venerdì 19 Aprile 2024,

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Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

scritto da Redazione
Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

CEM, PALOZZI (FI): “REGIONE FORNISCA SOLUZIONE STRUTTURALE”
Voglio esprimere la mia solidarietà agli operatori del Centro di Educazione Motoria, che stamane hanno denunciato il mancato accredito dello stipendio entro il termine fissato contrattualmente, a causa della mancata rimessa dei fondi regionali alla Cri. Lavoratori che, in questo difficile e incerto contesto lavorativo, continuano comunque a garantire in maniera esemplare e professionale il servizio ai disabili del centro. Una vera lezione di stile nei confronti della Regione Lazio, che invece deve trovare una soluzione definitiva e strutturale affinché questo mancato accredito dei pagamenti rimanga l’ultimo: l’eccezione che conferma la regola della puntualità delle rimesse regionali verso la Croce Rossa italiana”. Così il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi.


AMA, PALOZZI (FI): “CAMPIDOGLIO ASCOLTI OPERATORI”
La protesta di oggi in piazza del Campidoglio da parte di sindacati e operatori dell’Ama, testimonia palesemente la sordità di una amministrazione, quella capitolina, incapace di dialogare con le forze vive del territorio. Auspicando che dietro la volontà di privatizzare la municipalizzata comunale non ci sia l’allarmante intenzione di svendere l’azienda, sollecito l’inefficiente sindaco Marino quanto meno ad ascoltare le istanze delle parti sociali, ormai da giorni sul piede di guerra e infastidite da un silenzio istituzionale, che i lavoratori dell’Ama davvero non meritano. In questo delicato contesto aziendale, infatti il Comune di Roma deve rendersi disponibile ad ogni forma di dialogo e confronto possibile con Ama e organizzazioni sindacali: basta forzare la mano, servono scelte decise ma condivise”. Così il consigliere regionale FI e vicepresidente commissione Ambiente, Adriano Palozzi.


Spaventoso vuoto di idee nel centrodestra di oggi. Lega e Fratelli d’Italia fanno leva sulla paura della gente. Bisogna ripartire dal tema della legalità. Mio ritorno in politica? No, servono nuove energie”. Lo ha detto Gianfranco Fini ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Se la destra in Italia è rappresentata dalla Lega, il mio rapporto con la destra è conflittuale –ha affermato l’ex Presidente della Camera-. Non credo di essere in una posizione di solitudine rispetto a tanti elettori di destra che, come me, oggi non hanno un riferimento in Parlamento. Non sono in sintonia con chi oggi rappresenta la destra in Parlamento. La destra si concentra sulla ricerca di un leader, ma il problema di ritrovare un rapporto di un popolo che si è perso si risolve con i contenuti, non con la fisionomia di chi dovrà guidare domani il centrodestra. C’è uno spaventoso vuoto di proposte e di idee oggi nel centrodestra. Servono energie nuove, io non tornerò in campo. C’è uno spaventoso vuoto di proposte e di idee oggi nel centrodestra”.
Sull’immigrazione.La Lega e Fratelli d’Italia fanno leva sul timore che c’è su questo fenomeno delle migrazioni in atto, ma le risposte non possono essere i muri e i respingimenti perché sono demagogiche e non risolvono il problema. Nessun Paese può agire da solo, serve una risposta europea”.
Sulla rottura con Berlusconi.Di polemiche con Berlusconi c’erano state tante in passato, ma erano sempre state ricomposte. La frattura si è consumata su come il Governo doveva affrontare il tema della legalità. Io come Presidente della Camera ho detto a Berlusconi che non poteva fare le leggi per risolvere i problemi personali. Il tema della legalità deve essere centrale. Non credo che Salvini e la Meloni abbiano scheletri nell’armadio. Forse non hanno sufficiente sensibilità riguardo la legalità, che è un tema che non si può approcciare con la demagogia e con il tweet”.
Sul ringiovanimento della classe politica.L’Italia per tanto tempo è stata una gerontocrazia, poi di punto in bianco è arrivato Renzi con la rottamazione. Sono sbagliati entrambi gli approcci. L’esperienza non si rottama e deriva da ciò che si è fatto nella propria vita, non è una questione d’età. Comunque è meglio che siano i giovani a farsi largo, piuttosto che aspettare che i vecchi saggi gli aprano la porta”.


Carlo Jean, generale e scrittore, grande esperto di geopolitica e strategie militari, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo”, condotta da Fabio Stefanelli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano, sulla situazione in Siria e in medio-oriente.
Aumento presenza russa in Siria? Da una parte c’è l’interesse che il governo siriano rimanga stabile –ha affermato Jean-, dall’altra si vuole affermare la presenza russa al di fuori della regione strettamente collegata con la Russia. Questa presenza russa è rafforzata dal fatto che tradizionalmente la Russia si vede protettrice dei cristiani del medio-oriente che sono in gran parte ortodossi. In Siria la novità è l’afflusso di consistenti rinforzi di equipaggiamento di armi, e anche di infrastrutture, come un campo di aviazione su cui potrebbero essere schierati degli aerei molto moderni, specializzati nell’attacco a terra, che secondo il ministro degli esteri russo dovrebbero servire per combattere l’Isis. Ma su questo punto non c’è accordo tra gli Stati Uniti e la Russia. Inoltre sembra che la Russia abbia intenzione di schierare delle armi contraeree molto moderne che non servirebbero contro l’Isis, ma per proteggere gli schieramenti e le basi russe, oltre che per rafforzare la presenza russa in Siria unicamente per contrastare l’egemonia che sul medio-oriente continuano ad esercitare gli Stati Uniti. La Turchia è entrata in gioco in questa missione, con delle priorità politiche completamente differenti da quelle della coalizione a guida americana, che vuole distruggere l’Isis e appoggiare il processo negoziale per la destituzione di Assad valorizzando le milizie moderate. La coalizione americana si avvale dell’apporto dei curdi. I curdi pensano di avere acquisito il diritto ad un loro stato, ma la Turchia è completamente contraria. Per la Turchia il nemico numero uno è il PKK, gruppo politico guerrigliero di curdi. Caos in medio-oriente voluto dagli Stati Uniti? Assolutamente no. Gli Stati Uniti avrebbero tutto il vantaggio affinchè non ci fossero guerre e ci fosse stabilità in medio-oriente, in modo da non dover intervenire militarmente. Il caos in medio-oriente durerà ancora per molto tempo perché nessuna parte potrà vincere sul campo facilitando il processo diplomatico, di conseguenza continuerà la guerra. La responsabilità degli Stati Uniti è di non essere intervenuti in Siria come aveva promesso Obama. Il mancato intervento di Obama contro Assad avrebbe potuto risolvere il conflitto in Siria, che non è solo un’insurrezione ma è anche un conflitto per procura, in quanto le potenze regionali hanno troppi interessi e troppi alleati che finanziano e armano. Pensare che gli interventi con forze militari non servano a nulla è una barzelletta. Distinguere tra soluzione politica e soluzione militare è solo retorica. La forza militare cerca di conseguire obiettivi politici, senza la forza militare la diplomazia è solamente una chiacchiera”.


ROMA, IL PREFETTO GABRIELLI A RADIO CUSANO CAMPUS: VIVIAMO IN UN MOMENTO DIFFICILE, DOBBIAMO TUTTI RIMBOCCARCI LE MANICHE. MARINO? A VOLTE PUO’ SEMBRARE FUORI DAL MONDO, MA SPESSO E’ STATO CRITICATO INGIUSTAMENTE. ROMA NON E’ UNA CITTA’ INSICURA ANCHE SE COL TERRORISMO NON ESISTONO REALTA’ A RISCHIO ZERO. PROSTITUZIONE? SI’ ALLE MULTE, MA FENOMENO DA REGOLAMENTARE. CON LE CASE CHIUSE…
GIUBILEO? EFFETTI SI VEDRANNO NEL 2017
Il Prefetto di Roma Franco Gabrielli ha rilasciato un’intervista fiume a Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, toccando moltissime tematiche nel corso di un dialogo con Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, conduttori del format ECG Regione.
Gabrielli si aspettava che il ruolo di Prefetto della Capitale fosse complicato. Ma non così tanto: “Il Prefetto di Roma, con buona pace di tante altre realtà del Paese, è sempre il Prefetto della Capitale. Pensavo che ci dovesse essere un surplus di impegno, ma non che si toccassero queste vette. La cosa che più mi sta preoccupando in questi giorni? Il clima, ma non quello meteorologico. Il clima che vivo nella città, mi piacerebbe che in un momento così complicato per la vita di Roma, per le tante cose che ci impegneranno nei prossimi mesi, ci fosse un clima di maggiore coesione. Invece a volte avverto una sorta di corsa al cupio dissolvi“:
Secondo Gabrielli, Roma e i romani devono smetterla di piangersi addosso: “Questi sono i miei sentimenti. Anche se non vorrei che passasse una logica secondo la quale fossero i cittadini gli unici responsabili della situazione che viviamo. Se tutti noi, a partire dalle Istituzioni, che hanno le responsabilità maggiore, recuperassimo uno spirito costruttivo, sicuramente tutto andrebbe meglio. Invece c’è sempre una rincorsa a vedere le cose che non vanno e troppo spesso in questo il sistema dell’informazione non ci dà una mano. Dobbiamo semplicemente prendere coscienza delle tante criticità che vivono in questa città, che per grandissima parte non sono nate oggi ma fanno capo a tanti problemi che non sono stati risolti nel tempo. Viviamo un momento molto difficile, dovremmo rimboccarci tutti le maniche“.
Sibillino il suo commento sul Sindaco di Roma Ignazio Marino: “Il Sindaco è fuori da determinate logiche e gruppi reali o presunti di potere. In qualche modo a volte può sembrare fuori dal mondo. Magari è fuori da certi mondi e questa è stata la sua forza e la sua debolezza. Tanti gli hanno fatto una guerra che è spropositata rispetto alle sue reali responsabilità. Spesso ho visto verso Marino molto accanimento, anche dove era complicato dargli delle reali colpe“.
Sul processo legato a Mafia Capitale, ormai prossimo all’inizio: “Non saremo mai sufficientemente grati all’azione della magistratura. Solo i giudici potranno definire la questione legata alla mafia, anche se già importanti pronunce hanno riconosciuto la bontà dell’impianto accusatorio. L’importanza di questa inchiesta è duplice: da un lato ha evidenziato dei guasti nella macchina, con rapporti perversi tra chi aveva responsabilità di governarla e chi in qualche modo dava esecuzione agli indirizzi della parte politica. Dall’altro ha posto al centro dell’attenzione il ruolo che la criminalità organizzata, anche di stampo mafioso, ha in alcune realtà del Paese, che magari si aveva interesse a rappresentare come aree non interessate da questi fenomeni“.
Sull’emergenza sicurezza a Roma, cosa di cui molti hanno parlato negli ultimi mesi: “Mi piacerebbe che tutti quelli che parlano della condizione della sicurezza della nostra Capitale avessero il buongusto di confrontarla con le realtà che sono in qualche modo paragonabili a Roma, come le grandi capitali europee o le grandi città italiane. Ci sono organizzazioni molto serie che ad esempio in termini di sicurezza pongono Roma al nono posto in Italia. Poi c’è un tema, quello legato alla sicurezza percepita, e questo purtroppo è importante, da non sottovalutare, perché quando la gente ha paura e si sente insicura le istituzioni non possono risolvere il problema con le statistiche.Però questo è un dato che attiene a molti altri fattori: degrado, non perfetta pulizia della città, critica gestione del verde pubblico. Nel suo complesso, però, Roma non può essere rappresentata come una città insicura“.
Sui rischi legati al terrorismo internazionale: “Roma e l’Italia sono possibili obiettivi, di questo bisogna avere consapevolezza senza vivere in una condizione di paura permanente. Ci stiamo attrezzando, gli apparati stanno lavorando svolgendo una efficacie azione preventiva. Ovviamente anche qui bisogna essere consapevoli che come non esiste un rischio zero non esiste neanche una sicurezza assoluta“.
Sulla questione prostituzione, Gabrielli auspica quanto prima un intervento legislativo e sembra suggerire il ritorno alle Case Chiuse: “Su questo bisogna fare chiarezza. Io sostengo da tempo che fino a quando nel nostro Paese non si affronterà il tema della prostituzione in modo meno bigotto difficilmente si troverà una soluzione. La Legge Merlin fu una grande conquista, perché riferita ad un periodo storico importante. Oggi credo che si debba prendere coscienza del fatto che la prostituzione, oltre ad essere un fenomeno con forti connotazioni criminali, è anche e soprattutto una questione mercantile. Esistono una domanda e un’offerta. Lungi dall’essere in declino, questa domanda è abbastanza importante e a questa domanda risponde un’offerta, quindi credo che un Paese civile davanti a ogni fenomeno non si debba porre in un’ottica di apparente negazionismo. Certi fenomeni vanno governati e sicuramente non lo si può fare come accade adesso, con questa prostituzione da strada che esaspera i cittadini. I quartieri a luci rosse non possono essere una soluzione, a legislazione vigente rappresentano una forma di favoreggiamento della prostituzione e quindi non possono essere realizzati. Al contrario credo che è possibile fare in modo che una serie di zone della città siano salvaguardate. Rispetto a questi fenomeni i cittadini devono avere una vita dignitosa e tranquilla. Poi ovviamente c’è anche il tema delle tratte e dello sfruttamento. Trovo assolutamente legittimo che nel nuovo regolamento di polizia urbana il Comune sanzioni pesantemente certe manifestazioni, non solo con riferimento all’offerta ma anche con riferimento alla domanda. Tutto questo in attesa che si regolamenti una volta e per sempre in maniera dignitosa per chi esercita questa professione, anche nel rispetto del pubblico erario, perché non capisco come mai certe prestazioni debbano essere esenti dalla tassazione. Le tanto vituperate case chiuse avevano due elementi di grande sicurezza: quella sanitaria e quella che portava i tenutari a pagare le tasse. Tra poco, direbbe qualcuno, si pagherà una tassa per l’aria che si respira e allora non vedo perché determinate situazioni, che sono sotto gli occhi di tutti, non debbano essere regolamentate. Nel frattempo, il Comune di Roma per tutelare la vita dei cittadini, deve mettere in atto delle sanzioni per chi vuole trovare o offrire una prestazione sessuale in determinati luoghi“.
Secondo Gabrielli, anche in merito allo spaccio di droga, non possono esistere zone franche: “Nel mondo che vorrei le zone franche, le zone in cui il cittadino percepisce che ci siano alcuni soggetti in grado di poter fare ciò che vogliono in maniera impunita, non dovrebbero mai esistere. Producono un effetto devastante. Su questo io ho notato un’attenzione particolare da parte delle forze di polizia. Posso assicurare che certe tematiche sono al vertice delle nostre preoccupazioni“.
Infine una battuta sul Giubileo. Come si aspetta Gabrielli Roma una volta terminato l’Anno Santo Straordinario convocato da Papa Francesco: “Sicuramente la vorrei migliore di come ora l’abbiamo sotto gli occhi. In questi giorni parlavo con alcuni operatori del settore alberghiero che mi facevano notare come anche nel grande Giubileo del 2000 le presenze aumentarono del 4%, perché in queste situazioni si verifica una sorta di saldo tra l’aumento dei pellegrini e una flessione del turista, che di solito non va in alcuni luoghi quando questi sono particolarmente affollati. Però mi hanno fatto notare che l’anno dopo, nel 2001, fino al 10 settembre, l’aumento dei turisti fu del 18%. Il Giubileo, quindi, svolse una funzione di traino rispetto a una rappresentazione di una Roma che era godibile da visitare. La vera sfida, quindi, anche se abbiamo tanti più problemi del 2000, è dare una diversa immagine della nostra città, perché i romani e le istituzioni di questa città sono in grado anche di dare una risposta in termini di scatto. Se questo avverrà i benefici non li avremo nel 2016 ma sicuramente nel 2017 e sarebbe uno spot importante anche per quelle altre aspirazioni che la città coltiva. Sulle nostre spalle pesano tante responsabilità, ma in particolar modo dobbiamo dare a questa città l’immagine e la sostanza che le spetta e che merita“.


Alfonso Sabella, Assessore alla Legalità di Roma Capitale, è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del Format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Da Sabella, in primis, un commento sulla vicenda che ha visto protagonista nelle ultime ore il cantante Renato Zero: “Su questa storia mi risulta niente di più e niente di diverso da quanto è stato pubblicato dai giornali. La polizia locale ha trovato quella macchina parcheggiata in zona vietata e come da disposizioni ricevute e che valgono per chiunque ha provveduto ad applicare le regolamentari ganasce. Che l’artista, che sul piano professionale ho sempre apprezzato, abbia dato in escandescenza mi ha fatto un pochino male, perché c’è sempre questa idea, che a Roma non deve passare, che ci sia sempre qualcuno più uguale degli altri. I romani si sono accorti che Roma sta lentamente ripartendo, anche sotto questi punti di vista“.
Una battuta sull’incontro andato in scena ieri con Vulpiani, il nuovo commissario del X Municipio: “E’ andato benissimo, tra uomini di Stato è facile capirsi, perché quando l’obiettivo che hai è solo quello pubblico ci possono essere discussioni su come raggiungerlo ma non sul fatto che solo verso quello dobbiamo tendere. E’ la prima volta che un Municipio di Roma viene sciolto per infiltrazione mafiosa, per questo dovremo trovare delle soluzioni per avere la più facile convivenza al fine di creare meno disagi possibili ai cittadini. A Vulpiani abbiamo cercato di trasmettere una parte delle conoscenze acquisite in questi mesi di lavoro sul X Municipio“.
Da Sabella, poi, una battuta sulla polizia locale di Roma Capitale che avrà il compito di “riformulare”: “Per prima cosa dobbiamo smetterla di litigare e mettere sul tavolo tutte le questioni irrisolte o sopite. Io voglio che questo rapporto con la Polizia Locale sia caratterizzato dalla massima lealtà. Per questo mi sono un po’ arrabbiato in occasione del primo incontro perché da parte di una sigla sindacale c’è stata una grave scorrettezza, visto che prima che iniziasse la riunione mi sono stati attribuiti dei virgolettati falsi. La prima cosa che voglio fare, inizierò in questa settimana, è girare i gruppi. Voglio capire in che condizioni è la periferia. La Polizia Locale e i Vigili devono sapere che fanno parte di una amministrazione che ha bisogno di loro e di cui loro sono parte integrante e indispensabile. Tra noi serve un leale confronto, niente è facile, ci arrabbieremo, litigheremo ancora, ma l’atteggiamento che ho trovato è buono e propositivo. Voglio aiutare il Corpo, nei limiti del possibile, ben consapevole delle difficoltà che affronta ogni giorno. Farò di tutto per unificare le varie centrali operative di cui dispone il Corpo in questo momento così che ci sia una sola voce dialogante con le altre forze di polizia a effettuare un coordinamento corretto della distribuzione degli uomini deputati alla sicurezza su tutto il territorio romano“.

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