giovedì 28 Marzo 2024,

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Regione Lazio. Caro assessore D’Amato ti scrivo …

scritto da Redazione
Regione Lazio. Caro assessore D’Amato ti scrivo …

Alessio D’Amato
Assessore regionale alla sanità

Gentilissimo,

ho letto con attenzione la sua “replica” rispetto a quanto ho sostenuto, prima in aula
nel corso del question time e poi a mezzo stampa, a seguito dell’interrogazione che ho
presentato per chiedere alla Regione Lazio di non soprassedere rispetto alle dichiarazioni
rilasciate dall’ex direttore generale della Asl di Latina, Giorgio Casati, ed emerse dalle
intercettazioni riportate dalla stampa.

Lei afferma che: “La Direzione regionale dal 9 febbraio, prima delle misure
cautelari, ha chiesto la revoca dei concorsi e l’attuazione di tutte le misure amministrative,
fino al licenziamento, delle persone ritenute responsabili, per cui rispedisco al mittente
qualsiasi illazione. D’altronde non mi sembra che il consigliere Simeone abbia mai in
precedenza sollevato alcuna questione circa questi due concorsi, ma presenta
l’interrogazione solo dopo la pubblicazione di alcune intercettazioni pubblicate sulla stampa.
La Regione non intende sostituirsi alla magistratura a cui riconferma piena fiducia e
massima disponibilità”.

Riporto precisamente le sue affermazioni rispetto alle quali non posso che avanzare
alcune precisazioni.

In primis, e la cronaca lo dimostra, non ho mai utilizzato per mera polemica politica, o
per cavalcare l’onda del dissenso a priori, inchieste o cosiddetti scandali che hanno riguardato
la Regione Lazio.

Lo dico non per giustificarmi ma perché noto come spesso quello che non fa comodo
si preferisca ometterlo o dimenticarlo.

E’ accaduto con la vicenda delle mascherine, così come su quella dei rifiuti, e non lo
ho fatto perché non sono abituato a scagliarmi su questioni e contro persone, qualunque sia
l’appartenenza politica, se non conosco in modo preciso ed inequivocabile i fatti che, come di
consueto nel caso di simili inchieste, solo i magistrati e gli inquirenti possono conoscere.

Pertanto il caso dello scandalo concorsopoli alla Asl di Latina in tale contesto non ha
fatto, e non poteva fare, eccezione.

In secondo luogo, le sue parole non fanno che confermare i dubbi che, anche tramite
l’interrogazione, ho sollevato.

Perché la Regione Lazio, stando le perplessità in essere sull’effettiva regolarità delle
procedure messe in atto, ha atteso febbraio 2021 per chiedere verifiche e la
sospensione/revoca del concorso indetto dalla Asl di Latina.

Perché si è dovuto attendere l’insediamento del nuovo direttore generale della Asl di
Latina, nella persona della Dott.sssa Silvia Cavalli, per procedere alla revoca?

Tutti quesiti a cui, credo scientemente, vi siete riservati di non rispondere anche in
aula limitandovi ad enunciare i passaggi già noti a tutti che nulla aggiungono o tolgono
rispetto a quanto ho in modo esplicito richiesto.

L’interrogazione è scaturita dai dati concreti e riscontrabili in nostro possesso, cioè le
intercettazioni contenute nell’ordinanza alla base dei provvedimenti di custodia cautelare
disposti dalla magistratura e riportate dalla stampa.

Dati e fatti gravissimi che gettano un cono d’ombra inquietante, e che stando quanto
apprendiamo potrebbe essere solo la punta dell’iceberg, sull’esistenza di una regia politica a
livello regionale che decide il bello e il cattivo tempo nella gestione delle Asl e, di
conseguenza, della sanità sui nostri territori.

A fronte di questi elementi ho chiesto se fosse vostra intenzione, considerato che la
Regione è stata chiamata in causa nelle parole dell’ex direttore generale della Asl di Latina
(nella telefonata da “l’amico di Colombo“, riferendosi a qualcuno che lavora in Regione
Lazio che ha sede in via Cristoforo Colombo a Roma, che gli preannuncia l’emissione di un
procedimento di annullamento del concorso n.d.r), vostra intenzione, a tutela anche della
Regione che rappresentate, avviare con urgenza un’accurata indagine interna per
comprendere quali fossero le “pressioni politiche”, e da chi siano state esercitate,
sulla Asl di Latina a cui ripetutamente fa riferimento l’ex direttore generale della stessa
azienda, Giorgio Casati.

Quesito a cui non avete in alcun modo risposto e che non fa che avvalorare e rendere
più stringenti e cogenti i quesiti che abbiamo posto a cui non il conigliere regionale Giuseppe
Simeone, non Forza Italia, ma tutti i cittadini onesti del Lazio, meritano di avere risposte.

Quelle che, per citare le sue parole, definisce “illazioni che rimanda al mittente” non
sono le mie ma sono quelle formulate a chiare note e riportate nelle intercettazioni, senza
possibilità di dubbio o interpretazione, dall’ex direttore generale della Asl di Latina, Casati.

E’ Casati che parla, appellandoli quali “bastardi politici”, di persone che avrebbero
esercitato il proprio potere sia per “agevolare” la carriera di Claudio Rainone quale premio
per le proprie prestazioni illegali, sia quali “manipolatori” “che tengono per le palle…” di
Giuseppe Visconti, direttore sanitario e a sua volta direttore generale facente funzioni
della Asl di Latina.

E’ Casati che viene chiamato “dall’amico di Colombo” e messo al corrente di un
provvedimento di revoca del concorso in arrivo e che, anziché preoccuparsi di agire, si è
limitato a chiamare Rainone informandolo dei fatti e sottraendosi di fatto al ruolo di controllo
che gli spettava.

E’ Casati che parla di “pressioni” ricevute da quelli che definisce “ladroni” per gli
incarichi, che lui ha firmato affidando incarichi intuitu personae a Rainone prima come
dirigente della Uoc personale e poi come direttore amministrativo della Asl di Latina,
guardandosi bene dal denunciare quanto stava accadendo e preoccupandosi solo di non avere
macchie sul proprio curriculum.

Il tema era e resta la sottrazione, alle responsabilità che gli erano proprie in qualità di
direttore generale della Asl di Latina, di Giorgio Casati, nonché l’esigenza, ribadisco a tutela
della regione stessa, di conoscere i nomi di coloro che avrebbero esercitato pressioni sulle
scelte di ruoli apicali nell’Azienda sanitaria di Latina nonché sui concorsi oggetto
dell’inchiesta in corso.

La questione resta quella della mancanza di volontà da parte della regione Lazio, nelle
persone di chi la governa, di andare a fondo a questa vicenda nell’interesse dei cittadini onesti
del nostro territorio e nella scelta di limitarsi, richiesta di atti e di revoca delle procedure

nonché di costituzione in giudizio in un eventuale processo, ad azioni dovute che nulla
aggiungono o tolgono alla questione sollevata.

Tanto le dovevo per onestà intellettuale e nel rispetto del mandato ricevuto dai
cittadini che continuerò in ogni sede a tutelare.

L’occasione è gradita per salutare cordialmente.
Giuseppe Simeone

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