Terracina. O si riparte dal mandato elettorale, o è fine corsa: tutti a casa

Se il centro destra di Terracina non riesce a ricostruire l’amministrazione scelta dai cittadini — un’amministrazione che, fin dall’inizio, ha mostrato fragilità evidenti e un’incapacità strutturale di confrontarsi seriamente sui contenuti — allora l’unica strada legittima è restituire la parola al vero sovrano della democrazia: l’elettorato.

Nel dibattito politico degli ultimi mesi, più che idee, visioni o proposte concrete per la città, abbiamo assistito a protagonismi, personalismi, giochi di posizione, rivendicazioni di assessorati o deleghe “più pesanti”, e riposizionamenti tattici.

Poco o nulla è emerso, all’interno del centrodestra, sul piano delle scelte strategiche per il futuro della comunità.

Per questo, se non ci sarà un chiarimento interno tra le forze che hanno ricevuto il mandato popolare a governare , il ritorno alle urne appare la soluzione obbligata.

Del resto, le voci che, purtroppo, pure circolano in città su un possibile “shakeraggio” tra pezzi di maggioranza e dell’opposizione — eletti per svolgere un ruolo alternativo — delineerebbero un ribaltone in piena regola.

A parte il fatto che ci rifiutiamo di credere che il sindaco possa prestarsi a una simile operazione, se così fosse, si tratterebbe di uno schiaffo ai cittadini, di un tradimento del mandato popolare.

Si approvino gli atti dovuti e urgenti — come quelli contabili — ma si eviti in ogni modo la formazione di giunte tecniche o ibride o opache prive di un chiaro mandato politico e fondate su accordi tra spezzoni di maggioranza e minoranza.

Chi ha governato, nella sua interezza, va chiamato alle proprie responsabilità. Senza subordinata alcuna.

I cittadini meritano rispetto. Non giochi di palazzo.

Per questo: o si riparte dal mandato elettorale, o è fine corsa.

E tutti a casa

Arcangelo Palmacci

Segretario Provinciale di Azione e locale di Terracina in Azione