“Il lavoro non è ancora finito“. Così il ministro dell’Interno Jan Jambon ha fatto il punto della situazione questa mattina dopo l’ondata di perquisizioni e arresti della scorsa notte nella capitale e in altre località del Belgio. Una valutazione più approfondita sul mantenimento del massimo stato d’allerta sarà condotta nelle prossime ore dall’organismo preposto all’analisi delle minacce alla sicurezza. La città intanto, nonostante la chiusura di metro, scuole e centri commerciali, ha ripreso a vivere sebbene siano evidenti i segni della tensione, soprattutto per la massiccia presenza di polizia e militari in tutti i punti nevralgici della capitale.
Mentre prosegue la caccia a Salah Abdeslam e dopo le polemiche dei giorni scorsi, Jambon ha tenuto a sottolineare che lo scambio di informazioni con i Paesi vicini sta funzionando bene “perché siamo tutti sulla stessa barca“. Nel frattempo, si è appreso che Fouad Belkacem, leader dell’organizzazione islamista Sharia4Belgium già detenuto nel carcere di Anversa, è stato posto in isolamento per evitare che altri detenuti possano essere indottrinati e ‘radicalizzati’
Parigi: strage intacca fiducia, indice Pmi a minimi tre mesi
Gli attacchi terroristici di Parigi cominciano a far vedere i primi effetti sull’economia: l’indice Pmi di novembre sulle prospettive economiche della Francia a novembre scivola a 51,3, sui minimi di tre mesi, da 52,5 di ottobre. Jack Kennedy, economista di Markit che calcola l’indice, parla di una “modesta espansione” economica nel quarto trimestre dopo il +0,3% del terzo. Il Pmi per la Germania accelera invece a 54,9 da 54,2, sui massimi da agosto, con la componente relativa ai nuovi affari ai massimi di due anni.
Maxi-retata a Bruxelles, 16 arresti, ma Salah in fuga
Killer visto a Liegi. Città chiusa per terrorismo, massima allerta
Mentre a Bruxelles l’allerta terrorismo resta al massimo livello, la polizia belga lancia la sua offensiva per stringere il cerchio attorno a Salah Abdeslam, che però riesce a sfuggire. Dopo una retata scattata con una maxi-operazione coordinata in sette quartieri della città, le forze dell’ordine arrestano 16 persone, tutte in qualche modo collegate all’inchiesta sui fatti di Parigi, che ha portato il terrore anche in Belgio. La minaccia rimane “seria e imminente“, e spinge il Paese a restare blindato. I 16 arresti – che dovranno essere convalidati dal giudice – non bastano a rassicurare le autorità, che chiedono il massimo riserbo e non accettano domande sull’inchiesta. Salah è ancora in fuga, e non si può abbassare la guardia. La polizia lo avrebbe visto a Liegi ma poi avrebbe perso le sue tracce mentre scappava su una BMW in direzione della Germania.
Le operazioni coordinate della polizia sono scattate nel tardo pomeriggio, subito dopo che il premier Charles Michel aveva confermato che l’allerta rimane al livello 4. Le forze speciali hanno chiuso un ampio perimetro vicino alla Grand Place, sono entrati in un hotel Radisson poco distante, e hanno compiuto azioni a Etterbeek, Molenbeek, Jette, Anderlecht, Forest, Woluwe. Tutto sotto gli occhi di una città spettrale. A Molenbeek, sono entrati anche a casa dello zio di Salah. Contemporaneamente, altre tre perquisizioni si sono svolte a Charleroi. Ma in tutte le operazioni non sono state trovate né armi né esplosivi.
Intanto, anche per consentire alla polizia di proseguire la caccia ai terroristi, Bruxelles resta paralizzata. Domani scuole, asili, università e uffici pubblici saranno chiusi, metro e tram sotterranei fermi, centri commerciali serrati, tutti gli eventi aperti al pubblico annullati. Un inedito per il Belgio, una situazione eccezionale dettata dalla gravità della situazione, con un terrorista in fuga pronto a farsi esplodere aiutato da parecchi complici, forse una decina. Il Governo belga e l’antiterrorismo temono ancora “offensive a più riprese contro molteplici obiettivi“, soprattutto quelli affollati, esattamente con a Parigi. E non hanno intenzione di correre rischi, nonostante ammettano di essere consapevoli dei danni “economici e professionali” che tali misure estreme hanno come conseguenza. Solo le istituzioni europee lavoreranno, ma si svolgeranno solo le riunioni più importanti, come Eurogruppo e consiglio istruzione, mentre le altre sono state annullate. Per tutti gli altri, la vita dopo il weekend di paura non riparte. I dipendenti pubblici resteranno a casa, e per gli altri, come ad esempio le banche, i datori di lavoro si stanno attrezzando per consentire il telelavoro.
Il premier Charles Michel non nasconde la difficoltà della situazione che di fatto paralizza la capitale. Ma, dopo aver presieduto il gabinetto anticrisi, non ha esitazioni: “La minaccia è considerata seria e imminente, temiamo attacchi simili a Parigi da più individui contro più obiettivi“.
L’allerta sara’ rivista nuovamente domani pomeriggio ma nel frattempo restano in piedi le misure eccezionali, a partire dal massiccio dispiegamento di polizia ed esercito che pattugliano tutte le deserte strade di Bruxelles, presidiano i pochi negozi aperti, pronti ad entrare in azione.
La caccia resta sempre al ricercato numero uno, Salah, e i suoi complici tra cui potrebbe esserci anche un sospetto jihadista britannico, indicato come sodale del boia ‘Jihadi John’ e ricercato da Londra, che avrebbe usato i suoi stessi contatti belgi per nascondersi a Bruxelles. Il ministro degli Interni Jan Jambon conferma che si cercano “molteplici sospetti, è per questo che abbiamo messo in campo una simile concentrazione di risorse“. All’indagine si lavora 24 ore su 24, assicura il premier Michel. Utilizzando ogni mezzo, forse anche il fratello di Salah, Mohamed, che oggi ha rilasciato interviste a tutte le tv belghe e straniere, chiedendo di nuovo di consegnarsi, perché la famiglia preferisce vederlo “in prigione piuttosto che al cimitero“.