Leggo, con stupore, che secondo alcuni esponenti di centrodestra, provinciali e regionali, il sud del
Lazio gode di ottima salute, grazie a investimenti notevoli e prospettive di crescita derivanti dal loro
buongoverno. La realtà dice altro. Notizia la crisi di Saxa Gres: esposizione debitoria per
milioni di euro e almeno 200 posti a rischio. Quindi, un’altra vertenza che si aggiunge a quella di
Stellantis, di Trasnova, di Logitech e Teknoservice. Per non parlare di Corden Pharma e di Plasmon
nel pontino. Peraltro, faccio presente che nubi nere si addensano sul futuro di Henkel Ferentino con
la proprietà tedesca che sembrerebbe pronta a ridurre le linee produttive e Novo Nordisk Anagni
dove i sindacati chiedono certezza sull’investimento globale dopo che la multinazionale scandinava
ha annunciato tagli per 9000 posti aziendali. Purtroppo, temo che, a breve, anche il settore delle
acque minerali si aggiungerà a questa lista con conseguenze occupazionali anche nel settore
turistico di riferimento. Gli esponenti di Lega e FDI hanno contezza di questa situazione? Basta con
la propaganda. Per mesi hanno beatamente sonnecchiato e nel frattempo la Zes è saltata e il sud del
Lazio è oggi ad elevatissimo rischio di desertificazione industriale. Gli interventi sbandierati
possono essere una opportunità di crescita solo se si pianificano attività infrastrutturali distrettuali.
Il ruolo del Consorzio Industriale così come oggi gestito è anacronistico. Faccio un esempio,
l’indice di crescita di qualsiasi distretto industriale della Corea del Sud, oscilla dai tre ai 5 punti
percentuali in più rispetto al 2024. Merito della programmazione futuribile e pioneristica. Tanto per
essere chiari, dal 2022 è in corso una partnership governativa con Metaverse al fine di creare nei
prossimi anni 1,5 milioni posti di lavoro nel contesto dell’ambizioso piano del governo sudcoreano
chiamato “Digital New Deal“, che mira a proiettare l’economia del paese nl terzo millennio e ad
abbracciare nuove tecnologie con stanziamenti di 58,2 trilioni di won (circa 44,6 miliardi di dollari).
Investimenti dal forte impianto strutturale e dalla forte utilità sociale. Da noi invece si pensa ancora
e solamente ai finanziamenti a pioggia, un po’ come quando sotto campagna elettorale si riasfaltano
per l’ennesima volta le buche di strade già usurate. Questa stagnante forma mentis politica relega la
nostra economia a ruoli marginali con gli stakeholders sempre meno propensi ad investire in zone
dai pesanti gap culturali e formativi. Ma i nostri locali esponenti di governo possono capire ciò se,
ad oggi, per loro è già difficile gestire la semplice riapertura di una galleria di poche centinaia di
metri che da mesi sta tagliando a metà la provincia di Frosinone e sta creando seri disagi, non solo
di viabilità, in val Comino e Alta Terra di Lavoro? Personalmente e politicamente nutro serie
perplessità visto che, come al solito, la loro priorità è l’immancabile passarella, ad ogni evento, da
propagandare sui social.
Lorenzo Fiorini
Psi
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