sabato 20 Aprile 2024,

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Latina. Sanità: L’ordinaria disamministrazione del Distretto di Centro, “Con un manager parolaio e inconcludente”

scritto da Redazione
Latina. Sanità: L’ordinaria disamministrazione del Distretto di Centro, “Con un manager parolaio e inconcludente”

Qualche tempo fa affermai che la disponibilità del manager dell’Asl Latina Caporossi era soltanto formale: senza alcuna visione strategica per risolvere almeno il possibile dei disagi nei quali la sanità pontina è sprofondata da qualche tempo.
Oggi quell’impressione avuta si conferma senza alcun appello.
Piccoli ma significativi passaggi il neo manager, nominato dal presidente della Regione Lazio Zingaretti, non ne ha fatti neanche uno e nel frattempo anche i problemi risolvibili con un minimo di buona volontà si sono aggravati, soprattutto nel Distretto di Centro e nella fattispecie negli ospedali di Terracina e Fondi.
Dove l’improvvisazione della gestione del manager Caporossi si evidenzia in tutta la sua drammatica verità, con la chiusura delle sale operatorie per mancanza di rianimatori al San Giovanni di Dio, per tutto il mese “mariano” e non per ultimo la sospensione del servizio per tutti i richiedenti degli accertamenti diagnostici della nuovissima Tac dell’ospedale Fiorini.
Ferma per mancanza di tecnici incaricati ma attiva solo per le attività libero professionali.
Il che, me lo si permetta, considerate le decine e decine di richieste, anche urgenti, mi sembra un vero obbrobrio.
Ma evidentemente non sono bastati in questi mesi le fiaccolate dei cittadini dei Comuni ricadenti nel Distretto di Centro (Fondi, Lenola, Monte San Biagio, Campodimele, Sperlonga (Terracina?), le proteste degli attivissimi comitati in difesa dell’ospedale Di Fondi, con in testa sua Eccellenza, il Vescovo di Gaeta Monsignor Fabio Bernardo D’Onofrio, per cercare di sensibilizzare Caporossi, Zingaretti e i rappresentanti politici del centro sinistra della provincia pontina, che si sono limitati a rimettere i punti in discussione al centro di logorroiche e fatue argomentazioni.
Sempre le solite: il piano di rientro sanitario in corso, l’impossibilità di procedere ad alcuna assunzione delle migliaia di soggetti che già lavorano negli ospedali in regime di convenzione, e che costano forse il doppio di uno stipendio normale, e che forse rappresentano un serbatoio di clientele sempre buone al momento giusto.
Vanificato anche gli sforzi del Consigli comunali delle città coinvolte nella drammatica situazione di consegnare ai cittadini e tra poco alle migliaia di turisti che affolleranno la riviera pontina, una sanità puntuale per salvare vite umane e consegnare e un servizio sanitario pubblico degno di una società moderna e solidale.
Nel frattempo i cittadini utenti della sanità del Distretto di Centro continuano a riconoscere solo i volti di chi, medici e paramedici, si occupano dei loro problemi con stoici e irreprensibili comportamenti professionali e umani.
Come conoscono i volti e le positive azioni poste in campo dalle eroiche associazioni di volontariato: Anna Laura, l’Avo, Avissempre vicine al paziente che soffre con iniziative insostituibili, considerate le inefficienze della gestione sanitaria pubblica.
Se è però questo l’inopinabile percorso che il neo manager Caporossi e la Regione Lazio sta prospettando a 650 mila cittadini pontini, finalizzato esclusivamente su una sanità organizzata al mero calcolo ragioneristico e sbilanciato tutto sulla Capitale, la discussione e le proteste diventano inutili.
Per questo si potrebbe considera una nuova strategia da opporre alla potente ipoacusia del manager e della Regione Lazio e di sostenere, tutti insieme, momenti di confronto diversi e più serrati.
Direi anche senza esclusioni di contraccolpi democratici ad alto effetto mediatico.

Gina CETRONE

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