venerdì 29 Marzo 2024,

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Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

scritto da Redazione
Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

Stefano Fassina, deputato di Sinistra Italia che qualche giorno fa si è candidato a sindaco di Roma, è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it), durante ECG Regione, il format condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Fassina ha confermato la propria candidatura a sindaco della Capitale: “Mi rivolgo non solo alla sinistra, ma a tutte quelle persone che hanno a cuore lo sviluppo sostenibile, la legalità e la gestione dei beni comuni. Roma ha gli anticorpi per la ricostruzione. Gli anticorpi ci sono e ne stiamo incontrando ogni settimana nelle periferie. Siamo partiti da Ostia, in cui ci sono tanti uomini e donne impegnati, tanti anticorpi che sono stati isolati e abbandonati da una politica autoreferenziale“.
Fassina crede che i delusi dal Partito Democratico non dovrebbero farsi affascinare da Marchini o dai Cinque Stelle: “Noi rappresentiamo una risposta all’insegna dei valori e del programma. Marchini, con tutto il rispetto, rappresenta una parte di quei poteri e di quegli interessi che hanno condizionato lo sviluppo di Roma e portato a periferie sempre più abbandonate. Marchini è la faccia pulita dei poteri forti. I grillini, invece, mettono in atto una protesta poco segnata da un progetto in grado di dare le risposte che servono. Intercettano la rabbia dei cittadini ma non hanno un progetto governativo. Questa è la situazione, poi vedremo le proposte che metteranno in campo. E’ difficile riconoscere in Marchini un campione degli uomini e delle donne che sono stati abbandonati nelle periferie“.


Maestrale, capoclasse delle omonime fregate missilistiche, sta svolgendo la sua ultima attività: partita da Chioggia fa rotta verso La Spezia, dove sarà dismessa. Nel corso di questo viaggio sta toccando varie città per un ultimo saluto alla popolazione. Nella tappa di Civitavecchia, il “porto di Roma”, la Marina Militare e l’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG) organizzano per l’occasione il seminario “La sicurezza marittima dell’Italia nel Mediterraneo: importanza e prospettive” per riflettere sul tema anche alla luce della sesta dismissione di unità navale della Marina nell’arco di pochi mesi. Radio Cusano Campus, la Radio dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it) parteciperà all’evento, presentato dal Dott. Daniele Scalea (Direttore generale IsAG) ai microfoni della trasmissione “Il Mondo è piccolo” condotta da Fabio Stefanelli.
Si tratta della sesta dismissione nel giro di pochi mesi -ha affermato Scalea-. La flotta italiana è quella con l’età media più alta tra tutte le maggiori flotte dell’Europa occidentale. Avevamo la terza Marina in Europa, ora siamo quinti e la Turchia sta per superarci. Man mano che le nostre navi vengono dismesse perchè sono obsolete, non le sostituiamo con altre. Per ogni due navi che vengono dismesse, noi ne abbiamo sostituita una nell’ultimo decennio. Nei prossimi anni altre navi andranno in dismissione e i fondi che servono a sostituirle sono molto risicate, in questo settore continuano i tagli. Da qui alla fine di un decennio la flotta della Marina italiana rischia di non poter più essere in grado di svolgere i compiti a cui è chiamata. Già oggi servirebbero 80 navi e ce ne sono 70. Di questo passo si rischia di arrivare a 20“.


Fausto Bertinotti, storico leader di Rifondazione Comunista ed ex Presidente della Camera dei Deputati, è intervenuto stamattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del programma ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio. Diverse le tematiche affrontate da Bertinotti durante l’intervento.
Sugli italiani che si sono riscoperti affascinati da Putin: “Lui ha un’idea su quello che deve fare. Quale che sia il giudizio, anche il più negativo, sul modo in cui Putin governa il Paese, gli conferisco una capacità importante di operarsi negli interessi di quel Paese stesso. Ad esempio ha scelto gli alleati giusti per combattere il terrorismo, quando l’Occidente ha individuato quelli sbagliati. Ha individuato una efficace linea di intervento contro il terrorismo“.
A proposito della polemica legata al Natale Laico: “Quel preside, magari ispirato da buona volontà, ha prodotto nocumento a molti. Il rispetto dell’altro non risiede nella negazione della propria storia. Il rispetto degli altri passa dalla tolleranza, che è il rispetto della posizione dell’altro. Mi piacerebbe che ci fossero visibili nel Paese anche le manifestazioni religiose degli islamici o delle altri fedi“.
Su Papa Francesco e il Giubileo della Misericordia: “L’apertura della porta Santa in Africa è stata sottovalutata. C’è una grande pigrizia intellettuale. Resta un’assoluta centralità romana che ormai è sbagliata. Andava colta la rottura di questo paradigma, coerente col messaggio della misericordia, che coinvolge le periferie del mondo“.
Sulla proposta del Ministro del Lavoro Poletti: “Stiamo tornando indietro, si stanno mettendo in dubbio tutti i diritti acquisiti nel corso degli anni. Il pagamento orario determina un elemento uguale per tutti, che è l’ora lavorata. L’elemento orario introduce l’uguaglianza a parità di lavoro e parità di salario. Al carattere eguale dell’orario, poi, viene aggiunto il carattere differenziato della qualità lavorativa. Io in un’ora non guadagno gli stessi soldi se faccio il manovale o l’operaio specializzato. L’ora è uguale per tutti, ma c’è una differenza in base alla qualifica lavorativa. Dal punto di vista della storia della contrattazione l’ora è sempre stato un riferimento non esclusivo ma se viene tolto questo elemento si cade nell’assoluta discrezionalità, perché allora quantità e qualità non vengono più controllate da un esercizio di contrattazione che riguarda tutti i lavoratori. L’impresa si troverebbe a pagare i lavoratori secondo le sue discrezioni. Discrezioni che chiamerà merito. Ci sono parole avvelenate: la condizione di precarietà nasce sulla parola flessibilità, che sembrava alludere ad una maggiore possibilità dei lavoratori di disporre del proprio tempo. Questa idea, però, come tutte quelle che si spostano verso la dimensione individualistica, è destinata a far franare l’idea di civiltà. Il lavoratore rischia di essere non più persona ma semplicemente un’appendice dell’azienda”.


Giulio Terzi, Ambasciatore ed ex Ministro degli Esteri, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo”, condotta da Fabio Stefanelli, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Nel contrasto al terrorismo –ha spiegato Terzi-, la Francia sta cercando di ripartire soprattutto da un coordinamento completamente diverso dell’intelligence. Hollande, quando è andato a Washington, ha chiesto ad Obama di poter entrare a far parte del gruppo dei “Five eyes”, un sistema di collaborazione completa ed aperta tra 5 paesi anglofoni: Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Canada ed Inghilterra, che si scambiano in totale collaborazione i dati fra di loro. In questo gruppo sembrava dovesse entrare anche la Germania, ma dopo lo scandalo delle intercettazioni al Cancelliere tedesco non si sa bene se entrerà o no. La Francia ora vorrebbe entrare, anche se Washington ha ancora delle riserve su questo. Quando Renzi è andato da Hollande gli ha proposto una collaborazione le intelligence italiana e francese, ma sembra che Hollande non abbia risposto positivamente. Un Paese decide di scambiare le sue informazioni con un altro solo se c’è equilibrio di risorse. Se io ho 10 analisti e vado a chiedere alla Francia, che magari ne ha 100, di avere accesso ai suoi dati, è chiaro che quelli non si fidano o ritengono che lo scambio sia sbilanciato. L’Italia ha un’intelligence molto efficiente, ma purtroppo negli ultimi anni ci sono stati dei tagli alle risorse e agli organici. Renzi quando ha incontrato a Hollande ha parlato di scambio di informazioni e ha dato un sostegno retorico alla Francia, ma non ha preso alcuna decisione riguardo il tema che i francesi si aspettavano da noi, ovvero un contributo militare diretto nella lotta al terrorismo. La Merkel invece si è impegnata in questo senso”.
L’aereo russo non doveva essere abbattuto –ha affermato Terzi-, ma la Russia ha violato numerose volte lo spazio aereo turco in questi anni e non solo quello turco. In un contesto così difficile come quello siriano, con la Russia che vuole tenere al potere Assad, per l’Italia e per la Francia Assad è il peggior alleato possibile. Se la Siria, dopo la fine dello Stato Islamico, continuerà ad essere governata da Assad o da un regime che governa con le carneficine, il mostro, ovvero il jihadismo di matrice sunnita, continuerà a risorgere dal sangue. Più c’è sangue sparso, più il mostro diventa pericoloso e colpisce in Europa. Ci dev’essere una soluzione politica per risolvere il problema in Siria. Il terrorismo non si combatte con bombardamenti a tappeto nelle città. Il terrorismo si combatte con il rispetto dello stato di diritto. La guerra all’Isis si fa anche con l’intervento militare e la forza, ma ci vuole anche una diplomazia credibile, non chiacchiere”.


Gianluca Pini, capogruppo della Lega Nord alla Commissione Esteri della Camera, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “La storia oscura”, condotta da Fabio Camillacci su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it), in merito all’emergenza terrorismo.
Renzi ha dimostrato di non capire un tubo di quello che sta succedendo sul piano geopolitico –ha affermato Pini-. Ci sono interessi divergenti in questo momento tra Francia e Usa e lui cerca, con un atteggiamento tipicamente italiano, di barcamenarsi tra le varie posizioni per non scontentare nessuno, ma alla fine scontenta tutti. Sta tenendo una posizione ambigua e stupida. Pessima figura da parte del nostro Paese in uno scacchiere geopolitico complicatissimo. Non si può tergiversare, bisogna schierarsi con Russia e Francia”.
Se fossimo al governo –ha spiegato Pini- andremmo ad armare quei 4-6 tornado per partecipare ai bombardamenti e andremmo a valutare un intervento di truppe di terra qualora ce ne fosse necessità. Bisogna polverizzare l’Isis, perché se non reagiamo subito lo Stato Islamico continuerà ad espandersi, è già molto vicino alle nostre coste”.
Salvini ha detto che sarebbe pronto ad andare in guerra? Io ho fatto il militare nei paracadutisti, potrei anche essere richiamato. Se mi richiamassero non mi tirerei indietro” ha affermato Pini.
A chi mi dice che per sconfiggere il terrorismo bisogna coinvolgere l’Islam moderato –ha spiegato Pini- rispondo che crederò nell’esistenza di un Islam moderato quando le comunità musulmane in Italia ci consegneranno il primo terrorista o fiancheggiatore dei terroristi. Fino a quel momento li considererò come persone che tollerano quel modo estremista di interpretare l’Islam”.


ISRAELITICO, PALOZZI (FI): “SOLIDARIETÀ AI LAVORATORI. ZINGARETTI SI SVEGLI”
Voglio esprimere la mia piena solidarietà ai lavoratori dell’ospedale Israelitico, oggi in protesta contro la sospensione dell’attività della struttura disposta dalla Regione Lazio. Si tratta di una vicenda occupazionale preoccupante che Zingaretti, nell’ambito delle proprie competenze, deve fare il possibile per risolvere, tutelando il futuro professionale di circa 800 lavoratori e le prestazioni di una vera e propria eccellenza sanitaria, quale l’Israelitico è. Il governatore del Lazio, dunque, si svegli, inverta la rotta e lavori attivamente al fine di scongiurare il depotenziamento della struttura sanitaria”. Così il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi.

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