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Roccagorga, un convegno sulla istituzione del Servizio sanitario nazionale

scritto da Redazione
Roccagorga, un convegno sulla istituzione del Servizio sanitario nazionale

A 35 anni dalla sua istituzione, il Servizio sanitario nazionale (SSN) costituisce una grande conquista sociale ed un caposaldo della vita civile del nostro Paese.
I valori che ne hanno ispirato l’origine, l’universalità, la tutela dei diritti, la riduzione delle diseguaglianze, l’integrazione tra servizi sono più che mai attuali.
Roccagorga, l’Amministrazione di centro sinistra a guida del Sindaco Carla Amici, grazie ad un progetto di ricerca messo in atto dal direttore scientifico Prof. Spaziani, con l’Università Sapienza Falcoltà di Medicina – Polo Pontino, ha fatto vivere sul territorio ed alla comunità l’idea che una diversa sanità non solo è possibile, ma è praticabili, che l’eccellenze e le grandi professionalità sono a disposizione dei cittadini quando le istituzioni hanno una visione e la convinzione che il diritto alla salute è un diritto universale, di piena uguaglianza, di integrazione.
Gli ambulatori che hanno ospitato il progetto hanno coinvolto circa 1050 cittadini che fiduciosi si sono rivolti al Prof. Gianfranco Raimondi, alla Prof.ssa Concetta Potenza, alla D.ssa Francesca Nicolucci, che hanno analizzato, approfondito, curato i cittadini con l’entusiasmo e la severità professionale che la missione del medico sa fare.  Grazie alla passione che hanno dimostrato gli studenti laureandi e neo laureati della facoltà di infermieristica, è stato possibile raggiungere un grande risultato.
Sabato 6 luglio 2013 alle ore 18,00, dopo questo attento e importante studio, la comunità scientifica si presenta alla citta di Roccagorga per presentare i risultati della ricerca.
L’Amministrazione comunale, da subito ha condiviso il progetto mettendo a disposizione le strutture , il materiale necessario, la logistica per rendere non solo funzionali le operazioni mediche specialistiche, ma ha voluto che questo servizio fosse vissuto dai cittadini come un’opportunità di cura e di diritto alla salute evitando i transiti negli ospedali delle città, realizzando quella sanità di prossimità , che ci deve vedere tutti coinvolti e convinti che un nuovo, diverso e integrato modo di governare la sanità è possibile.
Ha messo a disposizione di questo progetto delle borse di studio, 3 per i laureati in Infermieristica, una borsa di studio per il progetto di ricerca, senza gravare sul bilancio.
La voragine nei conti della Sanità laziale ha portato i decisori a tagli lineari ed alla  chiusura di diversi ospedali sui nostri territori, senza  soluzione abbandonando le nostre popolazioni spesso ai viaggi della speranza in regioni dove la sanità è un modello di virtuosismo e di efficienza. A partire dall’inizio del terzo millennio la cifra record di 10 miliardi di euro rappresenta l’ammontare complessivo del debito pubblico nel comparto Salute. La regione Lazio, che riceve ogni anno oltre 9,5 miliardi di euro dal Fondo sanitario nazionale ma ne spende 11 nello stesso arco temporale, registra mediamente  quasi 1,2- 1,8 miliardi di passivo. Per evitare il fallimento di un comparto strategico e vitale e la paralisi nelle prestazioni offerte ai cittadini, è necessario  concordare con il ministero dell’economia i piani di rientro dal debito. E’ necessario superare una visione della sanità regionale fondata sulla centralità assoluta dell’ospedale, a vantaggio di una medicina territoriale e flessibile, che coinvolga medici e infermieri». Ma per rendere effettiva una simile opportunità la strada da intraprendere non è quella dei tagli lineari, indiscriminati e penalizzanti per cui centinaia di migliaia di persone rimangono prive di un ospedale a una distanza ragionevole. La via da privilegiare prevede una razionalizzazione delle spese una maggiore appropiatezza delle prestazioni sanitarie, la creazione di una rete territoriale di medici di base a disposizione tutti i giorni della settimana, per evitare che una persona con 39 di febbre si faccia portare al pronto soccorso quando basterebbe una visita del proprio dottore di fiducia.
Nel nostro secolo è in realtà l’aumento della speranza di vita che ha radicalmente cambiato la nostra società. L’unico modo per governare questi nuovi processi è intervenire sugli stili di vita. Le  cose che come amministrazione intendiamo mettere in campo: all’interno del piano dell’offerta formativa territoriale, Piano avviato già lo scorso anno con l’istituto scolastico comprensivo, introdurre nelle scuole elementari un modulo didattico dedicato agli “stili di vita”; avviare una seria politica di responsabilizzazione dei cittadini, che se vogliono continuare a godere di un Servizio Sanitario Universale, devono impegnarsi a cambiare le proprie abitudini scorrette, maggiore collaborazione e sinergia  tra le diverse istituzioni non solo sanitarie con i medici di medica generale. Molto dipenderà da quanto impegno sarà posto nella prevenzione primaria e nell’efficacia degli strumenti di prevenzione secondaria. Bisogna cercare di mantenere le caratteristiche di universalità del nostro sistema sanitario. I costi per la salute sono in realtà degli investimenti. Occorrerà mettere in atto valutazioni corrette sul costo-beneficio dei diversi interventi e stabilire delle priorità.
Dopo la presentazione dei dati e dei risultati del Progetto Roccagorga, considerato che sono stati invitati a prendere parte all’iniziativa figure istituzionali del mondo politico nazionale e regionale, la comunità scientifica, Roccagorga ancora una volta sarà protagonista di un laboratorio di idee e di proposte per una sanità sempre più vicina al cittadino.
Sono stati invitati al convegno il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio On. Sesa Amici, il Sen. Claudio Moscardelli, Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, l’Ass.re Regionale Sonia Ricci, l’Ass. Re Regionale Michele Civita, i Consiglieri Regionali Rosa Giancola e Enrico Forte, Il Magnifico Rettore dell’Università Prof. Luigi Frati, il Preside della facoltà di Medicina Prof.Eugenio Gaudio,  il Direttore generale della Asl di Latina, il prof. Carlo della Rocca.

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