venerdì 17 Maggio 2024,

Cronaca

Ξ Commenta la notizia

Cori. Vendemmia notturna

scritto da Redazione
Cori. Vendemmia notturna

Torna anche quest’anno la vendemmia notturna a Cori. Un rito che l’Azienda Agricola Pietra Pinta della famiglia Ferretti rinnova da alcuni anni, per salvaguardare gli aromi e i profumi delle sue uve bianche. Dopo aver cenato tutti insieme, dall’una all’alba, si accendono i riflettori sui vitigni e i motori di macchine all’avanguardia che danno inizio ad uno spettacolo suggestivo.
Un’esperienza che ha fondamenti scientifici. In alcune uve l’escursione termica giorno/notte durante il loro periodo di maturazione determina la presenza concentrata di composti aromatici nelle ore notturne. La pianta, per proteggere l’acino dagli effetti dell’escursione termica, ne concentra all’interno i composti aromatici per elasticizzare la buccia ed evitare rotture.
Una tecnica premiante, sia da un punto di vista enologico che ambientale. Consente di preservare il corredo aromatico delle uve, mantenendo integri i grappoli ed evitando micro-fermentazioni indesiderate, generate dalle maggiori temperature diurne. Ma anche di ottenere un risparmio energetico nel raffreddamento delle uve prima della pressatura, quando maggiori sono i rischi di volatilizzazione degli aromi.
Il vino nocte, oltre a mantenere intatti tutti i suoi caratteri naturali, si fa apprezzare per la sua originalità. I vitigni che la famiglia Ferretti vendemmia di notte sono quattro. Si parte la prima metà di agosto con lo Chardonnay e il Sauvignon. Durante la prima settimana di settembre tocca alla Falanghina. Si finisce intorno alla prima metà di settembre con la Malvasia Puntinata.
Pietra Pinta è una realtà sperimentale che non lascia niente al caso. Con accurati campionamenti si disegna una curva di maturazione che individua il giorno ideale per la raccolta. Il resto lo fanno la manodopera, le macchine e piccoli accorgimenti. Tra questi il misterioso fumo che si leva dalle vasche, dovuto all’uso di giacchio secco per disperdere anidride carbonica ed isolare il mosto dall’ossigeno presente nell’aria.

Rispondi alla discussione

Facebook