sabato 20 Aprile 2024,

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Imprese, indagine CNA: giudizi negativi sulla UE ma bene semestre Italia

scritto da Redazione
Imprese, indagine CNA: giudizi negativi sulla UE ma bene semestre Italia

Negativo per le imprese il modo in cui le istituzioni europee hanno affrontato la crisi ma restano convinte che uscire dall’Europa e dall’euro non sia la soluzione. Mentre è elevata, sopra il 40%, la percentuale che giudica positivamente il semestre di presidenza italiana. E’ quanto emerge dal focus dal titolo “Le imprese, la ripresa e l’Europa” contenuto nell’indagine congiunturale sulle piccole imprese di Roma – Consuntivo 1 semestre 2015 e Aspettative II semestre 2015, realizzata dalla Cna di Roma in collaborazione con il Centro Europa Ricerche (Cer), e presentata oggi nella sede della Camera di Commercio di Roma. Critiche sul tema della difesa del made in Italy e del contrasto alla contraffazione: per armonizzare, è l’accusa, “si cancellano le specificità del settore“.
Le imprese alzano il dito sulla mancanza di politiche vicine all’economia reale, perché quelle attuali sono troppo attente alle logiche della finanza e delle multinazionali. In particolare, per le piccole e medie imprese della provincia di Roma le politiche europee degli ultimi dieci anni hanno avuto una ricaduta negativa o al più neutrale sui risultati delle aziendali. Il giudizio negativo si amplia quando si chiama gli imprenditori a giudicare le politiche europee attuate per contrastare la crisi di debito e credibilità di alcuni importanti Paesi europei: oltre il 60% ha, infatti, fornito un giudizio negativo sull’operato delle istituzioni europee. Divise in due gruppi di sostanziale ampiezza sono al contrario le piccole e medie imprese della provincia di Roma quando valutano i risultati ottenuti dal Governo Renzi a livello europeo in tema di crescita e di politiche economiche: positivi per il 43,4% delle imprese e negativi pere il 46,3%. Al Governo Renzi le piccole e medie imprese della provincia di Roma chiedono di indirizzare la propria agenda europea verso la protezione del Made in Italy oltre che a politiche volte alla riduzione delle tasse ed orientate in maggior misura verso le piccole e medie imprese e non soggiogate al predominio delle grandi multinazionali o dei mercati finanziari.

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