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Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

scritto da Redazione
Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

DOINA MATEI, PARLA IL LEGALE: “CLAMORE INGIUSTIFICATO SU QUESTA VICENDA, LEI VORREBBE SOLO RIFARSI UNA VITA NELL’ANONIMATO, STA PAGANDO IL SUO DEBITO. SPERO NON CI SIA RAZZISMO NEI SUOI CONFRONTI” DICE A RADIO CUSANO CAMPUS
Carlo Testa Piccolomini, attualmente unico legale di Doina Matei, la giovane romena che nell’aprile del 2007 uccise con un colpo di ombrello Vanessa Russo al termine di una banale lite, è intervenuto su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it), nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Testa Piccolomini, attualmente unico legale di Doina Matei, ha dichiarato: “La mia assistita sta scontando, come è noto, una pena a sedici anni in seguito ad un omicidio preterintenzionale. E’ sottoposta ad una misura alternativa in questo momento alla semilibertà che è stata concessa dopo un periodo abbastanza lungo di detenzione,qualcosina in meno di nove anni. Si può parlare di un caso in cui il carcere ha lavorato al reinserimento nella società del condannato. Mi stupisce molto, infatti, la ragione dell’interesse mediatico, che nel senso che ho visto dei commenti inappropriati. Io ricordo che per il fatto noto, per cui la mia assistita è stata condannata, è stata applicata una pena assai elevata. Era una persona incensurata con poco più di vent’anni“.
Presto potrebbero esserci ulteriori novità in questo senso:A breve discuteremo dell‘affidamento in prova, che abbiamo chiesto. E’ una misura alternativa per gli ultimi pochi anni che le restano da scontare ed è una misura ancor meno afflittiva, che le consentirebbe di restare anche di notte fuori dal carcere. Doina nel corso di questi quasi dieci anni è cambiata moltissimo, l’esperienza fortissima del fatto in sé e del carcere ha comportato sulla ragazza una maturazione importante. All’epoca era giovanissima, c’è stata una maturazione importante anche in termini di recupero. Lei è pentita, l’ha sempre detto fin dal primo momento, ha espresso il dolore per il fatto gravissimo che ha colpito una sua coetanea. Non vi era alcuna volontà, né diretta né indiretta, di cagionare l’evento legale che poi si è verificato“.
Doina vuole rifarsi una vita: Io l’ho sentita in questi giorni. Non si spiega l’attenzione mediatica a distanza di anni per l’apertura di un profilo social con delle foto in cui viene vista nella quotidianità. Se è un po’ preoccupata che qualcuno possa darle fastidio? No, ma è meravigliata di tutta questa attenzione, è la prima che non vede l’ora che si spengano i riflettori su questa storia. Lei è ben consapevole del percorso che ha avviato da tempo e che sta portando avanti. Razzismo nei confronti di Doina? Spererei di no, però purtroppo la realtà mi spinge spesso a pensare diversamente. Potrei portarvi innumerevoli esempi di fatti identici di miei assistiti imputati e condannati per delitti molto più gravi a cui quasi sempre vengono concesse le attenuanti generiche, io non so se nel caso di Doina influisca la nazionalità, ma il clamore mediatico all’epoca non ha influito positivamente sull’esito del processo, il trattamento sanzionatorio nei suoi confronti è stato assolutamente spropositato. Doina sta pagando il suo debito con la giustizia, vuole ricominciare a vivere quanto prima, normalmente e nell’anonimato“.


COMUNALI. MELONI: SPERO NON RIMARREMO IN QUATTRO CANDIDATI. “COMUNQUE ELETTORI SI ACCORGERANNO CHI È UNICO CHE PUÒ VINCERE
Con quattro candidati in campo nel centrodestra a Roma non rischia di restare fuori anche dal ballottaggio? “Tutti i sondaggi dicono che la distanza è assolutamente recuperabile. Man mano che la campagna elettorale andrà avanti, l’elettore di centrodestra si accorgerà di chi sia l’unico candidato che può arrivare al ballottaggio e vincerlo“. Così Giorgia Meloni, leader di Fdi e candidata sindaco della Capitale, ha risposto in una intervista su Il Messaggero.
Rimarrete in quattro?Spero di no, ma i matrimoni si fanno in due. Abbiamo prima dato l’ok a Bertolaso, facendo un errore di valutazione perché non è competitivo, quindi è scattata la famosa extrema ratio. Avevamo sempre detto che se fosse sceso in campo uno dei capi della coalizione, gli altri lo avrebbero appoggiato“.
Perché non si è candidata subito?Secondo me Bertolaso aveva un ottimo curriculum. Ma se poi giriamo per strada e ci accorgiamo che i romani non lo vogliono votare, in politica bisogna avere anche l’umiltà di cambiare idea, non ci si può impuntare e andare contro un muro“.
Alfio Marchini dice che alla fine resteranno solo due candidati.Marchini ha giustamente sempre cercato sostegno a destra e sinistra, per ampliare la sua compagine. Molto più difficile sarebbe per Forza Italia giustificare l’eventuale scelta di convergere su Marchini. Molti elettori di Berlusconi, che adesso restano fedeli a Bertolaso, la vedrebbero come una scelta per favorire l’avversario e voterebbero per me. In questo caso io sarei ancora più ottimista sul mio risultato“.


L’ex pugile Vincenzo Cantatore ma anche Roberta Beta, veterana della prima edizione del Grande Fratello, saranno candidati come consiglieri nella lista Ncd “Roma Popolare” in appoggio ad Alfio Marchini. Capolista sarà l’ex senatore Pdl Stefano De Lillo.
De Lillo è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it). “Questa che nasce è una lista realmente e completamente civica –ha spiegato De Lillo-. E’ una lista popolare che non è una riedizione del Nuovo Centro Destra. Si colloca nell’area dei moderati del centrodestra, alternativa al Pd, raccogliendo elettori che sono stati di tanti partiti. Alcuni nomi che sono stati fatti non sono ufficiali, si stanno valutando. Questa lista porta un contributo civico alla Lista Marchini, un contributo che nasce dall’esperienza degli ordini professionali, delle categorie, dell’associazionismo. Per fare il sindaco di una città complessa come Roma bisogna fare una chiamata molto mi ampia. Mi auguro che ci sia ancora tempo nell’area di centrodestra di fare una sintesi. Aver presentato altri candidati come Bertolaso e Meloni non fa altro che indebolire una coalizione più ampia che cerca di arrivare al ballottaggio. Questo andirivieni di candidature è stato estremamente incoerente, quando invece bastava soltanto dare un contributo a uno come Marchini che era già pronto da 3 anni a correre per la vittoria al Campidoglio. Presentare altri candidati non serve ad altro che a far vincere il Pd o il M5S. La candidatura di Bertolaso è un po’, dovrebbe andare a fare squadra con una candidatura a lui più omogenea come quella di Marchini, andando a formare un ticket”.


Ignazio Abrignani, deputato di Ala e vicepresidente Commissione attività produttive e commercio, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
L’Associazione Italiana Turismo Responsabile sospende tutte le attività in Egitto. “E’ sempre molto difficile entrare in decisioni di questo tipo -ha affermato Abrignani-. Di fronte alla morte di un nostro connazionale, da parte dell’Egitto ci dovrebbe essere maggiore trasparenza. Più che depistaggio, è avvenuta una presa in giro fino ad ora. Di fronte a questo non si può che avere degli atteggiamenti estremamente forti. Il governo ha richiamato l’Ambasciatore e l’impresa ha reagito con un altro segnale forte, questo dà il senso dell’unità del Paese. La meta egiziana è molto attrattiva a livello turistico. Il fatto che l’Aitr abbia dato questa risposta così forte è un segnale di solidarietà che fa onore al tutto Paese”.
L’Università Niccolò Cusano dopo aver fatto indossare una maglia alla sua squadra di calcio l’Unicusano Fondi e aver mostrato uno striscione, prima dell’inizio della gara di domenica, in cui si chiede LA VERITÀ PER GIULIO REGENI, ha deciso di posticipare, a data da destinarsi, un convegno previsto per venerdì 15 aprile, nell’aula magna del Campus, al quale avrebbero partecipato Docenti egiziani. L’Ateneo ha stabilito inoltre di interrompere qualsiasi rapporto accademico con gli Atenei egiziani. Queste decisioni sono state prese dall’Università Niccolò Cusano dopo il diniego da parte del governo egiziano, rispetto alle richieste del governo italiano, a collaborare su alcuni aspetti investigativi di fondamentale importanza per la ricerca della verità”. “E’ una decisione giusta –ha affermato Abrignani-. I giovani egiziani che avevano contatti con i nostri ragazzi si porranno delle domande, perché anche la società civile egiziana è rimasta colpita da questa vicenda. Qui si vuole solo trovare la verità e assicurare giustizia”.


Carlo Testa Piccolomini, attualmente unico legale di Doina Matei, la giovane romena che nell’aprile del 2007 uccise con un colpo di ombrello Vanessa Russo al termine di una banale lite, è intervenuto su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it), nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Testa Piccolomini, attualmente unico legale di Doina Matei, ha dichiarato: “La mia assistita sta scontando, come è noto, una pena a sedici anni in seguito ad un omicidio preterintenzionale. E’ sottoposta ad una misura alternativa in questo momento alla semilibertà che è stata concessa dopo un periodo abbastanza lungo di detenzione, qualcosina in meno di nove anni. Si può parlare di un caso in cui il carcere ha lavorato al reinserimento nella società del condannato. Mi stupisce molto, infatti, la ragione dell’interesse mediatico, che nel senso che ho visto dei commenti inappropriati. Io ricordo che per il fatto noto, per cui la mia assistita è stata condannata, è stata applicata una pena assai elevata. Era una persona incensurata con poco più di vent’anni. Ho letto dei commenti assolutamente fuori luogo su questa vicenda, lei non è libera, gode di una misura che è stata concessa a seguito di un periodo di monitoraggio in carcere. Doina ora va a lavorare e la sera torna in carcere“.
Presto potrebbero esserci ulteriori novità in questo senso:A breve discuteremo dell‘affidamento in prova, che abbiamo chiesto. E’ una misura alternativa per gli ultimi pochi anni che le restano da scontare ed è una misura ancor meno afflittiva, che le consentirebbe di restare anche di notte fuori dal carcere. Doina nel corso di questi quasi dieci anni è cambiata moltissimo, l’esperienza fortissima del fatto in sé e del carcere ha comportato sulla ragazza una maturazione importante. All’epoca era giovanissima, c’è stata una maturazione importante anche in termini di recupero. Lei è pentita, l’ha sempre detto fin dal primo momento, ha espresso il dolore per il fatto gravissimo che ha colpito una sua coetanea. Non vi era alcuna volontà, né diretta né indiretta, di cagionare l’evento legale che poi si è verificato“.
Doina vuole rifarsi una vita: Io l’ho sentita in questi giorni. Non si spiega l’attenzione mediatica a distanza di anni per l’apertura di un profilo social con delle foto in cui viene vista nella quotidianità. Se è un po’ preoccupata che qualcuno possa darle fastidio? No, ma è meravigliata di tutta questa attenzione, è la prima che non vede l’ora che si spengano i riflettori su questa storia. Lei è ben consapevole del percorso che ha avviato da tempo e che sta portando avanti. Razzismo nei confronti di Doina? Spererei di no, però purtroppo la realtà mi spinge spesso a pensare diversamente. Potrei portarvi innumerevoli esempi di fatti identici di miei assistiti imputati e condannati per delitti molto più gravi a cui quasi sempre vengono concesse le attenuanti generiche, io non so se nel caso di Doina influisca la nazionalità, ma il clamore mediatico all’epoca non ha influito positivamente sull’esito del processo, il trattamento sanzionatorio nei suoi confronti è stato assolutamente spropositato. Doina sta pagando il suo debito con la giustizia, vuole ricominciare a vivere quanto prima, normalmente e nell’anonimato“.


Gianluigi Gigli, deputato di Democrazia solidale, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Legge o Giustizia”, condotta da Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Sui medici obiettori di coscienza. “Vorrei spezzare una lancia a favore degli obiettori sottoposti ciclicamente a un tentativo di criminalizzazione –ha affermato Gigli-. Non dovrebbe stupire se la larga maggioranza dei ginecologi non vuole praticare aborti. Sono persone che hanno scelto nella loro vita di fare i medici, se possibile di salvare delle vite e di aiutare bambini a nascere. Perché stupirsi se l’80% dei medici sono obiettori? L’Europa su questi temi non ha potestà. I trattati europei prevedono l’assoluta inefficacia di qualunque decisione europea sulla pelle di un Paese membro. Il punto è che qualcuno ha scelto di lavorare per la vita e qualcun altro no. Ci Sono dati del Ministero che dicono che il carico di lavoro per un medico non obiettore è di 1.6 aborti alla settimana, quindi non sono persone con un grande carico di lavoro da questo punto di vista. E neanche le donne sono penalizzate perché i punti aborto sono più che sufficienti considerando il numero degli aborti. Qui si vorrebbe l’aborto sotto casa. La Cgil vuole dei concorsi riservati per non obiettori, delle carriere riservate e privilegiate per i non obiettori. E questa è una cosa che stride, che crea dei privilegi. E’ incostituzionale. Uno Stato nel quale la coscienza viene messa in secondo piano finirebbe per diventare uno stato illiberale”.
Sull’utero in affitto. “La vicenda di Vendola ha suscitato particolare attenzione per due motivi –ha affermato Gigli-. Non perché fosse gay, c’è anche quello di problema certamente, ma la punta dell’iceberg della maternità surrogata non è fatta dai gay bensì dagli omosessuali. Quindi il caso Vendola ha suscitato clamore in quanto lui è un esponente politico quindi una persona che, per i ruoli pubblici che ha avuto, avrebbe dovuto avere un’attenzione particolare alle leggi, anziché evaderle. E poi Vendola veniva da una cultura di sinistra. La sinistra, prima di diventare prigioniera di una cultura radicale, aveva un’attenzione particolare alla dimensione della giustizia sociale. E con l’utero in affitto parliamo di una forma di sfruttamento della povera gente. Che questo lo faccia un comunista di vecchia data come Vendola genera particolare scandalo”.

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