mercoledì 01 Maggio 2024,

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Cisterna. “I cittadini cisternesi accendono i riflettori sulle tematiche dell’agricoltura”

scritto da Redazione
Cisterna. “I cittadini cisternesi accendono i riflettori sulle tematiche dell’agricoltura”

Oggi, a fronte della grave crisi economica che attraversiamo, costatiamo una certa indifferenza da parte delle istituzioni verso la difficile situazione del lavoro. In particolare, il settore agricolo oltre ad essere stato oggetto di migrazione per anni da parte degli operatori, viene visto come unico colpevole del lavoro nero. Nella nostra città di Cisterna di Latina, ogni anno assistiamo a dei veri e propri assalti dai rappresentati delle istituzioni, a quelle piccole aziende agricole attente a raccogliere i loro prodotti. Oltre alla continua svalutazione che subisce il prodotto del coltivatore, oltre all’accanimento delle avversità climatiche, ora il primo timore dell’agricoltore è divenuto il sopralluogo improvviso nelle campagne degli organi di controllo. Sicuramente si deve ripiantare (se c’è mai stata) la cultura della regolamentazione della manovalanza, ma non bisogna perdere di vista, a nostro avviso, quella elasticità indispensabile a mantenere alta la fiducia verso le istituzioni. Nel periodo della raccolta del Kiwi, dice Anna Criscuolo, ci risvegliamo quasi come dei latitanti braccati, con il timore che la visita del vicino nella campagna per lo scambio di due chiacchiere, sia occasione scatenante dell’improvviso intervento di truppe d’assalto mimetizzate nella natura, al sol fine di trattare l’agricoltore come un gangster. Gli operatori del settore agricolo non sono di certo delle anime sante, ma neanche l’unico responsabile della situazione disastrosa del nostro tempo. Ci chiediamo, continua Criscuolo, perché allora le Amministrazioni non intervengono anche a determinare un minimo prezzo da imporre ai compratori, o a costatare il rispetto del libero mercato, visto che loro hanno il potere di dettare regole? Quello che proponiamo è importante secondo noi, perché stabilire quel valore minimo, che scaturisce dalla differenza delle spese sostenute dall’agricoltore(compresa mano d’opera e tasse) e il minimo guadagno per l’azienda, darebbe quella sicurezza del sostentamento del coltivatore, così sicuramente non sarebbero costretto a risparmiare sulla registrazione del lavoratore. Mentre oggi i compratori riescono a fare dei prezzi senza alcuna logica, senza regole e senza alcun controllo in barba alla libera concorrenza. Infatti, non si può parlare di libero mercato quando, caso strano, tutti le ditte che concorrono per farsi propri il prodotto, sembra che parlino la stessa lingua. Non vogliamo alludere a nulla, ma sicuramente dovremo accertare certe situazioni locali.

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