SANITÀ. CISL FP S.CAMILLO: PIÙ FATTI E MENO PAROLE PER PS
“Il Pronto Soccorso del San Camillo risulta intasato ora, ed in molti altre giornate dell’anno, per un motivo banale: l’ospedale ha perso oltre 200 letti di degenza in poco più di quattro anni. La Cisl-Fp Aziendale, lo ha scritto più volte, e ha manifestato i disagi dei pazienti e degli operatori del settore molte volte. In passato abbiamo occupato per giorni le stanze della Direzione Generale, abbiamo organizzato fiaccolate aiutati e supportati dai cittadini stessi.
Piu’ di recente abbiamo smascherato Zingaretti, bravo ad inaugurare reparti ancora colpevolmente chiusi. I cittadini e gli operatori pagano, ogni giorno, il prezzo piu’ alto. Il territorio non è attrezzato per dare risposte sanitarie, tanto da costringere i cittadini a rivolgersi agli ospedali, che sistematicamente vengono smantellati dalle scelte della politica. Alla Giunta suggeriamo interventi semplici: riapertura dei posti letto, ed assunzione di personale, in poche parole, investimenti nella Sanità Pubblica. Il turn-over imposto in questi anni, ha letteralmente cancellato centinaia di posti di lavoro per infermieri, tecnici e personale addetto all’assistenza. Ogni 15 nuove assunzioni si perdono 85 posti di lavoro. I problemi che affliggono il Pronto Soccorso del San Camillo, sono tutti qua, e sono gli stessi degli altri Servizi di questo genere presenti nel territorio di Roma e Lazio.
Forse non ci sono malati costretti ad attendere le cure su un pavimento, ma ce ne sono fin troppi costretti a farlo sui corridoi. Basta con le Parole si torni ad aprire dei tavoli di concertazione con le Organizzazioni Sindacali dei lavoratori“. Così in un comunicato la segreteria aziendale Cisl Fp San Camillo.
SANITÀ, STORACE: SUPERATO LIVELLI GUARDIA, ZINGARETTI VENGA IN CONSIGLIO
“Il caos nella sanità romana e laziale ha superato i livelli di guardia. Tra pronti soccorso in condizioni indecenti e direttori in fuga, si stenta a capire che cosa stia succedendo nei nostri ospedali e nelle Asl. È urgente che Zingaretti venga a riferire in Consiglio. È urgentissimo che la commissione sanità cominci finalmente a lavorare. E se il presidente Lena non ce la fa, lasci il posto ad altri. Ma chi fa il Consigliere regionale ha il diritto-dovere di pretendere che le istituzioni preposte diano immediate e positive risposte ad una cittadinanza attonita“. Lo scrive in una nota Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e segretario nazionale de La Destra.
SANITÀ, PERNARELLA (M5S): NEL LAZIO DISGREGAZIONE ORGANIZZATIVA MAI VISTA PRIMA
“Le dimissioni del Direttore Generale dell’Asl di Latina Caporossi, motivate ufficialmente da mere ragioni di interesse ed opportunità personali, cadono come un fulmine nel cielo già in tempesta della sanità pontina, visto il mancato mantenimento delle promesse di Zingaretti sulla creazione di un Dea di II livello al Goretti di Latina e sull’eccellenza della Casa della Salute di Sezze. In tutta la Regione Lazio, del resto, si sta verificando una disgregazione organizzativa mai vista in precedenza e nell’agosto 2014 Zingaretti ha emanato le indicazioni per l’Adozione dell’atto di autonomia delle Aziende sanitarie, non prevedendo purtroppo precise cornici di riferimento in ambito organizzativo, limitandosi a fornire orientamenti molto generici“. Lo dichiara, in una nota, Gaia Pernarella, consigliera del M5S Lazio.
“La conseguenza è stata che gli atti aziendali – aggiunge – invece di essere integrati in un progetto organizzativo coerente a livello regionale. Sono diventati la proiezione degli accomodamenti dei singoli Direttori Generali alle necessità personali o degli operatori sanitari piuttosto che gli elementi organizzativi utili all’ottimizzazione ed efficientamento. L’Asl di Latina pertanto, a seguito dell’approvazione di un atto aziendale voluto dalla direzione uscente, si troverà nella condizione di obbligare ad una continuità organizzativa, magari non condivisa, la nuova direzione, la quale però non avrà la possibilità di gestire i moduli e processi organizzativi secondo una visione autonoma che avrebbe dovuto razionalmente avere compimento ad opera dei redattori dell’atto stesso. Come gruppo consiliare abbiamo già criticato nelle opportune sedi istituzionali le modalità di scelta politica con cui sono stati affidati gli incarichi dei Direttori Generali delle ASL, ma l’irresponsabilità con cui il Dott. Caporossi lascia a metà legislatura il suo incarico è assolutamente inaccettabile. A meno di un anno dall’approvazione del nuovo Piano aziendale e del conseguente piano strategico dell’Asl pontina, senza che ad oggi si sia potuta valutare la sua attuazione e le eventuali modifiche che a luglio sarebbero dovute passare nella commissione competente. Fino a che questi personaggi senza alcuna responsabilità verso il ruolo che ricoprono, graviteranno intorno alla sanità laziale, sarà impossibile risolvere il nodo più grande della politica zingarettiana. E il Commissario ad acta e Presidente della Regione Lazio, sarà ricordato come l’unico responsabile di questo disastro, visto che a lui si devono anche in questo ambito incarichi diretti senza la minima procedura di evidenza pubblica che sarebbe invece necessaria per selezionare persone competenti con un forte senso del dovere necessario a ricoprire qualunque incarico pubblico“.
SANITÀ, FP CGIL: PRONTO SOCCORSO KO, OGNI ANNO È EMERGENZA ANNUNCIATA
“Come ogni anno anche il 2016 si apre con l’emergenza annunciata nei pronto soccorso. Un’emergenza costante dovuta a un sistema disorganizzato e indebolito. È passato infatti meno di un anno dal grave sovraffollamento che all’inizio del 2015 ebbe molto risalto sui media e, dopo una mobilitazione della Fp Cgil in tutto il Paese, portò la Giunta Zingaretti a sottoscrivere un accordo con i sindacati e prevedere soluzioni a portata di mano e un piano assunzionale. Quel piano non è stato pienamente attuato e le criticità sono ancora sotto gli occhi di tutti“. Così in una nota Fp Cgil.
“Servono interventi urgenti per garantire personale sufficiente – aggiunge – Ma non basta. Il sistema dei prontosoccorso è disarticolato e le strutture, come si dice in questi casi, ‘non si parlano’. E mentre poco si è fatto per costruire un sistema diffuso sul territorio, h24 e 7 giorni su 7, per una sanità di prossimità che prenda in carico i cittadini ed eviti di spingerli a ricorrere impropriamente al prontosoccorso, capita che ci siano ospedali come il San Camillo in grave sofferenza e che contemporaneamente altri vivano situazioni di relativa tranquillità. Le strutture dovrebbero parlarsi per gestire i flussi in maniera più efficiente. Ma serve un passo indietro sull’austerità cieca di questi anni: senza posti letto nei reparti, senza un contingente di personale adeguato e senza confronto sull’organizzazione dei luoghi di lavoro gli interventi anche più intelligenti per alleggerire i prontosoccorso servirebbero a poco. Servono interventi nazionali che permettano di ristrutturate il sistema e sul territorio bisogna adoperarsi da subito per fare il possibile, a partire dal dare corso al piano regionale“.