“L’urbanistica partecipata – spiega Nicoletta Zuliani, consigliera comunale del Partito Democratico – prevede un ufficio che si occupi unicamente di interfacciarsi con gruppi di cittadini suddivisi per aree, a seconda dei vari interventi che devono essere operati su porzioni di città, per avviare un dialogo, proporre modifiche all’assetto urbanistico, ascoltare i cittadini con le loro proposte ed integrarle nel progetto finale. Questo ufficio dovrebbe quindi operare attraverso personale qualificato, ma soprattutto con funzionari e dipendenti che abbiano a cuore il dialogo con i cittadini, organizzando momenti partecipativi e di integrazione dei contributi. Io non ho mai visto operare la nostra amministrazione in questo modo, eppure paghiamo un dirigente quasi € 40.000 all’anno per svolgere questo servizio”.
Zuliani sottolinea come quest’ufficio dovrebbe tutelare i cittadini che comprano una casa, quando concludono l’affare anche in virtù del fatto che di fronte c’è un parco piuttosto che una colata di cemento. “L”amministrazione si deve fare carico di comunicare ai cittadini che l’assetto urbanistico viene modificato, tanto più se si è dotati di un ufficio preposto all’urbanistica partecipata. Non si può continuare a vivere in questo clima in cui il cittadino deve armarsi contro l’amministrazione, contro l’istituzione che dovrebbe invece servire la collettività” – afferma Zuliani, che critica aspramente il punto del programma di fine mandato sindacale in cui appunto si parla di urbanistica.
Si rivolge direttamente al sindaco Giovanni Di Giorgi quando, anche nel corso del suo intervento nel consiglio comunale, ha domandato: “Secondo lei, a fine mandato è possibile redigere un nuovo piano urbano comunale generale impostato sul minor consumo del suolo e sul recupero urbanistico di aree dismesse di siti degradati? Come fa a credere possibile una cosa del genere?”. Due anni fa, quando venne costituito l’ufficio, Zuliani aveva redatto un’interrogazione per capire come mai il dirigente che veniva selezionato per l’importante settore non potesse essere anche un architetto o un ingegnere, ma – secondo l’amministrazione di Latina – solamente un avvocato.
“Esaminiamo quali sono i compiti di questo dirigente: attività di consulenza e supporto tecnico giuridico per la predisposizione degli strumenti di governo e trasformazione territoriale, con particolare attenzione alle possibilità perequative al coinvolgimento dei soggetti sociali nella costruzione delle scelte di piano. Nulla di ciò è stato realizzato, ecco perché abbiamo cittadini che insorgono e che si sentono violentati da una classe politica che opera unicamente nei confronti degli operatori edili, dei costruttori, e degli interessi privati”.