sabato 04 Maggio 2024,

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Gazzettino del Lazio delle ore 16.30

scritto da Redazione
Gazzettino del Lazio delle ore 16.30

BRUNETTA: ALFANO S’OFFRE. SALVINI? FASE ASCENDENTE FINITA. RAI? SI FACCIA TRASPARENZA SUI 4 O 5 MILIONI CHE GUADAGNA FAZIO, SUI 2 O 3 CHE GUADAGNA VESPA, DICE IL FORZISTA SU RADIO CUSANO CAMPUS 

Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, è intervenuto stamattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.

Brunetta ha detto la sua sullo stato di salute delle banche italiane: “Quando ci sono troppe rassicurazioni vuol dire che c’è qualcosa che non va. Non va l’economia italiana, non va la crescita, non va la politica economica del governo, sbagliata e fatta di mance per comprarsi il consenso, come Renzi fa da due anni e mezzo. E lo stato di salute delle banche è la conseguenza di sette o otto anni di crisi economica. La durata delle crisi storicamente non è mai stata superiore ai tre o quattro anni, qui siamo a un livello doppio, questa crisi ha una lunghezza mai vista nella storia economica. L’Italia poi è il fanalino di coda dell’UE”.

Brunetta ha parlato della compattezza di Forza Italia nel no al referendum: “Il centrodestra è unito sul referendum. No, no e no. Tutti i sondaggi ormai unicamente danno il no in netto vantaggio sul sì e soprattutto danno un potenziale di espansione dei no ancora di 10-15 punti. Renzi è da solo, non ha accanto nemmeno tutto il Pd. Il buon D’Alema  costituisce comitati per il no, anche Bersani è in un mare di guai e dice che se non si cambia l’italicum per lui è difficile votare sì se non si cambia l’italicum. Renzi non potrà bloccare il parlamento per la riforma della riforma della legge elettorale solo per non far vincere il Movimento Cinque Stelle? Doveva pensarci prima. Renzi è solo, è in un mare di guai, i no vanno avanti”.

Su Alfano e NCD: “Alfano s’offre. Il che mi fa sorridere. Io gli dico di far cadere Renzi subito, votare no al referendum e poi si potrà costruire un centrodestra unito con quelli che sono stati eletti comunque sotto il nome di Berlusconi presidente. Abbiano la correttezza di fare il loro percorso, se vogliono cambiare strada facciano cadere Renzi, che è uno zombie, un morto che cammina, che vuol cambiare costituzione e legge elettorale senza averne i voti, senza essere mai stato eletto e con i voti dei transfughi dagli avversari. Nemmeno in Turchia si vedono cose del genere. Prima finisce questa deriva antidemocratica e meglio è”.

Su Salvini: “Io amo molto il mercato che è fatto di premi e punizioni. Se uno offre un prodotto di qualità viene premiato, se uno offre un prodotto viziato viene punito. Io amo che nelle competizioni ci sia il mercato, ci siano i primi e le punizioni. Salvini ha portato il suo partito che era ridotto allo stremo al 13 o 14 percento. Lo ha fatto con una comunicazione forte, determinata, con le felpe e messaggi chiari. Questo non può che essere considerato un valore. Ora deve stare attento che non ci sia una fase di stanca nella sua comunicazione e nel suo messaggio. La sua fase ascendente è finita, ora c’è la fase del costruire insieme. Continuiamo con la costruzione del centrodestra unito, abbiamo un grande catalizzatore, che è il referendum. Diamo contenuti non solo ai no, ma mettiamo in chiaro i nostri sì”.

Sulla Rai e i super stipendi dei dirigenti di Viale Mazzini: “Io da 7 anni combatto per avere la trasparenza nella pubblica amministrazione. Io voglio la trasparenza, perché è la base della democrazia. Cercai di imporla anche alla Rai e l’allora dg Masi era d’accordo con me. Volevamo pubblicare gli stipendi di tutti i dipendenti e dei collaboratori esterni. Abbiamo messo a punto questo obbligo che poi la Rai si è guardata bene dall’applicare. Circa dal 2009 quindi la Rai è fuorilegge. In Rai si sono sempre rifiutati di pubblicare i compensi. Renzi è arrivato addirittura a mettere un tetto alla retribuzione dei pubblici dipendenti. 240.000 euro. Tutti i dipendenti pubblici si vedono ridurre lo stipendio, anche il Primo Presidente di corte di Cassazione. A quel punto, però, Renzi accorgendosi di dover nominare i vertici della Rai, fa marcia indietro, consente un imbroglio e consente alla Rai di essere esentata dal tetto, in quanto azienda operante nel mercato finanziario. Ma la Rai fa, o dovrebbe fare, informazione e cultura. Non attività finanziaria. E il risultato è che Campo Dall’Orto guadagna 600.000 euro e che ci sono decine e decine dirigenti che sono oltre la soglia dei 240.000 euro e guadagnano più del primo presidente di corte di cassazione. Questo è aberrante e inaccettabile. Io dico che è bene che gli scandali scoppino, che si veda l’opportunismo di Renzi che fa le regole e poi le disapplica quando si tratta dei suoi amici del giglio magico. Io voglio però che si rendano pubblici anche i 4 o 5 milioni che guadagna Fazio o i 2 o 3 milioni, io non lo so, che guadagna Vespa. Senza invidia, sia chiaro, ma i milioni di italiani che pagano il canone hanno diritto di sapere quanto guadagna la Littizzetto, Vespa, Fazio, i collaboratori esterni tipo Francesco Merlo, che fanno i moralizzatori e i soloni. Noi politici la trasparenza l’abbiamo già attuata da anni. Del mio reddito e del mio patrimonio si sa tutto. Si sa che io ho una 500 del 62, una bmw del 98, un Lupetto (un camioncino funzionante e bellissimo), Di me si sa tutto”.

L’ultima battuta di Brunetta è sui Pokemon: “I Pokemon? Mi sono sempre riservato di capire che cavolo sia questa faccenda dei pokemon, ma mi sto interessando di cose leggere tipo banche,  pensioni, disoccupazione, ecc, mi sto attrezzando su queste tematiche leggere, le cose importanti come i pokemon le lascio agli altri, ma prima o poi me ne occuperò”.

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Augusto Minzolini, Senatore di Forza Italia ed ex direttore del Tg1, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).

Sugli stipendi dei dirigenti Rai. “Penso sia giusto pubblicare gli stipendi, soprattutto tenendo conto che il canone tv è diventato una tassa vera e propria –ha affermato Minzolini-. Data la natura particolare dell’azienda che è servizio pubblico, è giusto che ci siano caratteri di trasparenza così chiari. Il fatto che si sappia come un’azienda di questa natura venga gestita è giusto, è interesse anche della stessa Rai, che è diventata nell’immaginario collettivo una sorta di simbolo di ciò che non dovrebbe essere un’azienda pubblica. Il problema riguarda il governo perché la decisione di mettere il tetto ai dirigenti pubblici è stata di Renzi, che si è fatto bello. Se era solo una bugia nel grande calderone della demagogia, come l’abolizione delle province o del Senato, allora è un altro discorso. Il dramma di questa azienda è che è pubblica e non è pubblica, a seconda di come ci si alza la mattina. Quando vengo accusato di peculato diventa pubblica, quando si tratta di stipendi degli altri è privata. Io sono stato l’unico a presentare emendamenti per la privatizzazione della Rai, quello che è insostenibile è che questa al momento è un’azienda ibrida. Prende il canone e prende la pubblicità, bisogna decidere una volta per tutte se questa è un’azienda privata o no. Se non è privata deve rispettare tutte le normative che riguardano le aziende pubbliche. Questo è assolutamente ingiusto visto che deve risponderne davanti ai cittadini”.

In merito alla sua esperienza in Rai e il caso giudiziario che lo riguarda. “Io ho avuto un’esperienza in Rai che non vorrei ripetere –ha spiegato Minzolini-. In primo grado sono stato assolto, il giudice del lavoro mi ha dato ragione e obbliga la rai ha ridarmi i soldi. In secondo grado mi trovo giudicato da un giudice che per anni ha fatto politica, con Prodi, con Napolitano, di cui tra l’altro avevo chiesto l’impeachment, e tutto è stato ribaltato. Io ho la coscienza a posto, mi sono difeso e continuerò a difendermi in aula”.

L’informazione in Rai. “Se l’editore di riferimento della Rai è il Parlamento è evidente che ci possano essere delle influenze –ha affermato Minzolini-. Quando sento parlare di informazione istituzionale io sorrido. Quando io facevo il direttore del Tg1 ho fatto delle cose che all’epoca furono considerate assurde, io feci un editoriale contro la politica tedesca di allora, adesso sento il Presidente del Consiglio che dice le stesse cose. Ho fatto un editoriale contro le aziende di trading e adesso c’è un’inchiesta a Trani. Ho parlato della trattativa Stato-mafia di cui a quei tempi non parlava nessuno, poi ha iniziato a parlarne Il Fatto Quotidiano. E’ chiaro che l’influenza del Parlamento c’è, ma la Rai dovrebbe essere un’azienda plurale, cosa che non è. Ai miei tempi c’ero io, ma c’erano anche Travaglio e Santoro, quindi c’erano visioni plurali. Adesso i tg della Rai sono tutti uguali, così come i talk show. E quelli che non sono uguali, come Virus e Ballarò, vengono cancellati o normalizzati. C’è una visione sola”.

“Io sono convinto che la mia vicenda è uno spaccato del perché in questo Paese le cose vanno male, è un problema di sistema –ha aggiunto Minzolini-. Io mi dimetto dopo quel voto perché voglio che il Parlamento si assuma questa responsabilità. Molti colleghi mi hanno detto che quello che mi hanno fatto è stata una porcata. Io voglio dire la mia nell’aula, poi decida l’aula, ma in ogni caso io il giorno dopo mi dimetterò”.

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“Salvini ha fatto bene a non scusarsi, perché io ritengo il Presidente Boldrini la persona più inadeguata a ricoprire quel ruolo e qualsiasi ruolo istituzionale, perché è veramente una persona secondo me miserabile, quindi sto assolutamente con la provocazione politica che ha fatto Matteo Salvini”. Lo ha detto il deputato della Lega Nord Gianluca Pini, membro della Commissione Affari Esteri della Camera, intervistato da Daniel Moretti nel corso del programma “Il mondo è piccolo” su Radio Cusano Campus.

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SGARBI: “I POKEMON? IDIOZIA COLLETTIVA. SOLO IL NOME MI FA SCHIFO. UN GIOCHETTO PER BIMBI DEFICIENTI”. POI SUGLI ATTENTATI: “PER EVITARE L’EFFETTO EMULAZIONE BISOGNEREBBE DARE LE NOTIZIE IN MODO DIVERSO”, DICE IL CRITICO D’ARTE A RADIO CUSANO CAMPUS

 Vittorio Sgarbi è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
 A Vittorio Sgarbi è stato chiesto un parere su Pokemon GO, il gioco del momento: “I pokemon? Mi fanno cagare a priori. Ho letto che sono anche agli Uffizi di Firenze, è una forma di idiozia collettiva, a un certo punto si alza un imbecille, mette in giro qualcosa e tutti gli vanno dietro. La quantità di persone che non ha un cazzo da fare nella propria vita è enorme e queste cose lo dimostrano, già il nome Pokemon mi fa schifo, ma poi dopo che uno li ha trovati cosa ci fa, li vende, ci fa qualche soldo?  No, lo fanno solo perché non hanno un cazzo da fare. Una volta giocavano a dama, a scacchi, cose che almeno richiedevano un minimo di applicazione intellettuale. Lo smartphone è uno strumento formidabile, ma purtroppo ci sono queste applicazioni che sono forme di masturbazione. Pokemon, solo il nome mi fa schifo, ma ormai è diventato un contagio, voi me ne parlate e io sono costretto a rispondere di una cosa che mi fa schifo solo a sentirne nominare il nome”. 
 Insomma, a Sgarbi questa mania per i  Pokemon proprio non va giù: “Sono peggio di una partita di calcio, questi pokemon sono un divertimento per bambini deficienti. Se da un lato sono una cagata, dall’altro sono un’opera geniale per chi l’ha inventata. Visto che ci sono così tanti gonzi devo inventarmi anche io qualcosa del genere. Ma dico io non sarebbe meglio andare a pesca?”.
 Sgarbi, poi, ha detto la sua sull’ondata di terrore che ha travolto l’Europa nelle ultime settimane: “Se uno vedesse le cose come consequenziali sembrerebbe quasi un progetto prestabilito. Noi a posteriori dobbiamo valutare le cose diversificandole. La cosa di Monaco non è collegata all’attentato di Nizza. Queste sono cose scollegate che messe insieme creano un effetto di terrore. E’ sempre una questione mediatica, l’emulazione, quello per cui un ragazzo si droga e allora lo fa anche il suo compagno di banco, lo stesso il fatto di Monaco, con l’attentatore che voleva imitare quello norvegese. E’ molto complicata la questione, occorrerebbe limitare la comunicazione sugli eventi tragici. Altrimenti si rischia un contagio, come per i pokemon”.
 Su questi drammatici eventi secondo Vittorio Sgarbi occorrerebbe modificare l’approccio mediatico: “Forse bisognerebbe non dico evitare di dare le notizie, ma asciugarle, renderle meno morbosamente attraenti. Quella di Monaco non può essere collegata all’Isis. Il mondo ha questa deriva d’impazzimento, che da parte dell’Isis riveste un problema di strategia mondiale di diffusione dell’islamismo, che deve essere guardata come una realtà nemica vera e propria, queste altre cose hanno più un risvolto individuale e su questo c’è poco da fare. Lei, Arduini, è sicuramente un seriale: è evidente che sia un assassino seriale, un giorno si alzerà entrerà in un centro commerciale e sparerà a tutte le donne bionde, perché una donna bionda non gliel’ha data. Io questa cosa la presumo perché ho già capito il tipo che è lei, ma come faccio a prevederlo?”.
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La deputata del M5S Mirella Liuzzi, membro della Commissione vigilanza Rai, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

In merito alle polemiche sugli stipendi dei manager della Rai. “La trasparenza per noi è uno dei principi fondamentali, ci siamo battuti fin dall’inizio per fare in modo che gli stipendi dei manager della Rai fossero pubblicati –ha affermato Liuzzi-. Noi avremmo voluto non solo la pubblicazione di quelli al di sopra dei 240mila euro, ma anche di quelli sopra i 50mila euro. Loro riescono a superare il tetto degli stipendi, grazie alla possibilità che hanno di emettere dei bond. Questo è un segreto di pulcinella perché noi del m5S l’avevamo più volte fatto presente. Avevamo presentato anche un emendamento per fermare questo scempio, il Pd però votò contro. La politica ha una responsabilità diretta perché tutti sapevano cosa stava accadendo. Non credo che il governo possa e voglia riformare la Rai nel verso giusto, perché lo ha già dimostrato. La pubblicazione degli stipendi è positiva, ma era una delle nostre proposte, quella del Pd è arrivata dopo”.

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Sabrina Magris, presidente di École Universitaire Internationale, istituto italiano di alta specializzazione, formazione e ricerca, in particolare per la negoziazione di ostaggi, antiterrorismo e intelligence , è stata intervistata da Daniel Moretti nel corso del programma “Il mondo è piccolo” su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

L’Isis raggiunge il suo obiettivo anche quando non compie direttamente attentati. “Isis, dove non arriva fisicamente o a istruire qualche terrorista, arriva comunque nelle nostre case con la paura degli attentati commessi da chiunque esso sia –ha spiegato la Dott.ssa Magris-. Abbiamo visto negli ultimi giorni questi attacchi in Germania, che riguardavano persone con disturbi mentali e che hanno provocato vittime e scatenato il terrore. Nella parole terrore purtroppo non possiamo fare distinzione sulla matrice di un evento così tragico. Abbiamo visto che l’aspetto religioso è relativo. Questi soggetti non rispettano i dettami del Corano, né dal punto di vista morale né dal punto di vista pratico, dato che fanno uso di droghe e di alcol, non rispettano i principi legati alla sessualità. Sono soggetti che hanno disturbi legati alla sfera sociale e di identificazione e che, maggiormente in questo periodo storico, utilizzano lo spauracchio di Isis per farsi notare al mondo e far capire che la loro esistenza ha avuto un senso”.

 L’emulazione. “L’emulazione è la parte che può fare ancora più paura, perché non c’è una strutturazione, non c’è un approvvigionarsi di armi o di esplosivo, che potrebbe essere maggiormente intercettabile. La problematica di questi soggetti è che possono decidere da un momento all’altro di emulare qualcuno che compie questi gesti, prendendolo come modello”.

Il terrore ovunque. “La paura si intensifica proprio perché non riusciamo a confinare in determinati luoghi sensibili questa minaccia. D’altro canto questo colpire la quotidianità deve risvegliare la coscienza comune, l’attenzione a soggetti che possono far trasparire queste intenzioni, per fare in modo che possano essere bloccati prima. Quindi un monito non solo per le forze d’intelligence e le forze dell’ordine, ma anche del cittadino”.

Le falle nelle misure di sicurezza a Nizza. “Al di là delle polemiche, facendo un’analisi oggettiva, alcuni comportamenti potevano essere evitati. Il fatto che un camion di quelle dimensioni e di quella peculiarità potesse essere presente in quella zona e in quell’orario è quantomeno dissonante, perché avrebbe dovuto essere davanti a un ristorante o un bar per caricare o scaricare, non essere fermo lì da qualche giorno prima. Anche il noleggio avrebbe dovuto far scattare l’allarme. Questo deve spingere a migliorare e a perfezionare sempre di più le attività di contrasto”.

Immigrazione. “Il controllo dei flussi migratori riveste un’importanza fondamentale nel contrasto al terrorismo. Non bisogna solo focalizzarci sull’immigrazione che arriva via mare. E’ notizia dei giorni scorsi una struttura di terrorismo che potrebbe arrivare con i flussi migratori via terra. Purtroppo l’Italia è geograficamente posizionata in un punto molto favorevole all’arrivo dei flussi dai Balcani. Ci sono report che dimostrano come le infiltrazioni le vediamo molto spesso via terra perché è più facile muoversi attraverso i valichi di frontiera, è più sicuro muoversi in macchina perché si è meno controllati ed è più facile caricare persone, caricare armi. Il terrorista cerca di essere informato sull’attività delle forze dell’ordine e cerca di scavalcarlo o comunque di trarre il maggior risultato”.

Prevenzione in Italia. “I dati fino a questo momento ci stanno dando ragione. Il fatto di aver avuto un’esperienza di terrorismo molto forte nei decenni scorsi sicuramente ha reso le nostre forze dell’ordine più attente e più sensibili a questo tipo di focolai che possono poi espandersi. La sensibilità della struttura italiana a qualunque livello dà quel quid in più, lo abbiamo visto con le nostre forze militari nelle varie operazioni all’estero che erano più benvenute di altre, lo vediamo anche dai risultati dell’intelligence e dell’antiterrorismo urbano”.

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Francia: blitz nella chiesa,’neutralizzati’ due uomini
Le teste di cuoio hanno dato
l’assalto alla chiesa in cui due uomini tenevano in ostaggio il
parroco, due suore e diversi fedeli. I due uomini “sono stati
neutralizzati”, riferisce I-Te’le’.

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Francia: fonti polizia, almeno un ostaggio ucciso
Sarebbe il parroco
Almeno un ostaggio e’ stato ucciso
nella chiesa a Saint-Etienne-du Rouvray, vicino Rouen. A quanto
si apprende da fonti sindacali della polizia si tratta del
parroco “sgozzato” dai due assalitori.

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FRANCIA. HOLLANDE: COLPITI CATTOLICI E CON LORO TUTTI FRANCESI
PRESIDENTE DOPO AGGUATO A ROUEN: DAESH CI HA DICHIARATO GUERRA

“Sono stati colpiti i cattolici e con
essi tutti i francesi”: Francois Hollande, presidente della
Repubblica francese, si e’ appena espresso in relazione
all’attentato in una chiesa nei pressi di Rouen, in Normandia,
dove e’ stato ucciso un prete e ferite tre persone.
“Siamo davanti a una nuova prova- ha detto Hollande- e a una
minaccia imminente. Il Daesh ci ha dichiarato guerra e noi la
combatteremo nel rispetto dei diritti, perche’ noi siamo una
democrazia”. Hollande ha ricordato il sacerdote ucciso e ha
espresso il cordoglio della nazione alla comunita’ cattolica di
Francia; quindi ha affermato che oggi stesso vedra’ il vescovo
locale, mentre domani incontrera’, ha dichiarato, i
rappresentanti di tutte le comunita’ religiose nel Paese. Quindi
ha proseguito: “Dobbiamo restare uniti e prendere coscienza che i
terroristi non si fermeranno davanti a niente finche’ non saremo
noi a fermarli”.
Il Presidente ha ricordato che “non solo la Francia e’ sotto
attacco, pensiamo ad esempio alla Germania”, sottolineando infine
la necessita’ della “coesione” dei Paesi europei contro il
terrorismo dell’Isis.

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