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Terracina. “Calcatore dopodomani: quando la politica si fa “carlona”

scritto da Redazione
Terracina. “Calcatore dopodomani: quando la politica si fa “carlona”

I cittadini del quartiere Calcatore, liberi da ogni retro pensiero di appartenenza politica, hanno ormai da qualche tempo intrapreso una battaglia per una vera vivibilità della zona, orfana di tutto o quasi dei servizi indispensabili per una civile convivenza.
Alla mancanza del tutto, i cittadini, hanno però in compenso uno “stradone la Valle” a forte rischio incidenti e pericoloso anche per i tanti pedoni che la utilizzano quotidianamente; hanno i resti archeologici della fu stazione ferroviaria, che taglia in due ogni prospettiva di integrazione geografica con il centro città; hanno pure una “villetta” adibita a hotel di lusso per sbandati di ogni genere e natura.
Hanno, insomma, tutto quello che non serve per chi, cittadino diligente, è sottoposto a ogni genere di tassazione.
Una popolazione che ha, infine, una considerazione non certamente positiva per gli organi politici e amministrativi del Comune, che invece di sollevare loro il peso del vivere in una zona destituita di tutto, ha invece posto sopra le loro teste il famoso “carico da novanta”.
Un carico che è rappresentato da una serie di non decisioni o di provvedimenti che vanno in direzioni anomale e poco nell’interesse generale.
Mi riferisco in via principale a una convenzione che il Comune ha sottoscritto con un Consorzio, e in virtù di questa lo stesso Consorzio avrebbe dovuto consegnare all’Ente una serie d’immobili in contropartita del terreno concesso per proprie realizzazioni al Calcatore.
Immobili in corrispettivo importanti, capaci di  riqualificare la zona con servizi pubblici di base, come ad esempio: un teatro, locali adibiti a uffici comunali, un asilo nido, una piazza con relativo parco pubblico.
Nell’anno 2010 il Comune, non si sa per quale ragione, arriva a “definire impellente” il trasferimento degli uffici urbanistici in uno dei locali previsti dalla convenzione. Ma non succede niente.
Il trasferimento rimane soltanto nelle pie intenzioni (qualcuno sostiene per questioni di natura tecnica).
Accade invece che una delibera dell’agosto 2014 del Consiglio comunale approvi una variante su proposta del Consorzio, che prevede il cambio di destinazione d’uso di due corpi di fabbrica (solo per alcuni piani) da direzionale e polifunzionale a residenziale.
Il conto della serva parla alla fine di 20 unità abitative in più non previste nel progetto originario e un accordo con il Consorzio di ulteriori 24 mesi per la consegna delle opere pubbliche  promesse alla comunità terracinese.
Senza indossare per forza i panni della Cassandra di turno, non so se alla fine quegli immobili scritti in convenzione saranno devoluti e posti quanto prima nella disponibilità del popolo terracinese del Calcatore.
Una cosa è però certa: una vastissima area di pregio sarà occupata per 99 anni da questo Consorzio che ha terribili ritardi sulla consegna di quanto si era impegnato a fare in tempi certi.
Questo percorso poco virtuoso purtroppo non è riservato soltanto alla specifica vicenda, ma appartiene alle plurime ed evidenti “imperfezioni” di una politica e un’amministrazione pubblica praticata, diciamo, alla “carlona?”.
Per essere buona nei giudizi.

Gina Cetrone
Lista civica “Sì Cambia”

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