, attuate da questo Campidoglio. Di una cosa, inoltre, siamo rimasti molto delusi: il Consiglio municipale aperto è stato preceduto da un incontro a porte chiuse tra la giunta e il Prefetto. Una sorta di confidenziale “tete a tete”, da cui sono rimaste inspiegabilmente fuori le opposizioni consiliari. Si tratta di un atteggiamento sospetto e irrispettoso nei riguardi di chi quotidianamente, nominato dai cittadini, si batte per il bene comune del degradato quadrante capitolino. Che dire, poi, delle parole di Gabrielli? Nessun impegno chiaro e specifico è stato preso sulle maggiori criticità del V Municipio: rifiuti, spaccio, prostituzione, degrado e roghi tossici. Solo promesse generaliste senza un cronoprogramma concreto e tangibile. Cosi non va bene. Il prefetto ha promesso comunque di tornare tra un paio di mesi: speriamo che da oggi a 60 giorni si lavori affinché questo Municipio non rimanga la solita terra dimenticata da Dio”. Così il senatore FI, Francesco Aracri, il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi, e il capogruppo consiliare FI al V Municipio, Claudio Giuliani.


Giubileo: Calabria (Fi), su commissario Marino punto sul vivo
Quando è punto sul vivo, il sindaco Marino si innervosisce e reagisce male. E’ quello che è successo anche oggi rispetto all’ipotesi che non sia lui il commissario scelto dal governo per il Giubileo“. Lo scrive in una nota la deputata di Forza Italia Annagrazia Calabria. “Marino, evidentemente, soffre la sfiducia che il suo stesso partito e il governo dimostrano nei suoi confronti. Il vero problema, è che è la stessa sfiducia nutrita dai romani, sfiniti dalla mancanza di sicurezza, sconfortati dal degrado e dalle carenze che Roma continua a soffrire. Marino non è la persona giusta per guidare la Capitale d’Italia e certamente è la meno indicata per gestire un evento importante come il Giubileo, che accenderà i riflettori del mondo su Roma“, conclude.


Abito in via delle Palme, a Centocelle. Nel mio palazzo non si dorme più. Nell’appartamento sopra al mio ci sono tre prostitute che la sera vanno a battere sulla Togliatti e poi portano a casa i clienti. E’ un via vai continuo che dura dalle 22 alle 5 del mattino“. E’ partita da decine di segnalazioni simili a questa l’ultima inchiesta condotta da Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano.
Inchiesta portata avanti da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, conduttori del Format ECG Regione, che fingendosi potenziali clienti sono andati proprio su Viale Palmiro Togliatti a verificare se le diverse testimonianze arrivate in redazione rispondessero al vero. Le prostitute si sono organizzate: offrono il classico rapporto da consumare in macchina, in qualche parcheggio d’ordinanza, ma quasi tutte hanno invitato i giornalisti, che si sono finti clienti, nella propria abitazione: “Con settanta euro vieni a casa mia“, la proposta che si sono sentiti fare praticamente da tutte le ragazze incontrate nei pochi chilometri di strada che portano Viale Palmiro Togliatti dall’incrocio con via Prenestina all’inizio di via Casilina. E se i vicini si arrabbiano per il via vai? Una è stata particolarmente spocchiosa: “Problema loro, se sono sfigati che si devono a svegliare alle sei per andare a lavoro che mi frega, mica è colpa mia“.
C’è quella che abita in Via degli Ulivi, quella che vive in Piazza dei Mirti, quella che invece per portare i clienti a casa deve fare solo qualche passo, perché vive in un palazzo proprio lì, su Viale Palmiro Togliatti. Nei palazzi tra Centocelle e il quartiere Alessandrino, di notte, è un via vai pazzesco di prostitute e clienti. “Dai andiamo, c’è anche una mia amica, facciamo festa in quattro“, propone una prostituta invitando i potenziali clienti nell’appartamento che abita in Via Degli Ulivi. Lei è ancora più esplicita e per vincere la titubanza dei due giornalisti confessa: “Il proprietario del mio appartamento lo sa che lavoro faccio, i vicini di casa ormai si sono abituati, non dicono niente. Sono tre mesi che ci porto i clienti, la polizia non ci fa niente.
Mentre contrattavano fingendosi clienti i due giornalisti sono stati anche fermati dalla polizia: “Stiamo facendo un’inchiesta, Centocelle e Alessandrino sono diventati due quartieri a luci rosse, le prostitute portano i clienti negli appartamenti in cui vivono creando per tutta la notte un via vai incessante che crea non pochi problemi a quei cittadini che al mattino presto si devono svegliare“, hanno dichiarato agli agenti, che impotenti hanno risposto: “Non essendoci nessun provvedimento specifico contro la prostituzione, a chi contratta con queste ragazze possiamo limitarci a chiedere un documento di identità“.
Diversi cittadini che vivono in questi quartieri al confine con Viale Palmiro Togliatti, quindi, hanno nel palazzo in cui abitano delle vere e proprie case chiuse, in cui agiscono più prostitute, anche contemporaneamente. E il via vai che va avanti tutta la notte rappresenta un problema importante nell’ottica della quiete pubblica. Ma non solo. I due giornalisti, fingendosi clienti, sono saliti in un appartamento in via delle Orchidee con due ragazze: “Mi raccomando parlate piano o i vicini rompono le palle“, ha detto una, e lo spettacolo che si sono trovati davanti una volta aperta la porta è stato raccapricciante: in una casa divisa in due stanze, di al massimo 60 mq, alloggiano quattro ragazze, tutte lucciole che usano via Palmiro Togliatti come esca per rimediare clienti da portare a casa, in un vai e vieni che va avanti fino all’alba.
L’igiene è un miraggio, in casa c’è sporcizia ovunque. L’odore è nauseabondo. Le due ragazze, entrambe giovanissime, una confessa di avere 18 anni compiuti da qualche giorno, fanno una proposta che lascia senza parole: “Per 100 euro facciamo tutto scoperto. Senza protezione“. I giornalisti cercano di obiettare: “Sesso senza protezione? Ma non avete paura di ammalarvi?“. Le ragazze sembrano spazientirsi: “Pagate e facciamo amore oppure via“. Tanto i clienti non mancano. Non facciamo in tempo a salutarle, che altri automobilisti inchiodano per caricarle.


Sto verificando da parte delle pubbliche amministrazioni una disponibilità e una grande volontà di provare ad invertire il trend. La lotta alla corruzione non può essere fatta contro le pubbliche amministrazioni, bisogna valorizzare le parti migliori. Il processo però non può essere breve, perché bisogna intervenire sulle mentalità e per fare ciò non bastano giorni”. Sono le parole di Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Più che parlare di generica cultura della legalità -ha spiegato Cantone-, preferisco parlare di cultura della responsabilità, cioè cultura in base alla quale i soggetti sappiano quali sono i loro diritti ma anche i loro doveri, soprattutto da parte degli organi che svolgono funzioni pubbliche, e anche da parte dei cittadini. I cittadini non possono solo accampare diritti, hanno anche loro doveri e responsabilità. E spesso i cittadini abdicano alle loro responsabilità, preoccupandosi di lamentarsi dopo. La cultura della responsabilità che è carente nella maggior parte del Paese, è quella su cui bisogna lavorare”.
L’atteggiamento nei confronti degli studenti -ha affermato Cantone- per me è caratterizzato da un complesso di sentimenti. Io ho una figlia che studia giurisprudenza quindi, anche sotto questo profilo, sono decisamente coinvolto. Il primo atteggiamento è di grande preoccupazione per il loro futuro, perché spesso le energie migliori del nostro Paese sono costrette ad andare via. Essendo io meridionale, questo meccanismo è ancora maggiore nella realtà da cui provengo. Poi bisogna evitare banalizzazioni. Non è vero che i nostri ragazzi sono disinteressati rispetto a certi temi, sono molto più smaliziati di quanto immaginassimo. I ragazzi sanno benissimo che attraverso lo studio si possono creare le condizioni per cambiare sul piano personale, ma anche per provare ad utilizzare quel livello di maggiore cultura in una logica di utilità sociale. Io credo molto in questo passaggio, però voglio provare ad evitare un’ambiguità, quella di dire ai giovani: pensateci voi. La nostra generazione ha fatto molti danni e non può chiedere a quella successiva di ripararli, dobbiamo cominciare noi”.


IRPEF, PALOZZI (FI): “DA ZINGARETTI TOPPA PEGGIO DEL BUCO”
Sulla questione Irpef il prode Zingaretti oggi avrebbe fatto meglio a non proferire parola. Dopo le numerose critiche, piovute dalle opposizioni sulle promessa, irrealizzata, di approvare la legge sull’esenzione dall’aumento Irpef entro il 30 aprile – come stabilito nella Finanziaria 2015 -, il governatore del Lazio si è affrettato a diramare la solita nota trionfalistica per sottolineare quanto eroicamente l’assessorato al Bilancio starebbe lavorando per far approvare presto la norma in questione. Si tratta di autogol mediatico clamoroso, una toppa peggio del buco, che evidenzia tutto il dilettantismo di questa giunta regionale. Al di là degli annunci, infatti, ad oggi l’unico dato reale è che i cittadini del Lazio sono costretti a pagare l’Irpef più alta d’Italia”. Così il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi.


L’agenda approvata dall’Ue mi ricorda il piano Juncker: rischia di sciogliersi come neve al sole. E’ stato fatto un centimetro su una strada lunga chilometri. Per l’immigrazione ci vorrebbe un Piano Marshall. Governo Tobruk potrebbe dire sì ad operazione in Libia in cambio di rimozione embargo sulle armi. Risoluzione Onu non necessaria, uno Stato ha pieno diritto di reagire se minacciato“. Lo ha detto l’On. Giulio Terzi, Ambasciatore ed ex Ministro degli Esteri, ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo”, condotta da Fabio Stefanelli, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Oggi è stato fatto un passo di un centimetro su un cammino di chilometri -ha affermato Terzi, riferendosi all’approvazione da parte della Commissione Ue dell’agenda sull’immigrazione-. E’ vero che per la prima volta l’Unione Europea, in seguito alle catastrofi nel Mediterraneo, ha accettato di affrontare seriamente questo tema, ma questa agenda mi sembra come il piano Juncker per il rilancio dell’economia: tutti l’avevano preso per buono, ma poi si è sciolto come neve al sole e si è capito che era poca cosa. Io temo che quello che sta accadendo in tema di migranti possa somigliare a questa esperienza. Nel piano di ripartizione dei migranti all’Italia è stata assegnata una quota del 9,94%. Ma parliamo di un piano di ripartizione che riguarda pochissime migliaia di immigrati che sono già in Europa, i Paesi che ne prenderanno di più ne prenderanno 2-3mila ciascuno. Quindi noi nei prossimi due anni avremo una quota di 2-3 mila immigrati da acquisire rispetto ad una presenza di centinaia di migliaia di migranti che sono arrivati in Italia nell’ultimo periodo. Poi faccio un’altra considerazione: per questo piano di ripartizione, sono stati stanziati 50 milioni di euro che dovrebbero sopperire ai bisogni di 20mila immigrati complessivamente, per due anni. Se andiamo a fare i conti ci accorgiamo che abbiamo 1.250 euro per migrante per due anni, cioè 60/70 euro al mese. Ma noi per ogni migrante che ospitiamo paghiamo 10 volte di più. Quindi questo piano non risolve il problema. Ci vorrebbe un Piano Marshall per l’immigrazione, un intervento di tipo epocale“.
Operazione in Libia? Serve il consenso dello Stato, che però è uno Stato fallito -ha spiegato Terzi-. Esiste il Governo di Tobruk, che però è contrario. Qualcuno mi racconta che il Governo si è espresso in negativo perchè vuole condizionare l’accettazione di questa operazione alla rimozione dell’embargo sulle armi. Loro hanno un bisogno disperato che l’embargo sulle armi che era stato posto contro Gheddafi, venga rimosso perchè gli servono le armi per combattere le milizie dell’Isis“.
Io per tanti anni mi sono occupato del Consiglio di Sicurezza dell’Onu -ha sottolineato Terzi-. Ci sono una serie di norme nello stato delle Nazioni Unite che danno il pieno diritto ad un Paese sottoposto ad una minaccia di sicurezza di reagire in modo perfettamente legittimo senza dover chiedere niente a nessuno. Quando la Russia ha annesso la Crimea, il Consiglio di Sicurezza Onu non ha detto nulla, così come quando gli indonesiani, i malesi e gli australiani respingono gli immigrati“.


La DC nel 1953 fu duramente criticata da più parti per la nuova legge elettorale subito ribattezzata “legge truffa” dalle opposizioni. Una legge quella molto simile all’Italicum voluto dal PD di Renzi. Oggi ne ha parlato a Radio Cusano Campus, la Radio dell’Università Cusano, la prof.ssa Simona Colarizi (docente di storia contemporanea storia dei partiti e dei movimenti a “La Sapienza”). Intervenendo alla trasmissione “La Storia Oscura”, la storica dell’età contemporanea ha detto: “La cosiddetta ‘legge truffa’ del 1953 per la verità prevedeva un premio di maggioranza molto più difficile da raggiungere rispetto a quello prefigurato nell’Italicum: bisognava raggiungere il 50,01% dei voti. E infatti nel ’53 non scattò in favore del partito di maggioranza relativa dell’epoca, cioè la Democrazia Cristiana. Devo ammettere che non ho molta fiducia in questa meccanica elettorale, cioè non penso che il sistema elettorale sia così determinante dell’esistenza politica; è un meccanismo, ma dietro questo meccanismo ci dev’essere cultura politica di tutti i partiti, altrimenti non basta né a dare governabilità, né a dare il successo a un partito. Purtroppo la politica oggi è assente, i politici sono lontani dal Paese; non a caso l’astensionismo è sempre più da record rispetto alla grande affluenza alle urne che c’era una volta in Italia”.

GIUBILEO, PALOZZI (FI): “IL SINDACO MARINO NON LEGGE I GIORNALI”
Ignazio Marino i giornali non li legge, ma li usa a casa per incartare il pesce e le uova. Questa la risposta del sindaco di Roma a chi gli chiedeva un commento sulle notizie di stampa secondo cui il Governo punterebbe più sul prefetto Gabrielli che sul primo cittadino come interlocutore per il Giubileo. La solita risposta arrogante e ‘rosicona’, quella di Marino, sempre più bramoso di protagonismo. Come se già non ci bastasse il suo doppio ruolo a sindaco di una Roma ferita e abbandonata e di primo inquilino di una Città Metropolitana da cinque mesi al palo. Marino, dunque, i giornali, anziché snaturarne le finalità, farebbe bene a leggerli così da comprendere meglio tutta la sua inefficienza amministrativa”. Così il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi.

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