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Notizie dalla Regione Lazio

scritto da Redazione
Notizie dalla Regione Lazio

TRASPORTI. UGL: VENERDÌ SCIOPERO PERCHÈ ATAC NON RISPETTA IMPEGNI
L’Ugl Autoferrotranvieri ha deciso di scioperare venerdì 8 aprile dalle ore 20.30 a fine servizio, in tutto 4 ore, per la sicurezza dei lavoratori Atac e degli utenti, perché l’azienda continua a non rispettare gli impegni assunti. È lontano da qualsiasi logica in occasione di incidenti considerare il conducente primo responsabile della manutenzione del mezzo di trasporto, senza valutare tutte le responsabilità in capo alle aziende. Con Atac l’Ugl Autoferrotranvieri ha tentato la via del dialogo, ha denunciato ed illustrato in tutte le sedi opportune le preoccupazioni sulle condizioni delle vetture, delle infrastrutture metropolitane, e sul recupero psicofisico degli operatori. L’Azienda ci ha risposto con un’indifferenza e con una leggerezza, che non possiamo né vogliamo accettare in silenzio, essendo ben consapevoli delle difficoltà a cui è esposto ogni giorno chi fa questo lavoro. Ultimamente, infatti, l’Atac è intervenuta solo per decimare i minuti concessi all’autista per il controllo delle vetture, continuando inoltre a non rispettare l’alternanza dei cicli vitali e ad applicare accordi vergognosi, senza poi investire alcuna risorsa  o indagare sulla manutenzione e sulla sicurezza. Nel frattempo i fattori di rischio per i conducenti sono aumentati: con l’introduzione del reato di omicidio stradale, il lavoro diventa doppiamente rischioso perché effettuato con la propria ed unica patente, visto che non si è pensato di introdurre un titolo di servizio, come invece accade nel mondo metroferroviario e tranviario. A questo punto, i conducenti diventano davvero gli unici responsabili della propria sicurezza e della propria dignità, valori essenziali sui quali l’Ugl Autoferrotranvieri non è disposta a trattare“. Così in un comunicato il segretario dell’Ugl Autoferrotranvieri di Roma e Lazio, Lucio Valeri.


Salvo Riina presenta il libro a Porta a Porta; Salvatore Borsellino a Radio Cusano Campus: “Sono sopraffatto da un forte senso di nausea. Vespa cerca di fare audience scatenando la curiosità morbosa della gente. Deve giustificare il suo stipendio spropositato. La Rai dovrebbe impedire la messa in onda di certe cose. Chiamare Porta a Porta terza Camera significa infangare la Costituzione. La trattativa stato-mafia c’è ancora, basti pensare al patto del Nazareno
Salvo Riina
, figlio del boss mafioso Salvatore, ha scritto un libro su suo padre che ha presentato a Porta a Porta su Raiuno, in una puntata che andrà in onda questa sera. Salvatore Borsellino, fratello di Paolo Borsellino, ha commentato questa vicenda ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Avevo evitato di leggere le notizie rispetto a questo tipo di trasmissione che ci sarà questa sera, perché immaginavo a che cosa sarei andato incontro –ha affermato Borsellino-. Poi, siccome mi hanno telefonato tanti giornalisti, sono stato costretto a leggere anche alcune dichiarazioni che sono state fatte dal figlio di Riina in trasmissione. Sono sopraffatto da un forte senso di nausea a sentire le cose che in una tv pubblica si sono dette. Il figlio di Riina dice che vuole difendere la dignità della sua famiglia. Di quale dignità non si è capito, visto che si tratta di una famiglia di criminali. Suo padre lo conosciamo tutti, suo fratello è al 41bis, lui stesso è stato condannato a 8 anni. Ci racconta di come insieme al padre, seduto in poltrona, abbia assistito alle stragi di Capaci e via D’Amelio. Non ci racconterà però di come il padre ha preparato l’attentato. Queste cose non le racconterà, ma possiamo immaginarle, perché abbiamo sentito le intercettazioni nel carcere, quando progettava di uccidere il pm Di Matteo dicendo di volergli far fare la fine del tonno. Salvo Riina non ha voluto rispondere alle domande su Falcone e Borsellino, meglio perché quei nomi si sarebbero sporcati anche solo a passare nella sua bocca”.
Il duro attacco a Bruno Vespa. “Ora –ha affermato Borsellino- Vespa sarò contento di aver contribuito a far sì che un libro, che alimenterà la curiosità morbosa dei tanti sprovveduti che ci sono nel nostro Paese, diventerà un best seller. Gli serve per fare audience e giustificare le somme spropositate che incassa. Lui è un ben noto servo dei potenti. La Rai dovrebbe avere degli organi di controllo, che impediscano che ancora una volta vengano riaperte le ferite dei familiari delle vittime di mafia. Tutti gli italiani si dovrebbero indignare a vedere quello che si arriva a fare in questo Paese. Ci sono state altre interviste fatte da conduttori più seri e fatte per cercare di arrivare alla verità, anziché per alimentare la curiosità morbosa della gente. Qui invece Vespa ha voluto fare qualcosa che riesca ad alzare l’audience. Chiamare Porta a porta una terza camera significa infangare la costituzione, cosa che è diventato uno sport molto praticato nel nostro Paese. Io non sarei mai andato ospite in quella trasmissione. Una volta mi sono trovato in una trasmissione di Santoro dove, senza saperlo, ho dovuto vedere sullo schermo il figlio di Provenzano. Da allora ho giurato che non sarei più andato a trasmissioni di questo tipo. Sicuramente il lancio pubblicitario che gli sta facendo questa trasmissione, anche nel caso in cui non andasse in onda, sarà un ottimo trampolino di lancio per un libro che avrà scritto qualche giornalista per Salvo Riina, in cui si cercherà di solleticare i tasti della morbosità dei lettori, cercando di far diventare Totò Riina un eroe, anche se negativo. Lo stesso Salvo Riina dice che il padre è un eroe. Purtroppo nel nostro Paese ci sono troppi indifferenti. Basti pensare che un processo come quello di Palermo sulla trattativa Stato-Mafia non è stato mai trasmesso una sola udienza in tv, a differenza dell’omicidio di Yara e dei cuniugi di Erba ce li hanno somministrati in tutte le salse, con un’audience grandissima. Questo purtroppo è il nostro Paese”.
Il patto del Nazareno –ha aggiunto Borsellino- non è altro che una continuazione della trattativa tra stato e mafia. Le trattative stato-mafia furono due: una con gli ex potenti democristiani che non avevano mantenuto i patti con Riina e un altro con Berlusconi, che senza Dell’Utri non avrebbe mai creato Forza Italia. Visto che Dell’Utri è stato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, significa che senza la mafia Forza Italia non sarebbe mai esistita”.

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