venerdì 26 Aprile 2024,

Cronaca

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Carceri. Giusta pena e reinserimento, il convegno

scritto da Redazione
Carceri. Giusta pena e reinserimento, il convegno

Le criticità che affliggono gli istituti penitenziari di Roma e le possibili soluzioni: questi i temi al centro dell’incontro ‘Garantire la giustizia – giusta pena e giusto reinserimento‘ che si è svolto oggi nella sede del Consiglio regionale del Lazio e promosso dal consigliere Giuseppe Cangemi, presidente della III commissione, in collaborazione con l’associazione Gruppo Idee e ‘Dietro il cancello‘, giornale della casa circondariale di Rebibbia nuovo complesso.
Vogliamo accendere i riflettori sulle tante problematiche delle carceri romane – ha spiegato Cangemi, presente al convegno insieme al vicepresidente della Giunta regionale, Massimiliano Smeriglio e al vicepresidente d’aula alla Pisana, Francesco Storace  dando voce a quanti ogni giorno vivono la realtà dei nostri istituti penitenziari, a cominciare dai direttori delle strutture e dagli agenti di polizia penitenziaria, per un confronto con i rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali chiamate a fare un sostegno“.
L’incontro è stato anche un’occasione per l’elaborazione di un documento da consegnare alla giunta Zingaretti, che mette in luce “le criticità del sistema carcerario, tra cui la mancanza della figura del Garante, il sovraffollamento, la condizione dei detenuti“, ma anche “il poco sostegno istituzionale ai tanti progetti che in passato hanno contribuito a sostenere la funzione rieducativa della detenzione, attraverso lo sport o il teatro, coinvolgendo associazioni di volontariato da sempre impegnate a sostegno dei detenuti“. Quindi, ha concluso Cangemi, “le proposte per risolvere tutte queste criticità“. “È importante questa mattinata – ha aggiunto Smeriglio- perché grazie all’iniziativa del Consiglio e del consigliere Cangemi riusciamo a fare un punto su una situazione di difficoltà del sistema carcerario del Lazio, del sovraffollamento, degli strumenti di intervento sul reinserimento sociale, lavorativo, formativo e persino affettivo dei detenuti, cercando di uscire da un cono d’ombra di cui pochi si occupano. In questo senso il Lazio storicamente ha fatto molto in questa direzione“.

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