giovedì 25 Aprile 2024,

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Lazio: Giannini (Lega): grido di allarme delle categorie produttive del Lazio in audizione

scritto da Redazione
Lazio: Giannini (Lega): grido di allarme delle categorie produttive del Lazio in audizione

”Agricoltori, balneari, costruttori, cavatori, campeggiatori, associazioni di professionisti e architetti: solo gli assenti non hanno potuto esprimere l’insoddisfazione e la preoccupazione all’assessore Valeriani in merito all’approvazione del nuovo PTPR copianificato con il Ministero dei Beni Culturali dopo la sentenza che aveva annullato l’approvazione in aula dell’estate del 2019”. E’ quanto dichiara il consigliere Daniele Giannini, a seguito della seduta odierna della X Commissione Urbanistica del Consiglio regionale del Lazio, che aggiunge: ”Non c’è un solo settore che non abbia lanciato un grido d’allarme all’amministrazione Zingaretti. Non si capisce come si possa pensare di usufruire delle cospicue cifre europee del Recovery plan se poi il territorio non potrà dotarsi delle infrastrutture e delle possibilità già previste dalla legislazione regionale come quella della rigenerazione.  Che senso ha ricostruire tale e quale sulle coste senza intervenire sulle storture del passato? Si potranno modificare le sagome per favorire le visuali? Potranno gli agricoltori prendere decisioni all’interno delle proprie aziende agricole, vere custodi del paesaggio, per poter esercitare la propria attività? Saranno fatti salvi i piani attuativi dei comuni, i piani regolatori e gli altri strumenti di pianificazione o ci ritroveremo a dover mettere mano a tutto, occupandoci di carte e leggi invece di opere e sviluppo sostenibile?”. Sono queste le preoccupazioni fatte proprie dal consigliere Giannini, dopo l’ascolto della seduta odierna di commissione, che prosegue ancora: ”Non possiamo far altro che raccogliere le istanze e riproporle alla sordità della Giunta Zingaretti in aula, che vorrebbe vederci rassegnati a ratificare un Piano paesaggistico non paritetico con il Ministero. Non possiamo accettare la resa che questa scelta comporta: un piano così critico lascerebbe il Lazio in difficoltà per decenni ed in svantaggio competitivo con le altre regioni, sia per i fondi pubblici dell’attualità europea che per gli investimenti privati”.

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