venerdì 26 Aprile 2024,

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Zingaretti riferisce all’Assemblea su dimissioni suo capo di gabinetto. Il dibattito in Aula

scritto da Redazione
Zingaretti riferisce all’Assemblea su dimissioni suo capo di gabinetto. Il dibattito in Aula

Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Daniele Leodori, si è riunito per ascoltare e dibattere sulle dichiarazioni in Assemblea, da parte del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, sul caso delle dimissioni del suo capo di gabinetto Maurizio Venafro. Il Presidente della Regione ha ritenuto “utile ed opportuno, anche su sollecitazione dei consiglieri di maggioranza e di opposizione, a poche ore dall’aver ricevuto la lettera da parte del dottor Venafro, venire immediatamente in Aula per riferire ciò che è a mia conoscenza nel rispetto dei segreti istruttori che limitano la mia capacità di conoscenza dei fatti, ma soprattutto perché condivido il richiamo al necessario rispetto di questa Istituzione e di questa Aula per sgomberare il campo da qualsiasi dubbio sul rischio di un approccio riduzionista della maggioranza, della Giunta o mio rispetto alle vicende dell’inchiesta “Mondo di mezzo” e perché, ci tengo a dirlo e condivido anche in questo caso, è nostro interesse, e quando dico “nostro” come Istituzione, lavorare affinché si faccia assoluta chiarezza rispetto a quanto sta avvenendo“. Zingaretti ha fatto notare che la vicenda si inserisce in una indagine iniziata nel mese di dicembre, definita “Mondo di mezzo”, che portò all’apertura di una fase di indagini ed anche portò alla luce, sul territorio di Roma e non solo di Roma, un perverso intreccio di poteri criminali in rapporto con livelli, i più diversi, della politica. “Già allora – ha dichiarato il presidente della Regione – anche su sollecitazione delle opposizioni, mi assunsi il compito di bloccare tutte le gare in essere della nostra Regione e di dare mandato ai direttori della Centrale unica di acquisti, di fare un’ulteriore verifica sull’esito e quanto era avvenuto, così come sollecitato e richiesto da molti consiglieri tra cui il presidente Storace in prima istanza“. “Ora c’è una novità – ha detto Zingaretti. Nell’ambito di un allargamento delle indagini e delle verifiche della Procura e nel corso di un incontro con i procuratori, il dottor Venafro ha appreso di essere anche lui oggetto di una fase di accertamento delle indagini rispetto ad una gara della nostra Regione. Ieri il dottor Venafro mi ha comunicato che anche per lui l’essere sottoposto ad un periodo di indagine lo ha portato a scegliere la strada di un passo indietro e delle dimissioni per motivi che risultano chiarissimi da una lettera che ho ricevuto e che è agli atti“. “L’oggetto di approfondimento e di allargamento delle indagini è la gara CUP, annullata, come ricorderete, dalla Regione e l’oggetto della indagine riguarderebbe un tentativo di turbativa d’asta promossa nei confronti del dottor Venafro e che, questo mi sento di ribadirlo perché è contenuto della lettera e perché riferito anche a voce a me dal dottor Venafro, di avere fornito tutti i chiarimenti sottolineando e spiegando la sua totale estraneità ai fatti“. Zingaretti, sentendo la richiesta che viene dai cittadini, dal Consiglio, dalle forze sociali, di serietà e trasparenza ha ribadito che “la Regione Lazio è stata la prima istituzione italiana ad aver sottoscritto, con l’Agenzia nazionale anticorruzione, un protocollo operativo che già oggi è attivo e sta portando l’ANAC alla supervisione e al controllo sia degli articolati di gara, sia del percorso che porterà alle varie assegnazioni, moltissime gare, sicuramente le principali, che sta facendo questa amministrazione. La Regione Lazio, cioè, è la prima Istituzione italiana che accetta che dentro l’agire della propria amministrazione intervenga l’autorità preposta dallo Stato per vigilare sui livelli di anticorruzione. Non lo dico per propaganda, ma perché – tengo a sottolinearlo perché su questo, fra di noi, ci sia la massima chiarezza – avverto, e sono pronto ad accogliere ulteriori consigli, l’urgenza su temi così delicati, di non fare sconti a nessuno, di non avere reticenze, e di rivendicare, come abbiamo fatto insieme al dottor Cantone, l’orgoglio con il quale, proprio coscienti della gravità e della necessità di dare dei segnali, noi fossimo i primi in Italia a cedere una parte di sovranità per condividere, nel nome della trasparenza con l’Authority anticorruzione, percorsi di assegnazione di gare. Il presidente della Regione ha precisato che si tratta della gara CUP e non ReCUP, per il quale non esiste ancora nessun bando di gara. “Permettetemi di precisare che il dottor Venafro non fa parte, e non ha mai fatto parte, di nessuna Commissione di assegnazione di gara, tanto meno della gara CUP e soprattutto, nel ruolo che ha svolto fino a ieri, non aveva alcun potere e alcuna competenza sulla nomina di membri di Commissione di gara“. La Giunta, ha detto Zingaretti, continuerà con rigore a vigilare e ad introdurre nei meccanismi procedurali nell’Amministrazione. “Continueremo, oltre al protocollo dell’ANAC, in quel processo di rotazione di tutti i livelli dirigenziali già iniziato dall’insediamento della nostra Amministrazione, non perché crediamo in un principio di colpevolezza preventiva di un dirigente piuttosto che di un altro, ma crediamo invece nella possibilità amministrativa di prevenire, come il protocollo con l’ANAC, che fatti corruttivi possano interessare anche la nostra Amministrazione. Continueremo su questa strada, ovviamente pronti ad ascoltare suggerimenti e proposte che possono ulteriormente amplificare, correggere e migliorare queste caratteristiche.
Dopo l’intervento di Zingaretti si è svolto il dibattito generale in Aula da parte dei Consiglieri. Il primo ad intervenire è stato Gianluca Perilli (M5s) che ha chiesto espressamente le dimissioni di Zingaretti: “Lei ha chiesto serenità e io le dico che chiedo le sue dimissioni, non solo per questo episodio ma per un’intera pagina scritta da questa amministrazione che segna un fallimento: il re è nudo e lei è l’unico a non accorgersene. Quanto accaduto non è un fulmine a ciel sereno“. “Non può andare avanti a ogni costo – ha aggiunto Perilli – Se va a casa il capo di gabinetto e si cerca di far diventare un atto eroico uno scambio sdolcinato di lettere, questa lettera dovevate scriverla ai cittadini come ammissione diresponsabilità. Noi le chiedevamo di sospendere Venafro non per questo caso ma per un altro episodio. Quella di oggi per noi non è una soddisfazione ma una frustrazione – ha detto ancora – non essere ascoltati e produrre una relazione così deludente su un uomo di sua fiducia coinvolto in due inchieste. Cos’altroserve per chiedere le dimissioni? Cos’altro deve succedere perché in questa Regione si vada avanti e ci si prenda le proprie responsabilita?“.
Antonello Aurigemma (Pdl-Fi): “Quello di Venafro è un ruolo importante, non è un dirigente esterno o uno dei 68 dirigenti che lei ha nominato. Venafro è una persona di fiducia, che lei ha nominato e che svolge a tutti gli effetti il ruolo, dopo il suo, più importante“. Il capogruppo di Forza Italia ha ribadito che “resto un convinto garantista e sono altrettanto convinto che lei – rivolgendosi a Zingaretti – non sapesse quello che sarebbe accaduto, però noi vorremmo capire di cosa si occupava il capo gabinetto, il cui ruolo è centrale. Credo le sia sfuggito di mano il controllo di questa Regione e penso che forse e’ il caso, dopo due anni, che lei blocchi un attimo la macchina della Regione e faccia un ‘tagliando’ che ci consenta di capire il ruolo che devono avere l’Aula e le commissioni, soprattutto in un settore delicato come la sanità. Oggi siamo qui a testimoniare l’apprezzamento per un gesto istituzionale, quello del dottor Venafro che si è voluto dimettere ma nello steso tempo a dirle che lei deve fermare questa macchina per riportare credibilità nella politica, nelle istituzioni, nella nostra Regione“.
Per Baldassarre Favara (Pd): “Le dimissioni del dottor Venafro non erano e non sono un atto dovuto. Esse rappresentano un grande senso di partecipazione e di rispetto nei confronti di tutti, della Regione, dell’Ente Regione. Le dimissioni sono state veramente un atto di sensibilità estrema. Secondo me, anche le modalità in cui il dottor Venafro è venuto a conoscenza dell’avviso di garanzia, da quello che si legge dai giornali, vanno considerate. Lui aveva richiesto di essere sentito dalla magistratura e in quella circostanza è stato notificato l’avviso di garanzia. Quindi, lui era partito con l’idea di farsi sentire come persona a conoscenza dei fatti e, come tale, con l’obbligo e il dovere di dire la verità, ed esclusivamente la verità. Allora – ha concluso Favara – la condanna la faccia la magistratura, non noi in quest’Aula, che siamo deputati, sì, alla verifica e al controllo, ma anche ad esaminare la passione di quest’uomo e il dolore di quest’uomo e della sua famiglia nel ricevere un avviso di garanzia, quindi nel sentirsi sottoposto ad indagine“.
Il vice presidente del Consiglio regionale Francesco Storace (La Destra) vede una Regione prossima al voto e ha chiesto di “portate tutte le carte che avete, le chiacchiere non bastano più. C’e’ una sinistra che governa ed è nel mirino. Se pensate di fare da soli, tanti auguri, ma vedo questa Regione prossima al voto“. Storace ha annunciato di volere presentare una risoluzione contenente alcune richieste per Zingaretti: “E’ d’accordo – rivolgendosi a Zingaretti – a depositare in commissione Bilancio i verbali delle gare indette dalla Centrale unica degli acquisiti? Ci fa conoscere questi verbali? ci fate vedere come vengono designati i membri delle commissioni aggiudicatrici? Come viene effettuata la selezione delle offerte? Possiamo puntare i fari anche sulle gare delle aziende regionali, su sanità, trasporti e rifiuti, che non sono di competenza della Centrale unica degli acquisti? È favorevole ad applicare la normativa anticorruzione anticipando agli obiettivi di metà mandato la rotazione dei dg? Fateci capire se volete fare pulizia anche del rischio che possa accadere qualcosa“. “Se Zingaretti – ha detto Pietro Sbardella (Misto) – continuerà a comportarsi da uomo solo al comando c’è il serio rischio che si ripeta il triste epilogo della scorsa legislatura, quando per fatti che sembrerebbero meno gravi, cadde la giunta di centrodestra. Al di là della vicenda giudiziaria che sta interessando l’ex capo di gabinetto Venafro – ha continua Sbardella – desta preoccupazione l’atteggiamento di Zingaretti sordo, in questi due anni, alle correzioni di percorso suggerite a più riprese dalle opposizioni e, paradossalmente, anche da settori della sua stessa maggioranza. Quello che si chiede a Zingaretti è di capire che la Regione si governa con un più fecondo e proficuo rapporto con l’assemblea legislativa e non chiudendosi in una torre d’avorio, pensando di essere autosufficiente. Le opposizioni devono poter essere ascoltate e messe nelle condizioni di poter esercitare il proprio ruolo, per costruire insieme alla maggioranza percorsi virtuosi ed evitare che si verifichino situazioni come quelle che stanno coinvolgendo il braccio destro di Zingaretti.
Nel suo intervento Fabrizio Santori (Misto): ha fatto notare che: “purtroppo dopo i fatti di ieri ‘Mafia Capitale’ è diventata ‘Mafia Regionale’ e sarà la magistratura ad accertare i fatti, ma credo che sia importante innanzitutto prendere la definizione di Capo di Gabinetto: è il dirigente che dirige l’ufficio formato dai più stretti collaboratori di un alto funzionario politico, è scelto in base a criteri fiduciari e cura il raccordo del vertice politico con l’Amministrazione. Quindi, per quanto mi riguarda Venafro è Zingaretti! Venafro è Zingaretti perché per parlare con Zingaretti bisogna parlare con Venafro, perché è Venafro che dirige gli aspetti politici del Presidente della Regione. Qui state tutelando il Presidente della Regione che doveva dimettersi – annota Santori – e state tutelando le poltrone, perché di questo si tratta con una macchina organizzativa che va avanti da giorni. Mi aspetto da Zingaretti il grande colpo da maestro sull’apparenza e sull’immagine, dicendo che avremo in Giunta come Capo di Gabinetto la persona più ligia del mondo. Serve una risposta concreta per i cittadini sulla sanità, sui rifiuti, sull’ambiente e sui trasporti.
Oggi sono due anni esatti – fa notare Valentina Corrado (M5s) dalla data di insediamento di questo Consiglio e in questo tempo trascorso, avevamo segnalato, presidente Zingaretti, che non ci sembrava opportuna l’esistenza di figure al suo fianco dalla dubbia compatibilità con le funzioni e con il ruolo che venivano a svolgere qui in Regione, funzioni e ruoli da lei assegnati, per vicende che all’inizio di questa legislatura risultavano pregresse, quindi erano ben note a chi ha scelto determinate persone a ricoprire determinati incarichi. Vicende pregresse perché – ricordiamolo – la maggior parte del suo entourage lei se l’è riportato qui dalla Provincia, quindi tante di queste persone hanno vicende legate ad attività pregresse. Un’azione che lei poteva fare era quella di scegliere funzionari e dirigenti che non fossero coinvolti in note inchieste e in note vicende. A tal proposito – ha ricordato Corrado – che è stata depositata da tempo una proposta di istituzione di una Commissione antimafia, che alla luce delle vicende odierne, recenti, che si sono concretizzate, si fa ancora più forte.
Daniele Sabatini (Ncd). “Lo dico subito: noi siamo garantisti e siamo garantisti sempre. Ricordiamo però alcuni famelici consiglieri dell’allora opposizione che venivano a chiedere non le dimissioni, ma la vita politica e la vita personale di consiglieri ed assessori, in quelle circostanze impegnati nell’attività quotidiana, nell’attività politica. Oggi questo noi non lo facciamo, ma presidente, da ieri osserviamo le dimissioni non di un funzionario qualsiasi, ma del capo di gabinetto del presidente della Giunta regionale. Il clima politico non è soltanto teso per alcuni ma è davvero triste! Dopo soli due anni di Giunta Zingaretti noi stiamo vivendo un’Amministrazione stanca, un’Amministrazione che non dà risposte ai cittadini, ai sindaci, ai comuni del nostro territorio, un’Amministrazione sempre più – ed è un’escalation costante – impegnata a rincorrere atti amministrativi sbagliati, scelte sbagliate, posizioni che forse un’arroganza tipica – me lo conceda – di una certa sinistra non fanno che accentuare rispetto a quello che, invece, potrebbe ancora essere un clima, oltre che sereno nei rapporti istituzionali.
“Disponibili a commissione Trasparenza per il capogruppo del Pd Marco Vincenzi: “E’ chiaramente premessa e condizione necessaria che non ci sia una aggiudicazione ad aziende sospette anche nelle prossime gare. Questo non significa che non si possano coinvolgere la commissione e il Consiglio anche su questo tema. E’ evidente però che questo controllo deve essere fatto a posteriori, altrimenti immagino potrebbe rappresentare una possibilità di ingerenza“. “Ritengo – ha aggiunto Vincenzi – che potrebbe interessarsene una commissione di quelle esistenti, ma possiamo anche ipotizzare a una commissione di Trasparenza e legalità. Questa può essere una iniziativa che va verificata, naturalmente con i gruppi d’opposizione. Riteniamo possa essere uno strumento aggiuntivo di partecipazione, di condivisione di questa pratica della difesa della trasparenza e della certificabilità della trasparenza negli atti amministrativi. Insieme possiamo ancora costruire, rafforzare un percorso a difesa della trasparenza e della legalità c’è la nostra disponibilità“.

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