mercoledì 01 Maggio 2024,

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Formia. Fuoco al bosco di eucalipti

scritto da Redazione
Formia. Fuoco al bosco di eucalipti

 In una fresca serata di Agosto è andato a fuoco ieri sera un bosco di eucalipti che rappresentava una delle fonti principali di attività di un’azienda di apicoltura, una delle poche realtà che vivono della Natura e delle quali andare orgogliosi a Formia.

Da ottobre dello scorso anno, secondo quanto deciso e previsto nel corso del Tavolo di lavoro tenutosi quasi un anno fa presso il Comune di Formia a seguito della allarmante sequela di incendi estivi sul territorio formiano della scorsa stagione, doveva partire un’azione coordinata tra i vari Enti preposti per la prevenzione degli incendi boschivi.
Ricordiamo a tutti che in base al più recente Piano Regionale che è del 2011 Formia ha l’Indice di Rischio Assoluto più alto dell’intera Regione Lazio.
Il nostro Meetup aveva già sollecitato una particolare attenzione al problema, da affrontare secondo noi non solo, come al solito, in fase di emergenza, con conseguente rischio per l’ambiente e l’incolumità umana e dispendio di danaro e risorse, bensì soprattutto in fase di prevenzione con la messa a punto di una serie di iniziative che mirassero nell’arco dell’intero anno a ridurre il rischio di incendi e in particolare ad arginare gli eventi conseguenti all’azione dolosa dell’uomo.

Ruolo determinante a tal fine riveste l’attuazione dell’apposito catasto dei terreni percorsi da incendi. Secondo quanto previsto infatti dalla Legge quadro in materia di incendi boschivi n. 353/2000 i Comuni sono obbligati a censire annualmente i terreni percorsi dal fuoco. Il rispetto di questa normativa è il presupposto per poi poter applicare con esattezza i vincoli e le sanzioni previsti dalla stessa Legge, che, per la loro severità, rappresentano a nostro giudizio il maggior deterrente contro gli incendi dolosi a scopo speculativo.
Al riguardo da una nostra ricerca sull’Albo Pretorio on line del Comune di Formia l’ultima delibera in materia sembra sia quella del febbraio 2014, con la quale il Comune individuava solo le particelle interessate per gli anni 2004-2011.
E’ stato recuperato a quanto pare un bel po’ di lavoro arretrato, dopo aver lasciato però tutto il tempo necessario e sufficiente affinchè qualche malizioso proprietario di terreni eventualmente coinvolto potesse sistemare in tempo qualche situazione personale. Per gli anni successivi non abbiamo ad oggi trovato alcun riferimento. Ricordiamo che i dati vanno trasmessi in Regione ogni anno per l’anno precedente entro il 30 dicembre per il conseguente aggiornamento del Piano Regionale. Ci auguriamo di non aver cercato bene in rete e che tutto sia stato regolarmente adempiuto da parte dell’A.C e la invitiamo quindi a rendere pubblico il lavoro svolto, sia per quanto riguarda il catasto sia per l’azione coordinata dei vari enti.
Entrando nel merito e parlando di prevenzione, riteniamo si debba tener conto che nella nostra zona non abbiamo particolari problemi legati alla pastorizia o all’agricoltura, per cui resta da un lato da affrontare gli interessi legati alle possibili speculazioni edilizie, dall’altro impedire l’odiosa pratica, che ci auguriamo non riguardi gli operatori del nostro territorio, degli incendi appiccati dolosamente per sollecitare gli interventi dei mezzi di spegnimento e soccorso. che sono solitamente molto dispendiosi per la comunità.
Questi fenomeni insieme a quelli legati all’incuria ed alla distrazione potrebbero essere arginati utilizzando punti di avvistamento e monitoraggio, col potenziamento delle risorse tecniche, oltre naturalmente che con un maggiore e migliore coordinamento dei numerosi Enti che si occupano a vario titolo di boschi, di solito lautamente sovvenzionati da Stato, Regione e Comunità Europea, il tutto per una maggiore ed opportuna sorveglianza ed un pronto intervento, cosa che sarebbe infine utile anche contro gli eventuali, anche se rari, veri e propri piromani.
E quando lo squallore di questi fenomeni colpisce aziende e beni dei cittadini, il Comune dovrebbe intervenire almeno con sgravi ed agevolazioni se non con vero e proprio sostegno economico per alleviarne le conseguenze.
Questa sarebbe una Comunità!
Siamo a inizio di agosto e la stagione degli incendi è cominciata. Noi crediamo che la cittadinanza debba conoscere cosa è stato fatto ad oggi.

Il Gruppo Comunicazione del Meetup Formia 5 Stelle

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P.S.
A titolo di cronaca diamo nota, per la massima applicazione e informazione, del contenuto dell’art. 10 della suddetta Legge 253/2000 che prevede:
– Le zone boscate ed i pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni.
– È vietata per dieci anni, sugli stessi soprassuoli, la realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive.
– Sono vietate per cinque anni, sugli stessi soprassuoli, le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche, salvo specifica autorizzazione concessa dal Ministro dell’ambiente.
– Sono vietati per dieci anni, limitatamente ai soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco, il pascolo e la caccia.
– Nel caso di trasgressioni al divieto di pascolo su soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco si applica una sanzione amministrativa, per ogni capo, non inferiore a euro 30,00 e non superiore a euro 61,00 e nel caso di trasgressione al divieto di caccia sui medesimi soprassuoli si applica una sanzione amministrativa non inferiore a euro 206,00 e non superiore a euro 413,00.
– Nel caso di trasgressioni al divieto di realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili il giudice, nella sentenza di condanna, dispone la demolizione dell’opera e il ripristino dello stato dei luoghi a spese del responsabile.
– Nelle aree e nei periodi a rischio di incendio boschivo sono vietate tutte le azioni determinanti anche solo potenzialmente l’innesco di incendio. Per le trasgressioni ai divieti si applica la sanzione amministrativa del pagamento di una somma non inferiore a euro 1.032,00 e non superiore a euro 10.329,00. Tali sanzioni sono raddoppiate nel caso di trasgressioni da parte di esercenti attività turistiche, per i quali è disposta la revoca della licenza, dell’autorizzazione o del provvedimento amministrativo che consente l’esercizio dell’attività.

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