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Gazzettino del Lazio delle ore 18

scritto da Redazione
Gazzettino del Lazio delle ore 18

COMUNALI, PALOZZI (FI): “BENE PRESIDENTE BERLUSCONI. BERTOLASO SCELTA VINCENTE”
Ritengo assolutamente condivisibili e giuste le dichiarazioni odierne del Presidente Silvio Berlusconi in merito alla situazione elettorale di Roma. Come sottolineato già in molteplici occasioni, Guido Bertolaso rappresenta l’unico candidato sindaco in grado di conquistare la vittoria alle elezioni e ben governare una città difficile e complicata come la Capitale: città che ha disperato bisogno di legalità e stabilità amministrativa. Forza Italia, dunque, va avanti unita e coesa sulla figura dell’ex capo della Protezione Civile”. Così, in una nota, il coordinatore FI Provincia di Roma, Adriano Palozzi.


Gianfranco Fini è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
In merito agli attentati di Bruxelles. “L’Ue si mostra confusa e debole –ha affermato Fini-. Ogni volta che c’è un attentato si parla di coordinamento dell’intelligence che poi non avviene mai, ogni volta si dice che occorre una politica che garantisca maggior controllo delle frontiere europee e poi non si passa mai ai fatti. Al di là questi aspetti operativi, l’Ue dice che bisogna intervenire contro l’Isis sui territori come Libia, ma non lo possiamo fare se il governo non lo chiede e il governo ancora non c’è. Il vero problema dell’Europa è una malattia da cui soffre da qualche tempo, malattia che vede immune il mondo musulmano più estremo. La nostra malattia è il relativismo morale. L’Europa non sa più cos’è, ha perso coscienza della sua storia e delle sue tradizioni. C’è una vulnerabilità culturale. Nel libro “Il codice dell’apocalisse” c’è una frase di Bin Laden che disse, poco prima di essere ucciso, che i soldati di Allah sono diversi dai soldati dell’occidente, perché l’occidente deve convincere i soldati a combattere, gli estremisti invece devono dire ai giovani di aspettare perché sono impazienti di compiere il loro martirio. Non c’è bisogno di crociate anti-islamiche che infiammerebbero ancora di più la situazione. Un’Europa cosciente di quel che è probabilmente sarebbe più capace di interagire con chi ha altre identità. Se uno non sa che cos’è, ha paura di tutto, se invece si è coscienti della propria identità ci si relaziona con gli altri con maggiore sicurezza. Abbiamo avuto una grande occasione con la Costituzione europea, ma l’abbiamo gettata al vento. Lo studioso Lewis ha colto il punto: l’Islam è una religione per sua natura totalizzante. Il mondo musulmano in Europa, in Medio oriente e in Asia, considera la religione come l’identità. Mentre in Europa la religione è secolarizzata, nel mondo musulmano la religione è sinonimo di identità quindi un’Europa che è resa balbettante dal relativismo morale. Lo dico laicamente. L’Isis affascina per l’idea del Califfato. Abbiamo a che fare con un segmento del mondo musulmano che è impegnato su due fronti: uccidere gli infedeli delle altre religioni, ma anche i musulmani traditori, cioè gli sciiti. Non è solo una guerra contro l’Europa, è una guerra all’interno del mondo musulmano”.
Foreign fighters che viaggiano indisturbati. “Nonostante l’Ue parli sempre della necessità di maggiore controllo delle frontiere, maggior coordinamento dell’intelligence, in Europa non esiste l’equivalente dell’Fbi statunitense –ha osservato Fini-. Gli usa hanno alcune organizzazioni di tipo federale, noi no. Abbiamo la Bce, tutto il resto rimane di competenza degli stati nazionali. Le lacrime della Mogherini sono l’emblema dello stato in cui si trova l’Ue: c’è ben poco di unione, prevalgono sempre gli interessi nazionali. Serve maggiore sovranità condivisa, soprattutto in termini di politica estera, militare e di sicurezza. Nessuno è in grado di fare da solo. A chi dice che l’Italia deve sospendere Schengen, io dico che così facendo ci eviriamo da soli. Se noi sospendessimo Schengen, tutti quelli che arrivano in Italia resterebbero qui, secondo il trattato di Dublino. In materia di sicurezza, c’è anche un’altra considerazione da fare: si sono addestrati in Siria, ma temo che fra qualche tempo andranno in Libia. Continuare a dire che l’intervento in Libia si farà solo dopo la formazione del governo libico è una follia, dato che il governo non è riconosciuto dai combattenti e non si può insediare. In Francia e Belgio ci sono delle zone in cui l’islam europeo è egemone. L’uomo più ricercato del mondo non si nasconde a Molenbeek per 4 mesi se non gode di supporto logistico. Abbiamo delle metastasi già attive all’interno dell’Europa. Questo deve far comprendere che non siamo in presenza di una situazione di emergenza, ma di una situazione che può diventare una vera e propria guerra”.
Juncker ha detto che serve unità per quanto riguarda la sicurezza in Europa. Renzi ha detto che serve in Europa una struttura unitaria di sicurezza e difesa.La cosa che fa sorridere e che indigna allo stesso tempo è che sono affermazioni su cui tutti siamo concordi però non si passa mai dalle buone intenzioni ai fatti –ha affermato Fini-. Il trattato di Dublino è ancora in vigore nonostante si parli da anni di modificarlo. E non è ancora stato modificato perché la Commissione Ue e il Parlamento Ue non possono prendere decisioni attuative, dato che decidono i capi di governo quando si riuniscono. C’è diffidenza tra gli stati, ci sono egoismi nazionali, spero di sbagliarmi ma temo che quello che ha detto Juncker sia una bella affermazione di principio, destinata a rimanere lettera morta”.


Hamza Picardo, fondatore dell’Ucoii (Unione delle Comunità Islamiche d’Italia), è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
In merito agli attentati di Bruxelles.Noi musulmani soffriamo due volte –ha spiegato Picardo-, una volta come cittadini del mondo e d’Europa, e la seconda volta perché sappiamo già che una parte della politica e dei media se la prenderanno con noi anche se non abbiamo nessuna responsabilità. E’ una situazione molto difficile e pesante, sappiamo bene come i nostri nemici, i nemici della coesistenza e della pace, approfitteranno di tutto questo per demonizzare la presenza di una comunità, che per il 99% è pacifica e solidale con gli altri suoi concittadini. Il Giornale titola: Islam lontano da casa nostra. Dove mi vuole mandare? Sono italiano, padre e nonno di ragazzi italiani musulmani. Ci vogliono deportare dove? Dobbiamo nasconderci, infilarci in qualche catacomba e sperare che passi la tempesta? Chiediamo che i media ci rispettino e lo Stato ci protegga come protegge qualsiasi altro cittadino”.
Guerra nell’Islam. “C’è una guerra tra i paesi a maggioranza sciita e quelli a maggioranza sunnita –ha affermato Picardo-. Non è una guerra interna all’Islam, i musulmani sono vittime di questa guerra. Noi siamo le prime vittime sia da un punto di vista numerico che politico”.
Le ragioni dei kamikaze. “Capire perché un giovane nato in Europa compia queste azioni a scapito della sua vita non riesco a capirlo –ha affermato Picardo-. Io sono musulmano ma non riesco a capirlo. Non si spiega perché una persona sia disposta a sacrificare la propria vita per l’inferno, il Corano spiega che colpire gli innocenti è come colpire tutta l’umanità e quindi li aspetta l’inferno. E’ come se stessero bestemmiando, è una bestemmia atroce. Allah ama tutte le sue creature, chi le uccide dovrà risponderne in maniera molto pesante.
Reticenze nella comunità islamica? Se noi parliamo di percentuali da prefisso telefonico, è possibile che ci siano persone che per ignoranza, per astio, per un senso di frustrazione, possano essere non ostili a questo tipo di azioni, perché magari in medio oriente stanno uccidendo i musulmani. Ma questo è aberrante. Un male non può compensare un altro male. Noi non abbiamo un magistero unico, ma esistono centinaia e centinaia di pareri legali che dicono che quello che fanno i terroristi è contrario all’Islam. Viene gridato anche a prezzo della vita, anche in Italia. Noi facemmo una fatwa contro il terrorismo già nel 2005. E’ chiarissima la nostra posizione, con decine di comunicati e manifestazioni. E’ una guerra tra noi e l’estremismo, alcune battaglie si vincono e altre si perdono, ma alla fine sono convinto che vincerà l’Islam moderato”.


ROMA, D’ANNA (ALA) A RADIO CUSANO CAMPUS: VOTEREI SENZA DUBBIO GIACHETTI,  NON E’ UOMO DI SINISTRA MA EX RADICALE E LIBERALE.  NON LO DICIAMO SPESSO ALTRIMENTI LA MINORANZA DEL PD SI ARRABBIA. ALLE AMMINISTRATIVE NON ABBIAMO ANCORA DECISO SE PARTECIPARE O MENO. E’ VEROSIMILE CHE PARTECIPEREMO CON DELLE LISTE CIVICHE COLLOCABILI SUL VERSANTE DEL CENTROSINISTRA.
Vincenzo D’Anna, senatore di ALA, è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
D’Anna ha parlato di quello che farà ALA in vista delle prossime elezioni amministrative: Non abbiamo ancora deciso se partecipare o meno alle amministrative. E’ verosimile che noi parteciperemo, probabilmente con delle liste civiche. Non abbiamo ancora una organizzazione territoriale, siamo nati come gruppo parlamentare. Se correremo, ovviamente, ci collocheremo sul versante di centrosinistra, altrimenti sarebbe una contraddizione in termini rispetto alla nostra posizione in campo nazionale. Vorremmo concorrere a decidere. Comunque non è scontato che appoggeremo candidati del PD, se emergono candidature civiche o candidature di centro che oggettivamente sono di maggiore qualità potremmo tranquillamente anche associarci a loro. A Roma? Noi a Roma non so se presenteremo la lista, ma Giachetti credo non sia un uomo di sinistra, è un ex moderato, un ex radicale che si è sempre distinto sia per la moderazione e l’umiltà nei comportamenti sia per le idee di stampo liberale. Venendo dal partito radicale non si è mai professato né socialista né comunista, a nostro modo di vedere può rappresentare bene anche quell’aria moderata che guarda al partito di Renzi con simpatia. Per quanto riguarda Roma io scegliere Giachetti senza pensarci un minuto sopra. Ovviamente non lo diciamo spesso perché la sinistra di Bersani trova nelle nostre considerazioni ulteriori motivi di polemica contro Renzi“.


Il Senatore Corradino Mineo di Sinistra Italiana è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
In merito agli attentati di Bruxelles. “La polizia francese e quella belga hanno fatto un grandissimo pasticcio –ha affermato Mineo-. C’è stata una mancanza assoluta di coordinamento. Noi abbiamo il problema di proteggere le nostre città, il nostro stile di vita. L’idea potrebbe essere quella di costruire una Procura europea, come si fece in Italia con il pool anti-mafia. Questa Procura europea dovrebbe disporre di tutti i dati di tutte le polizie europee sulla questione Isis. Non ci si può affidare solo all’intelligence nazionale, anche perché l’intelligence francese ne ha fatti di disastri… Ci vogliono buoni inquirenti. L’intelligence tende a muoversi in un domino mondiale complicatissimo, è in concorrenza l’una con l’altra. La battaglia deve essere fatta in modo tradizionale, come ha fatto l’Italia con la mafia. Questo tipo di lavoro, fatto da persone normali come magistrati e poliziotti, è prezioso. Poi ci sono altri aspetti. C’è la tendenza a mitizzare quest’avversario, che in realtà è braccato, si sente sconfitto perché capisce che, nonostante l’appoggio dell’Arabia Saudita e nonostante il doppio gioco della Turchia, non durerà al lungo. Loro sanno che stanno perdendo, che sta fallendo questo tentativo di tornare al medioevo con un fondamentalismo religioso disumano. Loro avevano celebrato Salah Abdeslam come ottavo martire delle stragi di Parigi, invece si era tolto la cintura e ora collabora con la polizia. Questo smacco è stato talmente grave per loro, che hanno dovuto reagire. Noi avremmo dovuto prevedere la loro reazione e contrastarla, non ne siamo stati capaci”.
Le reazioni della destra. “Il discorso che fa la destra è stupido, cretino –ha sottolineato Mineo-. Il Giornale oggi titola ‘Islam lontana dalle nostre case’. L’Islam tra le religioni monoteiste è quella che cresce di più. Come puoi pensare di tenere lontani gli islamici dall’Italia? E’ come svuotare il mare col cucchiaio. Solo chi non conosce la storia può pensare di fermare totalmente i flussi migratori. Li puoi regolare, puoi evitarne alcune conseguenze, ma i fossi migratori sono una costante nella storia dell’umanità, non c’è uomo senza migrazione. Queste posizioni sono puramente demagogiche e propagandistiche, non possono funzionare. Il muro che il fascista Orban vuole innalzare in Ungheria servirà solo a far perdere diritti ai cittadini ungheresi e i migranti passeranno comunque. Certo che questi sono terroristi islamici, ma non è l’Islam il problema. Ci sono riferimenti violenti nel Corano, ma risalgono al 600dc. Ci sono anche nella Bibbia. La questione vera non è la religione”.
L’Arabia Saudita e l’atteggiamento della Turchia. “Noi ci troviamo davanti ad una setta che nasce 250 anni fa, più o meno contemporaneamente al meraviglioso esplodere dei diritti dell’Illuminismo francese. Il nemico vero è l’Arabia Saudita, l’ideologo dei tagliagole è AlWahhāb. Questa è una setta formata dai sovrani sauditi, che i Paesi occidentali considerano alleati perché ricchi. C’è un problema Turchia, che considera i curdi il principale nemico e per questo si è alleata con l’Isis. La Turchia è parte dell’Europa. Non c’è dubbio che Erdogan sta intepretando una politica islamica sunnita di potere, alleata con l’Arabia Saudita e contemporaneamente sta riprendendo il discorso dei giovani turchi in un senso ultranazionalista. Questa posizione del potere turco è inaccettabile, non ci sono ragioni che la giustifichino. Noi facciamo finta di non sapere che fanno affari con l’Isis e che combattono i curdi che si battono contro l’Isis. L’accordo tra Ue e Erdogan è sbagliato”.


Berlusconi a Radio Cusano Campus: “Non posso fare un passo senza che qualcuno mi chieda un selfie. Mi sento più amato di qualche anno fa. Forse mi rimpiangono. L’Italia oggi è più povera e indebitata. Bertolaso? La più grande opportunità che Roma abbia mai avuto dal dopoguerra ad oggi. Gli ho visto fare dei Miracoli. Bertolaso campione del fare, gli altri sono campioni del bla bla bla della politica“.
Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ecg Regione”, condotta da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
L’assenza dalla politica e il ritorno in campo.La politica non mi è mai mancata –ha affermato Berlusconi-. Non ho fatto politica perché ne fossi appassionato, ma per il mio senso di responsabilità verso l’Italia e gli italiani. E’ lo stesso senso di responsabilità che mi spinge ad impegnarmi anche ora. Non posso fare un passo senza che qualcuno mi chieda un selfie, ogni volta che vado in giro si blocca il traffico, se entro in un negozio si forma in pochi minuti una piccola folla che mi attende all’uscita per stringermi la mano e dirmi di andare avanti. Mi sento più amato di qualche anno fa. In molti hanno capito cosa mi è stato fatto. In molti forse mi rimpiangono”.
La situazione dell’Italia oggi.Siamo più poveri e più indebitati, più preoccupati per il futuro –ha sottolineato Berlusconi-. E poi non parliamo delle tasse, la Corte dei Conti ha detto che la pressione fiscale dell’anno scorso è stata la più alta dall’inizio del secolo. Non so come faccia il Presidente del Consiglio a dire agli italiani che ha tagliato le tasse, ci vuole un bel coraggio… Con i nostri governi gli italiani hanno sempre pagato meno tasse, non abbiamo mai messo le mani nelle loro tasche. Gli italiani con noi avevano più lavoro e più fiducia nel futuro. Il debito pubblico dopo di noi è aumentato di quasi 300 miliardi di euro. Siamo in una situazione che vede più tasse, più debito, più disoccupazione e purtroppo anche più immigrati”.
Bertolaso la scelta giusta per Roma. “Bertolaso è in assoluto la più grande opportunità che Roma abbia avuto dal dopoguerra ad oggi –ha affermato Berlusconi-. Finora i professionisti della politica hanno dimostrato da sindaci di non essere all’altezza. Hanno lasciato solo debiti su debiti, clientele, buche nelle strade. Per rilanciare una città complessa afflitta da degrado, non c’è bisogno di politici o di poeti, c’è bisogno di manager navigati, che abbiano capacità comprovate. In questo senso Bertolaso è il manager numero uno al mondo. Lo hanno detto giapponesi, russi, americani, dopo quello che ha fatto a L’Aquila. E’ il nostro Rudy Giuliani, è un sindaco che come Giuliani può imporre la tolleranza zero e risolvere tutti i giganteschi problemi della capitale. Stiamo proponendo ai romani una possibilità insperata. La possibilità di poter contare su un fuoriclasse del fare. A Roma serve una guida eccezionale, non uno dei tanti chiacchieroni della politica. Non credo che i romani siano così sprovveduti da non capire quale sia il loro interesse, non credo che siano disposti a buttare il loro voto su candidati e su partitini che non hanno nessuna possibilità di successo o che se fossero eletti non saprebbero nemmeno da che parte si comincia. Io credo che tutti coloro che hanno diritto di voto e siano simpatizzanti del Pd, dei 5 Stelle, della destra, sapranno guardare al di là degli interessi dei partiti che gli sono simpatici e voteranno secondo i loro interessi, secondo gli interessi di Roma. Il confronto sull’adeguatezza tra Bertolaso e gli altri candidati in campo è di 10 a 1, Bertolaso 10 e gli altri anche meno di 1. Gli altri sono campioni del bla bla bla, Bertolaso è un campione del fare, io gli ho visto fare dei miracoli in varie emergenze”.
Berlusconi affiancherebbe Bertolaso anche dopo le elezioni in caso di vittoria.Io –ha affermato Berlusconi- sono sempre a disposizione di chi pensa che un mio intervento possa essere utile al bene comune”.
Un ricordo che lo lega particolarmente a Roma.Ho un ricordo tra i tanti –ha raccontato Berlusconi-. Una cena a villa madama, nel maggio del 2002, con George Bush e i membri del suo staff. Ad un certo punto, lui mi fece un segno per alzarci e andare a parlare tra noi. E ricordo l’emozione che provai quando, guardandolo negli occhi, capii che aveva deciso e che ce l’avevamo fatta. Il giorno dopo a Pratica di Mare la federazione russa e Nato firmarono l’accordo a cui così tanto avevo lavorato e che dopo 50 anni ha messo fine alla guerra fredda. Eravamo riusciti finalmente a scrivere, dopo 50 anni, una pagina di pace e di speranza per il futuro”.
Pugnalato da Meloni e Salvini?Non mi sento pugnalato –ha affermato l’ex Cavaliere-. Berlusconi è come Batman, ha la corazza di kevlar. Questa situazione nel centrodestra serve solo a creare confusione e a favorire Pd e 5 Stelle. Vale la pena ricordare che fummo io, Salvini e Meloni a chiedere a Bertolaso di rinunciare alla sua missione in Africa e a candidarsi. Roma è la nostra capitale, non può essere lasciata nella crisi e nel degrado. A Bertolaso abbiamo detto che lo ritenevamo l’unico capace di risollevare Roma. Quando per un capriccio si rompe l’accordo, si rischia di fare un regalo sul piatto d’argento agli avversari, davvero da non crederci”.
Meloni e Salvini come Alfano e Verdini?. “Sono cose molto diverse –ha spiegato Berlusconi-. Con Verdini ci siamo trovati su posizioni politiche che non erano compatibili. Lui riteneva fosse giusto sostenere Renzi, noi invece no, perché avevamo creduto di poter modernizzare il Paese con Renzi, attraverso riforme progettate e approvate insieme. Poi invece abbiamo capito che Renzi voleva solo creare un sistema costruito su stesso, con un’unica Camera che fa le leggi, un unico partito che ha la maggioranza in questa Camera e un unico leader che tiene in mano il partito. Quello che si può chiamare tranquillamente un regime. Non ho rancore nei confronti di nessuno, penso che chi è eletto dagli elettori di una parte politica non può tradire il voto, se non se la sente di continuare con quel partito, deve dare le dimissioni, anziché passare dalla parte di un governo abusivo e illegittimo”.
I ‘traditori’ torneranno all’ovile di Forza Italia?Non credo che torneranno –ha affermato Berlusconi-. Noi siamo stati lieti che i professionisti della politica che avevamo in FI se ne siano andati. Ancora ce n’è qualcuno, ma è di grande lealtà e buon senso. La maggioranza di quelli che sono in FI sono persone che vogliono servire il Paese. Non possiamo chiudere le porte se quelli che sono andati via volessero tornare, ma non gli offriremo nessun ruolo”.
Renzi una copia di Berlusconi?Non mi sento copiato –ha dichiarato Berlusconi-. Abbiamo una storia completamente diversa. Io ho dimostrato il mio valore sul campo, sapendo innovare nell’edilizia, nell’editoria, nella tv, nel calcio. Solo dopo queste esperienze, mi sono visto costretto a scendere in campo, per il terrore che la sinistra comunista potesse prendere il potere in Italia. Renzi invece si è catapultato a Roma con voti non suoi, dei bersaniani da un lato e dall’altro di quelli che hanno tradito il centrodestra. E’ un governo che calpesta la sovranità del popolo”.
Sfidare Renzi nel 2018. “Non mi interessa –ha affermato Berlusconi-. A me interessa solo che l’Italia non cada nelle mani di qualcuno che sia un autocrate, o di un movimento pauperista e giustizialista come il M5S. Mi interessa che non si realizzi un regime come quello che verrebbe fuori dalle riforme di Renzi. Gli italiani devono capire che si tratta di un grande pericolo”.
Un consiglio per i giovani italiani.E’ un momento difficile per coloro che hanno la fortuna di essere ancora ragazzi –ha affermato Berlusconi-. Gli direi di fidarsi del proprio intuito, di non farsi demotivare da chi non crede nel futuro. Gli direi di porsi sempre traguardi ambiziosi e di mettere in campo tutto l’impegno e i sacrifici necessari per raggiungerli, io ho sempre fatto così. Bisogna crederci. Chi ci crede combatte, supera tutti gli ostacoli e vince”.


Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ecg Regione”, condotta da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
In merito agli attacchi di Bruxelles. “C’è da essere molto addolorati e preoccupati –ha affermato Berlusconi-. Non vediamo tra i politici europei dei leader all’altezza di gestire questa situazione, cioè capaci di visione e coraggio, che sono doti essenziali per sconfiggere un male assoluto come l’Isis. Servono interventi diretti in Medio oriente, di cui però non sento parlare. I leader europei durante e dopo la seconda guerra mondiale questo coraggio l’avevano e hanno dato vita all’Europa dei loro sogni. Invece questa Europa è caduta in mano a piccoli politicanti ed è diventato un agglomerato burocratico, incapace perfino di difendere se stessa”.
La politica estera dell’Italia. “L’Italia oggi non tocca palla in politica estera –ha sentenziato Berlusconi-. Con i nostri governi l’Italia era ascoltata e apprezzata, l’attuale esecutivo invece si è fatto sfuggire anche l’opportunità della presidenza del semestre europeo. Non sono riusciti a portare a casa nessun risultato, un disastro”.

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