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Comitati Il Fontanile e Mazzocchio: con i rifiuti si fanno milioni di euro ma il business è gestito solo con srl

scritto da Redazione
Comitati Il Fontanile e Mazzocchio: con i rifiuti si fanno milioni di euro ma il business è gestito solo con srl

Non ci sono solo le puzze che asfissiano i cittadini da Roma a Mazzocchio passando per lo snodo sempre più preoccupante di Aprilia. Il sistema dei rifiuti in provincia sembra essere traballante sin dalle fondamenta. Aziende che fatturano milioni di euro, con i relativi proprietari che possono vantare stili di vita da star di Hoollywood, sono infatti per la maggior parte s.r.l. ma soprattutto sono controllate sempre dalle stesse persone. Spesso queste posseggono più di un impianto diventando controllori di se stessi (è il caso di chi possiede un impianto di trattamento e una discarica dove sversa i suoi scarti di lavorazione, con gli standard in uscita ed entrata certificati dagli stessi proprietari).

“Abbiamo avuto modo di leggere un interessante report dell’associazione nazionale contro l’illegalità e le mafie Antonino Caponnetto (questo il link http://www.comitato-antimafia-lt.org/la-rifiuti-connection-riflettori-sulle-provincie-di-roma-latina-frosinone/ ) – scrivono dai comitati Il fontanile di Sonnino Scalo e da quello di Mazzocchio – Basterebbe mettere su carta aziende e proprietari per capire come il pericolo di una spartizione di un affare milionario in un settore però delicatissimo sia dietro l’angolo. Come è possibile tutelare noi cittadini se impianti di compostaggio, come quello presente sul nostro territorio, sono  costituiti come srl? Chi pagherebbe eventuali danni accertati?”

Quello dei rifiuti è un sistema complesso che incide però pesantemente sulla salute pubblica: “Ognuno di noi produce rifiuti ed è quindi giusto che ogni provincia abbia i propri impianti e le proprie discariche. Sarebbe però sacrosanto che i privati vengano relegati al ruolo di esecutore di un servizio pubblico e non gli venga permesso di costruire mega impianti in grado di servire intere regioni né tantomeno di essere possessori di impianti che svolgono un ruolo conseguenziale nella catena del trattamento di rifiuti. Soprattutto, al netto di fidejussioni spesso difficili da reperire, la Regione e il Governo dovrebbero imporre formule diverse per società che nascono e spariscono come funghi, appaiono sempre più spesso come scatole cinesi che riconducono sempre agli stessi e che invece dovrebbero essere reperibili soprattutto nei loro beni materiali. Sarebbe poi il caso che i prezzi  di questo che resta un delicatissimo servizio pubblico, vengano decisi a livello regionale e statale e non si consentano guadagni da capogiro agli imprenditori dell’immondizia”.

“Noi da anni  – concludono i cittadini – combattiamo una battaglia contro un impianto, quello della Sep, che puzza e continua a puzzare  ma anche a  operare come se niente fosse. Un impianto la cui proprietà, nonostante un’indagine in corso, si è vista autorizzare la realizzazione di un altro impianto similare e vede una richiesta di aumento di rifiuti da trattare ancora in discussione alla Regione Lazio. Non ci stancheremo mai di far valere i nostri diritti e siamo pronti ad unirci e a combattere insieme a tutti i comitati cittadini del Lazio che chiedono solo che il rifiuto cessi di essere business ed impresa e torni ad essere un servizio pubblico da trattare con i guanti”.

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