venerdì 03 Maggio 2024,

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Gaeta. “Serapo: in cinque minuti si abbattono 12 alberi di oltre 40 anni”

scritto da Redazione
Gaeta. “Serapo: in cinque minuti si abbattono 12 alberi di oltre 40 anni”

“Sinceramente faccio fatica ad immaginare quale opera infrastrutturale o di riqualificazione urbanistica giustifichi l’abbattimento “tout court” di ben 12 alberi sani; questo è accaduto in un recentissimo pomeriggio a Serapo mentre passeggiavo con i miei figli in cui non sono riuscito a trovare le parole per spiegare cosa stava accadendo.
Cinque persone, in una manciata di minuti armati di sega elettrica, hanno trasformato gli alberi in legna da ardere.
Una gesto incomprensibile e violento, ora non resta che sperare che la mattanza non proseguirà su tutta Serapo. Spesso sentiamo parlare di riqualificazione di questo tratto di costa ma nessuno sa niente e sinceramente se dobbiamo spendere soldi per abbattere alberi di oltre 40 anni per poi piantarli di nuovi le cose non vanno bene ma malissimo.
Sul lungomare di Serapo invece di compiere simili interventi sarebbe il caso che l’amministrazione comunale iniziasse a lavorare nel disegnare un’intesa con gli stabilimenti balneari al fine di rilanciare il turismo cittadino che, a conti fatti, non può prescindere da un nuovo assetto urbanistico di quel tratto di lungomare: su questo delicato aspetto si misura il coraggio e non invece nel tagliare gli alberi.
E non ci venissero a raccontare che le piante erano pericolose e malate, è falso e se pure lo fossero state si interviene per salvare e non si abbattono. Tutti gli alberi del lungomare di Separo ogni anno venivano potati e non mi risulta affatto che alcuni di loro erano pericolosi. Forse anche gli alberi di via Garibaldi, via Serapide  e San Paolo erano pericolosi e malati? In città si contano molte decine di abbattimenti, atti gravissimi e ingiustificati, ogni volta che si taglia un albero è un fatto triste.
Invece di continuare ad aprire ferite in città invito l’amministrazione comunale a piantare nuovi alberi, magari di macchia mediterranea, e smetterla con questi scellerati abbattimenti”.

Giovanni Balletta

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