venerdì 13 Dicembre 2024,

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Casa. Ecco l’Ater unica e regionale

scritto da Redazione
Casa. Ecco l’Ater unica e regionale

Un presidente, un cda di 4 membri, un Collegio dei revisori di 3 membri effettivi più 2 supplenti: questa è l’Areps, Azienda regionale per l’edilizia pubblica e sociale che sostituirà l’Ater, l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica così come previsto dalla delibera regionale che sarà approvata venerdì dalla Giunta per poi approdare in Consiglio regionale. E’ quanto si legge in una nota della Regione Lazio. “Si avvia così– spiega l’assessore alle Infrastrutture, Politiche abitative e Ambiente, Fabio Refrigeri la trasformazione delle 7 Ater in un’unica azienda. E’ una promessa mantenuta con cui si conclude un’era e si avvia una fase di razionalizzazione che punta a conseguire risparmi economici importanti, col fine di predisporre una politica gestionale più snella ed efficiente dedicata all’abitare“. La delibera prevede che il presidente dell’Areps venga nominato dal presidente della Giunta regionale. Il Consiglio di amministrazione verrà eletto dal Consiglio Regionale e sarà composto da 4 membri, a cui si unirà nelle decisioni lo stesso Presidente dell’Areps, spiega la nota. Il Collegio dei revisori, composto da 3 membri effettivi più 2 supplenti, sarà nominato dal presidente della Giunta regionale, ed i suoi componenti saranno scelti dal Registro dei revisori contabili; gli esponenti di questo collegio potranno essere confermati solo per un altro mandato.
L’Areps avrà la seguente organizzazione territoriale: una sola direzione generale, con sede in Roma, e 6 distretti territoriali comprendenti i capoluoghi di Provincia, la Città Metropolitana di Roma Capitale e il Comune di Roma Capitale. La direzione generale sarà costituita da un direttore generale, un direttore tecnico e un direttore amministrativo. L’Areps potrà contare su un’unica centrale acquisti.
L’unificazione delle Ater, conclude la nota, determinerà non solo una notevole riduzione dei costi, stimato intorno ai 2,5 milioni di euro, ma anche un taglio netto di 68 poltrone (6 direttori generali, 44 consiglieri di amministrazione e di 18 revisori dei conti).

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